Analisi Il lupo in Svizzera mangia per l'83% selvatico e per il 17% animali da reddito

ats

1.6.2024 - 09:30

Quattro prede su cinque sono animali selvatici.
Quattro prede su cinque sono animali selvatici.
Keystone

Il lupo si nutre in Svizzera per la stragrande maggioranza di bestie selvatiche (83%), ma quasi una preda su cinque (17%) è costituita da animali di proprietà di allevatori.

1.6.2024 - 09:30

È quanto emerge da un'analisi genetica di circa 350 escrementi di carnivori effettuata da Kora, una fondazione che si batte per i predatori.

Fra le fauci del lupo finiscono soprattutto gli ungulati selvatici, ossia cervi (36%), camosci (20%) e caprioli (18%). Arrivano poi i cosiddetti animali da reddito: pecore (11%), bovini (3%) e capre (un ulteriore 3%). Sempre al 3% figurano poi le volpi, seguite da cinghiali (2%), stambecchi (1%) conigli (1%), marmotte (1%) e altro ancora.

Il confronto regionale mostra peraltro che lo spettro alimentare dei lupi può variare notevolmente. Nella zona comprendente Grigioni, Ticino e Glarona la dieta dell'animale è costituita da cervi con una frequenza superiore di circa il 20% rispetto al Vallese, dove vengono mangiati soprattutto camosci.

La spiegazione di queste differenze è oggetto di ricerche in corso, indica gli esperti di Kora. Nella prima zona vivono 15 branchi, nella seconda 13, precisa la fondazione con sede a Ittigen (BE).

Com'è stata fatta l'analisi?

L'analisi si è basata su un metodo che consente di assegnare i frammenti di DNA alla specie animale o vegetale corrispondente.

È peraltro è importante notare che, a causa di dettagli metodologici, è stato assegnato il DNA solo a specie di vertebrati: altre specie animali e vegetali non possono essere rilevate. Tra il 2017 e il 2022 sono stati raccolti 445 campioni fecali di lupi, 347 dei quali contenevano frammenti di DNA interpretabili.

«I risultati sono considerati robusti, anche se non si può escludere completamente la contaminazione con altro DNA, soprattutto quello di animali da allevamento, che si trova ovunque nel nostro ambiente», concludono gli esperti di Kora.

ats