Figli illustri di grandi politici - e dittatori - che invece della politica hanno scelto il mondo dello sport, a volte, seguendo le orme dei padri.
Non sempre i figli seguono le orme dei padri, oggi meno di un tempo. Nemmeno se sei il figlio di un grande politico la strada deve essere necessariamente segnata.
Ecco alcuni esempi di figli di (im)popolari personaggi della politica mondiale che hanno tentato di farsi un nome nello sport.
Gaddafi
Muammar Gaddafi è stato il leader indiscusso della Libia per decenni, prima di essere assassinato nel 2011 in circostanze ancora misteriose, quando Tripoli cadde in mano ai ribelli dell'opposizione.
Al-Saadi Gaddafi, figlio di Muammar Gaddafi, è stato un calciatore professionista che dopo aver militato in due formazioni del suo Paese fu acquistato dal Perugia, allora in Serie A. Nei tre anni trascorsi in Italia Gaddafi ha giocato due soli match ufficiali. Sedici le presenze con la nazionale della Libia.
Putin e la figlia Thikonova
Vladimir Putin, attuale presidente della Russia non ha bisogno di molte presentazioni
Katerina Thikonova, figlia riconosciuta da Vladimir Putin nel 2015, è un'abile ballerina di rock'n'roll acrobatico e ha partecipato a diverse competizioni.
Al campionato mondiale del 2013, tenutosi in Svizzera, la figlia del presidente russo è arrivata al quinto posto in coppia con Ivan Klimov.
La 34enne è oggi vicepresidente della World Rock'n'Roll Confederation, e anche un alto funzionario della federazione nazionale russa di questo sport.
I Mugabe
Robert Mugabe è stato il presidente (dittatore) dello Zimbabwe (Ex Rhodesia) dal 1987 al 2017, quando in seguito ad un colpo di Stato il vecchio presidente si dimesse. Robert Mugabe è morto nel 2019 all'età di 96 anni.
Uno dei tanti figli di Mugabe, Robert Mugabe jr., è stato giocatore di basket in patria. Il sogno di giocare in NBA non si realizzò mai in quanto gli USA imponevano allora un embargo al paese africano, tagliando qualsiasi tipo di relazione con il governo di Harare.
Nel 2019 Robert Mugabe jr. fece una breve apparizione con la nazionale di basket dello Zimbabwe: si dice che l'onore sia dovuto più al suo cognome che per meriti acquisiti sul campo.
Castro e la loro Cuba
Fidel Castro (morto nel 2016) è stato un rivoluzionario e in seguito leader maximo di Cuba. Sotto la sua direzione - dal 1965 al 2011 - il paese caraibico diventò un vero e proprio paese comunista, ultimo baluardo rimasto di un'ideologia che conobbe l'USSR quale nazione faro.
Come papà Fidel, anche suo figlio Antonio ha un profondo amore per il baseball. Fidel era solito lanciare spesso il primo lancio per dare il via alla stagione del baseball a Cuba. Suo figlio Antonio provò ad entrare nella squadra dei NY Yankees senza successo.
Il ragazzo continuò all'ora gli studi di medicina e diventò in seguito il medico della nazionale cubana di baseball.
Ceausescu, amore per il comando
Nicolae Ceausescu fu il segretario generale del partito comunista rumeno dal 1965 al 1989, il secondo e ultimo leader comunista della Romania.
Conosciuto per i suoi metodi tirannici e brutali, Ceausescu cedette il potere nel 1989, dopo che il popolo rumeno, sulla spinta della Perestroicka russa, si rovesciò nelle piazze chiedendo la fine del comunismo. Ceausescu fu giudicato colpevole di genocidio oltre che di aver rubato milioni al paese, e fu in seguito condannato a morte alla fine del 1989. Fu l'ultima pena capitale condotta dal governo di Bucarest.
Valentin, figlio di Nicolae, oggi 72enne, appassionato di calcio ma mai bravo a sufficienza per diventare giocatore professionista, divenne negli anni '80 - grazie all'aiuto del potentissimo padre si presume - direttore dello Steaua di Bucarest.
Divenne famoso perché strappava giocatori alle squadre rivali senza pagare le spese di trasferimento.
Il caso più eclatante è legato al giocatore rumeno più grande di sempre: Gheorghe Hagi. Chiesto in prestito allo Sportul per una sola partita, Hagi non lascerà più lo Steaua sotto la direzione di Valentin Ceausescu.
L'Iraq degli Hussein
Saddam Hussein, come molti altri qui sopra, è stato leader incontrastato del suo Paese (Iraq), suo presidente dal 1979 al 2003. Quando gli Stati Uniti d'America invasero l'Iraq nel 2003 Saddam Hussein fu catturato e condannato a morte nel 2006 da un tribunale nazionale per crimini contro l'umanità.
Il figlio di Saddam, Odai, fu presidente della Federazione irachena di calcio, oltre che del comitato olimpico del paese.
Come il padre, anche Odai comandava nel suo 'reame' con il pugno di ferro.
Si dice che Odai fosse solito recarsi nello spogliatoio durante l'intervallo, e se a suo avviso, la squadra nazionale irachena di calcio aveva giocato al di sotto delle sue possibilità, minacciava di tagliare le gambe dei giocatori e poi gettarle come cibo a dei cani famelici.
Si racconta anche che Odai tenesse un registro privato delle torture, con istruzioni scritte su quante volte ogni giocatore dovesse essere picchiato sulle piante dei piedi a seconda della sua prestazione.