Banche Per evitare il panico Julius Baer precisa la sua esposizione nella holding Signa, vicina al fallimento

mh, ats

27.11.2023 - 09:05

Il logo della banca zurighese Julius Bär
Il logo della banca zurighese Julius Bär
Keystone

Julius Baer tenta di rassicurare in merito alla sua esposizione creditizia nei confronti della holding Signa, di proprietà dell'imprenditore René Benko, che sembra avviata verso il fallimento.

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In una nota odierna, la banca afferma aver adottato misure per proteggere i propri interessi.

L'accantonamento da 70 milioni di franchi reso noto pochi giorni fa riguarda «la più grande esposizione singola» nel suo portafoglio di prestiti privati. Il suo valore complessivo è di 606 milioni di franchi, suddivisi in tre prestiti concessi «a diverse entità all'interno di un conglomerato europeo non identificato», si legge nel comunicato.

I prestiti a questa entità sono garantiti da controparti legate al settore immobiliare commerciale e a quello dei beni di lusso. Anche in caso di perdita totale su questo portafoglio di prestiti, la quota di capitale ponderata (CET 1 leverage ratio) del gruppo sarebbe superiore al 14% e la banca «resterebbe chiaramente redditizia», viene specificato.

Diversi media hanno evocato possibili conseguenze per Julius Baer in seguito alle difficoltà finanziarie con cui sta facendo i conti René Benko e il gruppo Signa. Il portale Inside Paradeplatz ha sostenuto che l'imprenditore austriaco e le sue società avrebbero ottenuto prestiti per oltre mezzo miliardo di franchi da Julius Bär.

Stando al portale finanziario, la banca zurighese avrebbe finanziato l'acquisto dei grandi magazzini Globus da parte di Benko e dei suoi partner tailandesi.

Julius Bär ancora forte

A fine ottobre, il portafoglio di prestiti privati di Julius Bär ammontava a 1,5 miliardi di franchi e i prestiti totali a 41 miliardi di franchi. Gli altri due maggiori prestiti a privati si attestavano rispettivamente a 216 milioni di franchi e 140 milioni di franchi e non erano legati al settore immobiliare.

«Ci rammarichiamo che una singola esposizione abbia creato incertezza per i nostri azionisti», ha dichiarato il CEO Philipp Rickenbacher, citato nella nota, aggiungendo che la banca con sede a Zurigo «è molto ben capitalizzata», con un coefficiente CET 1 Tier 1 del 16,1% a fine ottobre. Di fronte a queste difficoltà, l'amministratore delegato ha indicato che il gruppo intende rivedere i suoi prestiti a persone con un patrimonio netto elevato.

La scorsa settimana, la banca aveva avvertito che l'utile netto di quest'anno sarebbe stato inferiore a quello del 2022, quando aveva registrato un utile netto (IFRS) di 950 milioni di franchi, a causa di un aumento degli accantonamenti sui prestiti di 82 milioni di franchi e di un aumento dell'aliquota fiscale.

Julius Baer ha inoltre confermato l'obiettivo di restituire agli azionisti circa la metà dell'utile netto rettificato, con un dividendo per azione che dovrebbe essere almeno paragonabile a quello dell'anno precedente.

Fondata a Zurigo nel 1890, Julius Bär è quotata alla borsa svizzera dal 2005. Oggi è attiva esclusivamente nel private banking. È presente in 12 località elvetiche, fra cui Lugano e St. Moritz (GR), e ha anche numerose sedi all'estero.