Lo studio Chi ha avuto Omicron ha meno probabilità di soffrire di Long Covid

Tgab

10.3.2023

Uno dei sintomi più comunemente menzionati di Long Covid è la costante stanchezza.
Uno dei sintomi più comunemente menzionati di Long Covid è la costante stanchezza.
JanxTepass/Imago Images/imagebroker

I ricercatori svizzeri dimostrano che il rischio di avere i sintomi del Long Covid dopo un'infezione con la variante Omicron è minore rispetto a quello con il virus originale.

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Il Covid nella vita di tutti i giorni non è molto presente. Non si vedono quasi più persone con la mascherina sul treno o sul bus e nemmeno al supermercato. Ma questo non significa che il virus sia innocuo.

Il risultato di uno studio rappresentativo condotto da ricercatori dell'Ospedale cantonale di San Gallo è quanto mai gradito: secondo i dati emersi, il rischio di contrarre il Long Covid dopo un'infezione da Omicron è molto più basso rispetto a quella con il cosiddetto «tipo selvaggio» di Sars-CoV-2, ossia il virus del Covid che circolava all'inizio della pandemia.

I 1201 partecipanti allo studio, reclutati tra giugno e settembre 2020 in diverse istituzioni sanitarie della Svizzera orientale, sono stati regolarmente sottoposti al test per il Covid. Hanno compilato questionari online in cui si chedeva se c'erano i 18 sintomi del Long Covid, come la perdita dell'olfatto o del gusto, la stanchezza, l'esaurimento e la perdita di capelli.

Lo studio svizzero ha rilevato che i partecipanti infettati con il virus originale avevano fino al 67% di probabilità in più di riportare i sintomi del Long Covid rispetto a coloro che non erano ancora stati infettati.

La vaccinazione non ha alcuna influenza

Tuttavia, i partecipanti allo studio che sono stati infettati con la variante Omicron non hanno riferito con maggior frequenza di sintomi del Long Covid rispetto a coloro che non hanno mai contratto il virus.

Lo studio ha anche rilevato che la reinfezione - ossia un'infezione da Omicron dopo un'infezione con il primo virus circolato - non comportava un rischio maggiore di Long Covid rispetto alla sola infezione con il virus originale. Allo stesso modo, la vaccinazione non ha avuto alcuna influenza in questa circostanza.

«Tuttavia, è importante notare che i partecipanti al nostro studio erano principalmente donne sane, giovani e vaccinate; i risultati potrebbero essere diversi in una popolazione più malata, più anziana o non vaccinata», afferma Carol Strahm del Dipartimento di Malattie Infettive ed Epidemiologia Ospedaliera dell'Ospedale cantonale di San Gallo.

Lo studio, pubblicato dall'American Association for the Advancement of Science (AAAS), sarà presentato a metà aprile al «Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive» di Copenhagen.