CongiunturaLa stagnazione economica elvetica non sorprende troppo gli esperti
hm, ats
4.9.2023 - 16:00
La stagnazione dell'economia elvetica nel secondo trimestre non è da considerare una sorpresa totale, anche se il dato sul prodotto interno lordo (Pil) è risultato inferiore alle attese.
04.09.2023, 16:00
04.09.2023, 16:07
SDA
È il tenore delle reazioni degli esperti alle stime pubblicate stamani dalla Segreteria di Stato dell'economia (Seco), che mostrano un Pil fermo (0,0%), a fronte di previsioni della vigilia di una progressione (rispetto ai tre mesi prima) compresa fra 0,1% e 0,3%.
«L'andamento del Pil elvetico si inserisce molto bene nel quadro internazionale: il settore manifatturiero risente del contesto mondiale, mentre ad esempio i servizi e i consumi continuano a crescere», spiega all'agenzia Awp Felicitas Kemeny, responsabile del settore congiuntura presso la Seco.
In Germania, ad esempio, importante mercato di esportazione per la Confederazione, l'economia ristagna da diversi trimestri e anche la crescita dell'intera Eurozona è stata piuttosto modesta negli ultimi tempi. Ma pure altri paesi importanti per la Svizzera come gli Stati Uniti e la Cina soffrono di una debole espansione economica.
«Parlerei piuttosto di un rallentamento»
Ciò è dovuto all'elevata inflazione e al conseguente drastico aumento dei tassi di interesse in molte nazioni, nonché ai prezzi elevati dell'energia in relazione all'attacco russo all'Ucraina iniziato lo scorso anno, ricorda la specialista. Tuttavia non si può parlare di un crollo dell'economia come si è visto, ad esempio, dopo l'inizio della pandemia di coronavirus. «Parlerei piuttosto di un rallentamento», puntualizza Kemeny.
Gli altri esperti la vedono allo stesso modo. «Non inaspettatamente, l'economia svizzera sta perdendo slancio a causa della crescita solo molto moderata dell'economia globale», afferma ad esempio Gero Jung di Mirabaud Asset Management. Da parte sua Karsten Junius di Safra Sarasin sottolinea che l'aumento dei tassi di interesse peserà sugli investimenti in attrezzature e costruzioni.
«Il settore manifatturiero non può sfuggire a una domanda globale più debole», osserva Alexander Koch di Raiffeisen Svizzera. Soprattutto i settori più sensibili ai cicli economici avranno un valore aggiunto inferiore. La solidità del mercato del lavoro e la continua ripresa del settore alberghiero e della ristorazione hanno comunque potuto evitare un calo del Pil.
«Uno sviluppo inferiore alla media piuttosto che un crollo economico improvviso»
Secondo Alessandro Bee di UBS, questo schema – cioè la grande discrepanza tra andamento dei consumi e sviluppo dell'industria – non dovrebbe cambiare molto nella seconda metà dell'anno, motivo per cui una forte accelerazione della crescita elvetica è da ritenere piuttosto improbabile. Da parte sua l'economia interna, ancora robusta, dovrebbe evitare una recessione nei prossimi trimestri.
Dello stesso parere si è anche presso Raiffeisen. È vero che gli indicatori del mercato del lavoro segnalano sempre più una minore richiesta di manodopera aggiuntiva e che le prospettive per i rami orientati sull'esportazione sono peggiorate, anche a causa del franco forte. «Nel complesso, tuttavia, è da prevedere più uno sviluppo inferiore alla media piuttosto che un crollo economico improvviso», conclude Koch.