Contro Facebook Le accuse della talpa contro Facebook: «Credo che i suoi prodotti danneggino gli adolescenti»

SDA

5.10.2021 - 22:43

Facebook ha messo i «profitti al di sopra della sicurezza» del pubblico. A denunciare il social di Mark Zuckerberg è la talpa Frances Haugen, una ex dipendente che ha fatto sprofondare la società nella sua crisi più profonda dai tempi di Cambridge Analytics.
Facebook ha messo i «profitti al di sopra della sicurezza» del pubblico. A denunciare il social di Mark Zuckerberg è la talpa Frances Haugen, una ex dipendente che ha fatto sprofondare la società nella sua crisi più profonda dai tempi di Cambridge Analytics.
EPA

Non si spengono i riflettori su Facebook, in quello che è stato definito il periodo più buio dai tempi di Cambridge Analytica. Dopo il lunedì nero del blackout che ha fatto perdere all'azienda sei miliardi di dollari, continuano a piovere sulla società le accuse di Frances Haugen, la «talpa» chiamata a testimoniare al Congresso.

«Sono qui perché credo che i prodotti di Facebook danneggino gli adolescenti, seminino divisioni e indeboliscano la nostra democrazia»: così l'ex manager apre la testimonianza al Senato americano, sostenendo di non credere che Facebook sospenderà Instagram Kids, la sua piattaforma per gli utenti adolescenti, e invitando il governo ad agire.

Le rivelazioni «evidenziano che l'autoregolamentazione non sta funzionando», ammette la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki.

Nell'audizione Haugen critica l'estrema segretezza e la carenza di trasparenza di Facebook («nessuno al di fuori sa quello che succede all'interno») nonché il funzionamento dei suoi algoritmi, chiedendo piena trasparenza.

«Non c'è nessuno al momento che possa chiedere conto della responsabilità a Zuckerberg, tranne lui stesso, ha un controllo sproporzionato su Facebook e le sue politiche detenendo oltre il 55% delle azioni», ha sottolineato l'ex manager, spiegando che le ricerche interne (al centro dell'inchiesta del «Wall Street Journal», ndr) «mostrano che oltre il 6% dei bambini sono danneggiati materialmente dalla dipendenza».

La difesa dell'azienda

«Frances Haugen non ha lavorato sulla sicurezza dei bambini o su Instagram o sulle ricerche, non ne ha alcuna conoscenza diretta dal suo lavoro in Facebook», precisa via Twitter il portavoce dell'azienda, Andy Stone.

«Big Tech ora si trova di fronte al momento della verità affrontato a suo tempo da Big Tobacco», osserva il senatore democratico Richard Blumenthal, presidente della commissione che audisce Haugen.

L'audizione interviene all'indomani del «down»

L'audizione interviene all'indomani del «down» che ha coinvolto Facebook, WhatsApp, Instagram e Messenger: iniziato lunedì alle 17:30 circa ora svizzera è durato più di sei ore. È stato causato da un guasto interno provocato da modifiche alla configurazione nei router principali che coordinano il traffico tra i data center.

«Un effetto a cascata che ha portato all'interruzione del servizio», spiega il vicepresidente delle infrastrutture di Menlo Park, Santosh Janardhan. «E come se, con un errore di configurazione, qualcuno dall'interno avesse tolto le indicazioni per raggiungere tutte le strade che portano alle app di Facebook», dice all'ANSA Stefano Zanero, professore associato del Politecnico di Milano. Di fatto Facebook «è sparita da Internet».

Alle difficoltà tecniche si sono poi aggiunte quelle organizzative. Secondo il «New York Times», infatti, hanno smesso di funzionare i badge aziendali per cui gli addetti alla sicurezza di Facebook non riuscivano fisicamente ad accedere ai server per riparare il guasto.

«Sappiamo quante persone fanno affidamento sui nostri servizi per restare connesse, ci scusiamo», ha scritto Zuckerberg in un post. Il lunedì nero in Borsa gli è costato più di sei miliardi di dollari, con la sua ricchezza – secondo il Bloomberg Billionaires Index – scesa a 121,6 miliardi di dollari, facendo scivolare l'imprenditore alle spalle di Bill Gates.