Meta Dopo i fact-checker, Zuckerberg fa fuori anche l'inclusività

SDA

11.1.2025 - 21:46

Meta ha deciso di eliminare le quote per la diversità.
Meta ha deciso di eliminare le quote per la diversità.
Keystone

Da Washington alla Silicon Valley, il vento negli USA sta cambiando. Con l'imminente arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e il controllo di Camera e Senato da parte dei repubblicani, le grandi aziende del tech si stanno allineando a posizioni più conservatrici.

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L'esempio più eclatante del nuovo corso è Meta che, in una settimana, si è sbarazzata prima dei fact-checker e poi dei programmi per la tutela di inclusività e diversità. Sarebbero «antiquati» e inadeguati rispetto ai «nuovi scenari», secondo una nota interna dell'azienda guidata da Mark Zuckerberg. La big tech proprietaria di Facebook e Instagram ha assicurato che continuerà a cercare personale «diverso», ma non con le attuali politiche.

La mancanza di diversità razziale e di genere nella Silicon Valley è oggetto di discussione da anni e sono stati proprio i programmi «DEI» (diversity, equity and inclusion) a riportare un po' d'equilibro. Secondo gli ultimi dati ufficiali, grazie a quelle linee guida Meta ha raddoppiato il numero di dipendenti neri e ispanici negli Stati Uniti rispettivamente dal 3,8% e 5,2% al 4,9% e 6,7%.

La società di Zuckerberg ha anche annunciato che non si dedicherà più a diversificare le sue forniture ma si concentrerà invece sulle piccole e medie imprese. Stop, inoltre, ai corsi di formazione su «equità e inclusione», che saranno sostituiti da programmi che «combattano i pregiudizi nei confronti di tutti, indipendentemente dal background».

Niente più fact-checker

Tutto questo a pochi giorni dall'annuncio shock che tutte le piattaforme Meta faranno a meno dei fact-checker, una mossa aspramente criticata perfino da Joe Biden, che in questi anni non ha mai preso posizioni così nette sulle decisioni di aziende private. «E vergognoso», ha ammonito il presidente americano sottolineando che «la verità conta. Il fatto che arrivino dei miliardari e decidano che non conta più è scandaloso».

Resta il fatto che dopo la vittoria di Trump a novembre e la corsa a Mar-a-Lago dei big della Silicon Valley, da Zuckerberg a Jeff Bezos, sono state tante le grandi corporation americane a virare a destra. A dicembre Amazon ha annunciato l'eliminazione di «programmi obsoleti» sull'inclusione. «Ci stiamo concentrando su politiche che abbiano risultati comprovati e che mirino a promuovere una cultura veramente della differenza», aveva scritto Candi Castleberry, vicepresidente della tecnologia inclusive di Amazon.

Poi era stata la volta di Walmart, McDonald's, Ford e Lowe's. Società finanziarie come JPMorgan Chase e BlackRock si sono invece ritirate questa settimana dai programmi per la lotta al cambiamento climatico. Una mossa iniziata due anni fa, quando i repubblicani hanno intensificato gli attacchi contro aziende come BlackRock appunto e Disney, accusandole di «attivismo progressista» e minacciando ritorsioni politiche.