Turismo elveticoNel 2022 si tornerà ai livelli pre-crisi?
hm, ats
31.5.2022 - 20:00
Per il settore turistico elvetico il 2022 dovrebbe confermarsi all'insegna della ripresa dopo la pandemia, nonostante la guerra in Ucraina e la quasi assenza di turisti cinesi. Tuttavia il livello di pernottamenti pre-crisi non è previsto prima dell'inverno 2023/2024, secondo uno studio del centro di ricerca economica BAK Economics.
Keystone-SDA, hm, ats
31.05.2022, 20:00
31.05.2022, 20:06
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Si prevede che la domanda di pernottamenti crescerà di 2,3 milioni quest'estate, con un aumento del 13%.
Per l'intero anno le notti in più dovrebbero essere 7,3 milioni (+26%), emerge dalla ricerca realizzata per conto della Segretaria di Stato dell'economia (Seco).
Più turisti da altri paesi
Quest'estate i turisti provenienti dall'Europa e da altri mercati lontani saranno più numerosi, mentre un numero maggiore di svizzeri trascorrerà le vacanze all'estero. La domanda interna dovrebbe diminuire di circa 2 milioni di pernottamenti (-16%).
«Il maggiore impulso alla crescita verrà dagli Stati Uniti», si legge nel rapporto.
In Europa, la domanda sarà trainata dai viaggiatori provenienti dal Regno Unito: il loro afflusso aumenterà di quasi quattro volte rispetto al 2021. Il numero di turisti russi si è già per contro quasi azzerato.
Per il 2023, BAK Economics prevede un aumento di 3,3 milioni di pernottamenti (+9,3%), con il ritorno dei cinesi previsto in estate: secondo alcuni indizi il loro numero non tornerà comunque elevato come prima.
Quando verrà raggiunto il livello pre-crisi?
Nell'insieme della Confederazione il livello pre-crisi dovrebbe essere raggiunto nell'inverno 2023/2024.
Tuttavia gli esperti di BAK Economics sottolineano che la ripresa del turismo urbano sarà più lenta rispetto a quella del resto del paese, poiché le città sono maggiormente meta di visitatori provenienti dall'Europa e da paesi lontani.
Inoltre, è improbabile che il turismo d'affari, che è crollato completamente al culmine della crisi sanitaria, si riprenda completamente: l'istituto renano pronostica che circa il 15% del comparto andrà perduto in modo permanente.