L'esperto Hells Angels? «Un modello di business che colpisce nel segno»

Di Gil Bieler

1.7.2022

Immagine illustrativa d'archivio.
Immagine illustrativa d'archivio.
KEYSTONE

Giovedì è stato reso noto il verdetto del processo ai rocker a Berna, storia che  getta ancora una volta i riflettori sugli Hells Angels. L'autore di best-seller Stefan Schubert, ex poliziotto, spiega come operano e perché la Germania sta ricorrendo ai divieti.

Di Gil Bieler

1.7.2022

Signor Schubert, cosa ha pensato quando ha saputo della rissa in strada tra Hells Angels e Bandidos?

Mi ha ricordato la situazione che c'era in Germania dieci, venti anni fa. La Svizzera ha una certa reputazione nella scena tedesca come Paese degli Hells Angels, perché sono stati l'unico club di motociclisti per molto tempo e rivendicano la loro supremazia. Se i Bandidos decidono di entrare nei loro territori, i problemi e la violenza sono naturalmente programmati. Questa procedura è uguale in tutto il mondo.

Quindi lei dice che la Svizzera ha una certa reputazione in Germania?

È così. In Germania, la pressione della politica, dei media e della polizia divenne eccessiva, i Charters (club locali o nazionali ndt.) furono vietati, ai rocker non fu più permesso di indossare i loro abiti in pubblico, ci furono retate senza fine. Alcuni membri sono emigrati in Svizzera. La Svizzera è un luogo interessante anche per motivi finanziari, perché nelle aree di business in cui sono attivi gli Hells Angels - spaccio di droga e prostituzione - i guadagni sono più alti.

In Germania, a differenza della Svizzera, sono vietati i charter degli Hells Angels.

Va detto che per anni i politici non hanno neppure riconosciuto il problema. La politica se ne è occupata solo quando, al culmine della violenza, ci sono state sparatorie per le strade, sono state trovate bombe a mano e sono stati usati fucili d'assalto contro i club ostili.

L'intervistato
Stefan Schubert - esperto di Hells Angels
zVg

Stefan Schubert è un autore di best-seller e in passato è stato un agente di polizia della Polizia federale tedesca. Per otto anni ha condotto anche una doppia vita da teppista. Per il suo libro «Wie die Hells Angels Deutschlands Unterwelt eroberten» («Come gli Hells Angels hanno conquistato il mondo sotterraneo della Germania») si è occupato intensamente della scena rocker.

Come si giustificano i divieti?

Con il fatto che sono stati compiuti gravi reati per far rispettare gli interessi dei charters, come l'uso della violenza, l'uso di armi da fuoco e il traffico di droga. Inoltre, i leader delle singole charters sono stati coinvolti in modo molto concreto. Il Club non ha preso le distanze dai condannati per traffico di droga o dalle persone che hanno commesso gravi atti di violenza. Al contrario, a volte queste persone sono addirittura promosse, ricevendo distintivi come il «Filthy Few» per un omicidio commesso per il club. Tutto ciò ha portato alla conferma dei tribunali di vietare i charters.

I divieti hanno avuto effetto?

Sì, ma ci sono due sviluppi da osservare. Da un lato, molti Hells Angels sono stati infastiditi dai divieti, ad esempio per il fatto che non sono più autorizzati a riunirsi. Da qui le feste o gli affari nel quartiere a luci rosse da parte dei membri apertamente riconoscibili grazie all'abito. Ma il tutto non ha funzionato per molto tempo, ed è per questo che i club di rocker si sono ritirati dalla scena pubblica. Allo stesso tempo, però, diversi clan di origine araba si sono inseriti in questa falla e stanno diventando sempre più violenti.

Restiamo agli Hells Angels: che tipo di uomini si uniscono a loro?

Sono rappresentati tutti i tipi di uomini. Ovviamente si parla di questo club solo quando succede qualcosa di spettacolare. Ma non tutti gli Hells Angel devono essere dei criminali. Ci sono anche normali appassionati di moto che si dilettano con le chiavi inglesi o hanno un negozio di Harley-Davidson. Ci sono charters molto diversi tra loro, con profili molto differenti. Anche in Germania la scena è cambiata. Un tempo era un'associazione molto eterogenea, ma chi si è unito in seguito voleva pure guadagnare con gli Hells Angels e ha modellato gli statuti di conseguenza. Quindi non si possono fare generalizzazioni.

E come si diventa membri?

Naturalmente non si può fare una domanda esplicita per entrare. Ma l'ambiente non è troppo grande, le persone si conoscono nelle città. È così che si entra nel giro, ma prima bisogna completare un periodo di prova. Come cosiddetto «aspirante», devi dimostrare il tuo valore e poi, a un certo punto, vieni accettato come membro a pieno titolo. Ma questo può richiedere tempo.

Di norma, le bande di rocker si attaccano solo tra di loro, ha dichiarato recentemente a blue News l'esperto di di violenza Dirk Baier. Quindi, in qualità di semplice cittadino non si ha nulla da temere?

Sì e no. A Ginevra c'è stata di recente una sparatoria in un bar, il che dimostra che anche le persone normali possono essere coinvolte. In Germania si sono pure verificate sparatorie nei club nemici, alcuni dei quali si trovavano in aree residenziali. La violenza di solito rimane nel giro, ma i rocker non fanno molto per evitare che si diffonda.

Inoltre, è possibile che tu ne venga coinvolto per mezzo di racket di protezione. Ad esempio, se gestisci uno studio di tatuaggi, un bar o un club e sei abbastanza sfortunato da avere un charter particolarmente aggressivo nel tuo stesso quartiere.

Hunter S. Thompson scrive nel suo libro sugli Hells Angels che vivono secondo le loro regole, ma gli estranei non hanno idea di queste regole e si mettono inaspettatamente nei guai quando le infrangono. È vero?

La ricerca di Hunter S. Thompson è stata condotta decenni fa e da allora molte cose sono cambiate. Alcuni dei primi Hells Angels erano veterani della guerra del Vietnam. Oggi, invece, si tende a vedere montagne di muscoli pompati con steroidi anabolizzanti nell'ambiente delle arti marziali o dei culturisti. Non credo che si possano più paragonare questi mondi.

Il caso di Berna è stato innescato da una rissa di massa con decine di partecipanti. È normale o è l'ultima risorsa per risolvere i conflitti?

Nell'ambiente è sicuramente uno schema di risoluzione dei conflitti. E di solito questi incidenti innescano una spirale di violenza. C'è un detto: «Se hai problemi con un Hells Angels, li hai con tutti». I club si definiscono anche una confraternita. Gli altri membri del charter sono obbligati a stare sempre al fianco di un fratello, da entrambe le parti. Se qualcuno sente che il suo onore è stato violato, ci sono azioni di vendetta e la spirale continua.

Di solito i club di motociclisti sono attenti a essere discreti, ha fatto notare il ricercatore Dirk Baier. Lei è d'accordo?

Non è nell'interesse dei club essere sotto gli occhi di tutti in questo modo. Per questo non capisco perché abbiano marciato con diverse centinaia di uomini davanti al tribunale di Berna, provocando una spettacolare operazione di polizia. Strategicamente, sarebbe stato più saggio tenere il tutto in sordina. Anche in Germania i charters hanno fatto ricorso a queste dimostrazioni di forza che, come ho detto, si sono ritorte contro, aumentando l'attenzione su di loro.

In aula, invece, i rocker sono rimasti in silenzio. Un comportamento tipico dei fuorilegge?

È come l'omertà nella mafia italiana, dove c'è un obbligo di riservatezza. I membri però sanno sempre chi ha fatto cosa: è qui che entra in scena la fratellanza. Di tanto in tanto però capita che qualcuno testimoni. A Berlino, è stato il caso qualche anno fa in relazione a un omicidio su commissione, che ha portato a un totale di otto condanne e lunghe pene detentive.

È possibile lasciare gli Hells Angels?

È un argomento tabù. Ci sono persone che vengono cacciate se violano le regole interne e si appropriano di denaro, ad esempio. Poi, naturalmente, bisogna fare i conti con le dure conseguenze. Ma ci sono anche persone che vengono cacciate normalmente. Dipende dallo statuto e da quanto era rispettato il membro.

Lei ha scritto un libro sugli Hells Angels. Le è valso delle minacce?

No, affatto. C'è stata solo una lamentela sulla copertina del libro. Per la prima edizione avevamo usato il logo ufficiale degli Hells Angels, ma si tratta di un marchio registrato nell'UE. Ma non è stato un problema, abbiamo solo usato una copertina diversa per la seconda edizione. Questo marchio registrato dimostra anche che il mondo degli Hells Angels non riguarda tanto il motociclismo, ma è diventato un duro modello di business.