Flussi globaliWTO: «L'aumento dell'incertezza sta già danneggiando il commercio»
hm, ats
13.1.2025 - 20:00
Il futuro del commercio mondiale è al centro delle preoccupazioni, sulla scia dell'aumento del protezionismo in vista dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca.
Keystone-SDA, hm, ats
13.01.2025, 20:00
13.01.2025, 20:16
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Secondo Ralph Ossa, capo economista dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO/OMC) l'atteggiamento di ripiegare su se stessi è ben lungi dall'offrire veramente una protezione alle nazioni.
«Al momento i dati non mostrano che è in atto una deglobalizzazione», spiega l'esperto in un'intervista pubblicata oggi da Le Temps. «Nonostante le tensioni geopolitiche, il commercio mondiale di beni continua a crescere, del 2,7% nel 2024 e prevediamo un incremento del 3% nel 2025. Gli scambi crescono allo stesso ritmo del prodotto interno lordo. Ma questo non è necessariamente destinato a durare e non dobbiamo illuderci con false certezze».
Siamo sull'orlo – chiede il giornalista del quotidiano – di una guerra doganale globale? «L'aumento dell'incertezza sta già danneggiando il commercio», risponde l'intervistato.
«Le aziende sono riluttanti a investire a lungo termine. Dovremmo comunque aspettare e vedere quali dazi verranno effettivamente introdotti. L'importanza degli Stati Uniti nel commercio mondiale deve anche essere messa in prospettiva: il loro commercio bilaterale con la Cina rappresenta solo il 3% del totale mondiale».
Ci sono però motivi di ottimismo
«La prima cosa da fare è osservare ciò che sta accadendo», prosegue lo specialista in carica dal 2023, dopo una carriera accademica con incarichi presso le università di Princeton, Chicago e Zurigo.
«Si deve evitare il più possibile l'escalation e rafforzare le relazioni commerciali con altri partner per limitare i conflitti globali e minimizzare gli effetti negativi sull'economia. Ciò che si deve evitare è che tutti agiscano contro tutti».
«È necessario trovare un equilibrio tra apertura totale e autosufficienza totale», spiga. «I governi devono effettuare un'analisi mirata delle dipendenze critiche e dei vantaggi competitivi, per costruire una strategia su questa base».
Vi sono peraltro motivi di ottimismo. «Attualmente stiamo vivendo una guerra in Europa, preceduta da una pandemia. Naturalmente, tali eventi hanno ripercussioni sul commercio: non è realistico aspettarsi che l'economia sia strutturata in modo tale da poter assorbire facilmente tali shock. Nel complesso, però, gli scambi si sono dimostrati sorprendentemente resistenti durante la pandemia e hanno svolto un ruolo cruciale nella gestione della crisi. Dopo solo tre trimestri dai primi confinamenti anti-Covid i flussi commerciali globali sono tornati ai livelli pre-crisi», conclude il professionista.