Dopo la strage di sabato Un altro accoltellamento a Sydney, presa di mira una Chiesa ortodossa

SDA

15.4.2024 - 20:41

Un altro accoltellamento a Sydney. Stavolta il luogo dell'aggressione è una Chiesa ortodossa, la Christ The Good Shepherd, nella periferia ovest della capitale australiana, a soli 40 chilometri dal centro commerciale dove sabato pomeriggio un uomo ha ucciso con una grossa lama sei persone, prima di essere freddato da un'agente. 

Agenti di sicurezza sorvegliano la chiesa ortodossa assira di Sydney, Australia, lunedì 15 aprile 2024. 
Agenti di sicurezza sorvegliano la chiesa ortodossa assira di Sydney, Australia, lunedì 15 aprile 2024. 
KEYSTONE/AP Photo/Mark Baker

Un'aggressione che stavolta ha però scatenato violenti scontri, a sfondo religioso, andati avanti per ore tra la comunità di cristiani locali e la polizia australiana.

L'attentatore, un ragazzo di 15 anni, ha ferito durante la messa mattutina, in diretta streaming sui canali social della chiesa, diverse persone, a partire da Mar Mari Emmanuel, un vescovo ultra conservatore, leader del movimento Christian Lives Matter, celebre per le sue campagne anti-Lgbt.

I feriti sarebbero quattro, tutti ricoverati in ospedale per lesioni agli arti e al volto, ma nessuno di loro, al momento, sembra in pericolo di vita. Il giovane, la cui identità ancora ignota, è stato subito arrestato, tuttavia la vicenda ha innescato una furibonda protesta.

Sui social si erano diffuse notizie, non verificabili e non confermate da nessuna fonte ufficiale, secondo le quali l'aggressore sarebbe di origine araba e avrebbe aggredito urlando 'Allah Akbar'.

Quanto è bastato a scaldare gli animi: poco dopo nella zona attorno alla chiesa è scoppiata la protesta dei cristiani, contenuta a fatica da centinaia di agenti in tenuta antisommossa e durata sino a notte fonda.

Chiesa di riferimento per la comunità ortodossa

Questa chiesa, chiamata «degli Assiri» è il punto di riferimento della comunità ortodossa locale, in larga parte formata da profughi scappati dalla guerra in Iraq e in Siria: tanti di loro, esasperati, con dei grandi croci in mano, hanno protestato, ferendo alcuni agenti e danneggiando diverse auto. Il loro obbiettivo era farsi giustizia da soli, strappare dalle mani della Polizia l'autore dell'attentato.

Tuttavia le stesse forze dell'ordine avevano fatto sapere da ore che l'aggressore era stato già trasferito in un luogo sicuro.

Le autorità politiche e tutti i vertici delle diverse organizzazioni religiose locali hanno lanciato un appello alla calma e alla riappacificazione.

C'è un legame tra i due attentati?

Insomma, secondo le prime indagini, i due attentati non hanno alcun legame tra loro. Stavolta tutto è accaduto di prima mattina, quando un uomo vestito di nero s'è avvicinato all'altare dove il vescovo stava dicendo il suo sermone.

I suoi passi all'inizio erano lenti e calmi. Quindi, in modo improvviso, quando era a pochi centimetri dal religioso, lo ha assalito con in mano un piccolo coltello cercando di colpirlo alla testa.

Il vescovo però è riuscito a parare i colpi. In pochi secondi, tutt'attorno, i fedeli delle prime file dalla chiesa hanno circondato e bloccato l'aggressore. Un attacco trasmesso in streaming nelle reti sociali della Chiesa, tanto che immagini sono diventate ovviamente virali in rete.