Crisi Corea del Sud: arrestati due capi della polizia, l'ex ministro della difesa tenta il suicidio

SDA

11.12.2024 - 07:11

Il palazzo dell'ufficio presidenziale a Seul.
Il palazzo dell'ufficio presidenziale a Seul.
Keystone

Il capo della polizia nazionale della Corea del Sud e quello di Seul sono stati arrestati per il loro ruolo nell'applicazione del decreto sulla legge marziale del presidente Yoon Suk-yeol del 3 dicembre.

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La legge marziale, ricordiamo, era stato di breve durata: dichiarata in serata, era stata ritirata sei ore dopo per la bocciatura decisa dal Parlamento.

I media locali, riferendo degli arresti, sottolineano che lo sviluppo è maturato a poche ore dalla presentazione della nuova mozione di impeachment contro Yoon da parte delle opposizioni guidate dal partito Democratico che dovrebbe essere votata sabato dall'Assemblea nazionale.

La polizia sudcoreana ha poi perquisito l'Ufficio del presidente Yoon Suk-yeol, sempre nell'ambito delle indagini relative al 3 dicembre. Lo riferisce la Yonhap, secondo cui altre operazioni hanno interessato l'Agenzia della polizia nazionale, la Seoul Metropolitan Police e la polizia dell'Assemblea nazionale.

Il capo dell'Ufficio di indagine sulla corruzione per alti funzionari (Cio) Oh Dong-woon ha riferito in un'audizione parlamentare che «è in corso un'indagine approfondita e riesamineremo l'ipotesi d'arresto». Alla domanda se avesse la volontà di arrestare Yoon, Oh ha detto di avere «una forte volontà».

L'ex ministro della difesa tenta il suicidio

In tutto ciò l'ex ministro della Difesa sudcoreano Kim Yong-hyun ha tentato di togliersi la vita in un carcere a Seul, dove è detenuto con l'accusa di insurrezione legata alla stessa indagine.

Lo riporta sempre Yonhap, riferendo quanto detto da Shin Yong-hae, il capo del centro penitenziario, durante un'udienza parlamentare. Kim, ritenuta la figura centrale del caso della legge marziale, è detenuto «in una cella di protezione e la sua salute rimane stabile».

Reazioni arrivano inoltre da Pyongyang: «L'incidente scioccante del regime fantoccio di Yoon Suk-yeol, che ha dichiarato all'improvviso un decreto di legge marziale e brandito senza esitazione pistole e coltelli della sua dittatura fascista, ha provocato il caos in tutta la Corea del Sud», si legge in un commento diffuso attraverso l'agenzia Kcna.