Finanza Istituti in crisi? «I veri responsabili sono le banche centrali»

hm, ats

20.4.2023 - 17:00

I problemi delle banche nascono dalle politiche monetarie degli istituti centrali?
I problemi delle banche nascono dalle politiche monetarie degli istituti centrali?
Keystone

I veri responsabili dei fallimenti bancari negli Stati Uniti e del tracollo di Credit Suisse (CS) sono le banche centrali: lo sostiene Thomas Mayer, ex capo economista di Deutsche Bank, che non manca di criticare anche le autorità di vigilanza dei settori finanziari.

«I regolatori delle banche hanno lavorato per loro stessi, non per il pubblico», sostiene l'esperto in un'intervista video pubblicata dal portale zurighese Cash.

Cosa servono Tier 1 Capital Ratio, Credit Ratio, Liquidity Coverage Ratio – tutti parametri per calcolare la bontà degli attivi di un istituto – quando un cliente scopre un problema e ritira i suoi depositi? È quanto è accaduto in grande stile presso CS, sostiene Mayer.

Per anni in Svizzera si è lavorato alla regolamentazione del «too big to fail» (troppo grande per fallire), sono stati imposti requisiti più elevati e decise procedure, ma la normativa non è nemmeno stata applicata a Credit Suisse: la banca e le autorità sono state sorpassate dagli sviluppi, argomenta l'intervistato.

Banche centrali sotto accusa

Mayer non si spinge a definire una farsa la legislazione in questione: a suo avviso però è stata sottovalutata l'importanza della fiducia nel settore bancario e nei singoli istituti.

Per Mayer la causa scatenante della recente crisi sono state le banche centrali, che hanno mantenuto i tassi di interesse troppo bassi per troppo tempo, ignorando l'inflazione, per poi doverli alzare in fretta e furia a fronte di prezzi improvvisamente in crescita.

Lo dimostrerebbe l'esempio degli Stati Uniti: all'inizio di marzo 2022, il tasso d'interesse di riferimento della Federal Reserve era ancora allo 0%; oggi è nella fascia compresa tra il 4,75 e il 5,0%.

Futuro perlomeno incerto

«Le banche centrali hanno dovuto ovviamente affrettarsi, perché hanno dormito a lungo», sostiene lo specialista. Gli istituti anche che avevano problemi di fondo e che avevano valutato male i rischi di tasso d'interesse dei loro investimenti sono stati spazzati via dal mercato.

Il rapido aumento dei tassi provoca peraltro problemi non solo al comparto finanziario. «Siamo confrontati con uno dei più elevati livelli di debito dei paesi industrializzati in tempo di pace: queste montagne di debito sono state accumulate anche perché i tassi di interesse erano estremamente bassi», afferma Mayer. Ora tali torri stanno vacillando e in alcuni casi crollando.

Secondo l'economista nei paesi emergenti e in via di sviluppo è in corso una vera e propria crisi del debito. «Questo aspetto non è stato ancora affrontato nel mondo degli investimenti», avverte Mayer. Gli esiti di tali sviluppi sono incerti.

hm, ats