GiustiziaProcesso all'ex giudice retico: la versione della vittima è molto diversa da quella dell'accusato
anve, ats
1.11.2024 - 09:32
Continua oggi in una sala all’interno della sede del Gran Consiglio a Coira il processo all’ex giudice grigionese accusato di violenza carnale, coazione sessuale e minacce nei confronti di una ex praticante. Le versioni di vittima e imputato differiscono sensibilmente. La giovane dice d'aver respinto inequivocabilmente e più volte le avanches dell'uomo, secondo cui invece si trattava di un «flirt». Oggi tocca a procura e difesa.
01.11.2024, 09:32
01.11.2024, 10:17
SDA
La vittima, oggi 27enne, e l’imputato 49enne ieri sono stati ascoltati per diverse ore dalla corte del Tribunale regionale Plessur. Le loro versioni divergono su più punti. Ecco cosa hanno raccontato.
La versione della vittima
La vittima, come riferisce la RSI, è stata ascoltata per più di tre ore. Solo la corte, i legali e i giornalisti accreditati hanno potuto sentire la sua versione dei fatti.
La giovane ha raccontato di essersi in un primo tempo rallegrata di lavorare al Tribunale amministrativo grigionese, dove ha iniziato lo stage nell’estate del 2021 e lo ha concluso alla fin dello stesso anno.
Fino a settembre i ricordi sono positivi, poi sono iniziati i messaggi «a doppio senso», che la stressavano e non la lasciavano dormire, perché a scriverli era il suo superiore.
La giovane lo avrebbe allontanato più volte
La ragazza ha spiegato come al Tribunale amministrativo la gerarchia è chiara: i giudici stanno in alto, i praticanti in basso. Più volte la donna ha ripetuto di voler essere gentile e fare bene il suo lavoro, dato che in futuro avrebbe voluto lavorare per il Canton Grigioni.
La giovane donna ha raccontato le continue molestie sessuali e verbali, sfociate poi in una presunta violenza carnale il 13 dicembre del 2021. Secondo l’atto d’accusa, quel giorno l’ex magistrato aggredisce sessualmente e violenta l’ex praticante nel suo ufficio.
La ragazza è sotto terapia
La vittima ha detto di avere ancora le immagini davanti agli occhi. Più volte ha cercato di allontanarlo, facendogli capire «inequivocabilmente» di non volere.
Davanti alla corte ha raccontato di non riuscire a credere che l’accusato fosse la stessa persona che aveva conosciuto e per la quale nutriva grande rispetto.
Eventi che hanno avuto un effetto sulla salute psichica della giovane donna, che non usciva più di casa senza essere accompagnata. Tutt’ora si trova in terapia.
La versione dell'imputato
L’imputato, che oggi riesce a lavorare solo al 50% come avvocato e prende psicofarmaci, ha fornito un’altra lettura dei fatti.
L’uomo ha descritto il rapporto con la giovane giurista come «una via di mezzo fra un flirt e una relazione sentimentale». Per lui era chiaro dall'inizio che lei voleva le stesse cose, perché c'era consenso da parte sua.
Quando la corte lo ha confrontato con le accuse, l’imputato ha parlato di un «flirt», di avances sia via messaggi sia verbali, che a volte venivano anche dalla giovane donna.
Lei sarebbe stata consenziente
La praticante passava regolarmente da lui in ufficio per parlare del più e del meno. Prima del 13 dicembre ci sarebbero stati due contatti fisici. La corte ha chiesto all’ex giudice se ci potesse essere stato un malinteso la sera incriminata.
L’uomo ha risposto che per lui era chiaro dall’inizio che l’ex praticante voleva le stesse cose, perché c’era consenso da parte sua. Non ha mai avuto l’impressione che la stagista lo stesse evitando o che «ci fosse qualcosa di sbagliato».
L'accusato ha cercato di farsi giustizia da solo
L’uomo ha dichiarato di non aver sfruttato la sua posizione lavorativa per fare pressioni sulla praticante. Più volte ha ripetuto che stavano bene assieme, c’era simpatia e si trattava solo di un flirt.
L’imputato ha poi però ammesso, scusandosi, di essere stato lui ad inviare una lettera di minacce alla vittima e al suo compagno. Invece di aspettare il processo, voleva farsi giustizia da solo.
Nella lettera ha minacciato i due, dicendo che avrebbe fatto di tutto per assicurarsi che non superassero l’esame di abilitazione all’esercizio della professione nei Grigioni.
Nessuna sentenza venerdì
Dopo aver sentito la vittima e l’accusato, oggi, venerdì, toccherà alle parti legali. La procura pubblica, che ha presentato le accuse, illustrerà la richiesta di pena.
Per il reato di violazione carnale la pena può arrivare fino a un massimo di cinque anni di detenzione. In seguito, sarà il turno dei legali della vittima e dell’accusato.
La corte del Tribunale regionale Plessur ha detto che la sentenza non verrà emessa oggi.