65 anni fa nacque Douglas Jarvis, l'Iron Man della storia della NHL, colui che non mancò un solo match in 12 anni di carriera.
Doug Jarvis nacque a Brantford (Canada) il 24 marzo del 1955, esattamente tre anni prima del giorno in cui Elvis Presley mollò la sua chitarra per imbracciare il fucile e mettersi al servizio dell'esercito degli Stati Uniti d'America.
Oggi Doug Jarvis compie 65 anni.
Iron Man
Alto 175 cm per 77 kg è il prototipo dell'atleta antico, passato, odierno e forse anche futuro. Non troppo piccolo e esile, non troppo alto e fragile, ma nemmeno imballato da tanti muscoli che vanno preservati con cura. La mentalità di chi non molla mai e la passione del ragazzino. Doug Jarvis è l'Iron Man della storia della NHL, un centro che dal 1975 al 1987 non ha mancato un singolo incontro.
Il raffreddore, l'influenza, le botte, la sfortuna, nulla di questi si è mai messo sulla strada tra Jarvis e il suo lavoro. 964 partite disputate senza interruzione: un record che regge dal 1987 e che con molta probabilità mai verrà battuto.
La sua incredibile serie di partite giocate non terminò con un infortunio - d'altronde come poteva capitare a Mr. Iron Man - ma bensì con il passaggio in tribuna e da lì alle serie minori. Un grosso smacco per Jarvis che non tornò più a giocare in NHL.
Dotato, affidabile e prezioso, tre attributi che hanno permesso al canadese di giocare per 12 anni filati in NHL: dapprima con i Canadiens di Montreal per sette stagioni, per poi passare i Capitals e infine ai Hartford Whalers.
In 560 partite di Regular Season con i Canadiens Jarvis mise a segno 91 reti e 154 assist. Jarvis è anche stato un giocatore estremamente corretto e i 151 minuti di penalità lo stanno a confermare, nonostante la sua durezza, che permise alle due ali Bob Gainey e Dough Risebrough di confezionare un grosso numero di punti.
Il talismano
Sotto la guida del coach Scotty Bowman, Jarvis diventò perlopiù un centro difensivo , capace di fermare le migliori prime linee di quegli anni. Coriaceo e mai disposto alla resa, il canadese era la bestia nera di chiunque, dall'ingaggio al gioco di rottura in ogni zona del campo.
Con gli anni Iron Man diventò un talismano che i suoi coach usavano tanto per fermare il gioco avversario quanto per ispirare i giovani giocatori.
Il ragazzo cresciuto in Ontario ai margini della highway 403 era un veloce pattinatore che sapeva usare al meglio il suo corpo non certo ciclopico per fermare anche dei marcantoni. Con lui al centro i Canadiens vinsero quattro Stanley Cup consecutivamente. Quando c'era da vincere un ingaggio cruciale nella propria zona difensiva il coach Bowman non ci pensava due volte a mischiare le linee per mettere Doug Jarvis a contendere il disco al centro avversario.
Sapeva mettere in ombra anche il grande Gretzky
Durante i suoi tre anni e mezzo a Washington nel 1984 Jarvis fu insignito del Frank Selke Trophy, premio attribuito al migliore attaccante difensivo di NHL. I grandi realizzatori di quel periodo, tra i quali Wayne Gretzky e Guy Lafleur e Dennis Potvin, subivano l'ombra minacciosa di quel centro grintoso e caparbio.
Esempio di perseveranza, sportività e passione
Le ultime stagioni in NHL le trascorse con gli Hartford Whalers, con i quali disputò 139 partite prima di vedersi relegato in panchina. All'età di 33 anni, un anno prima di appendere i pattini al chiodo e dedicarsi alla carriera di allenatore, a Doug 'Iron Man' Jarvis venne consegnato il premio che forse più di tutti lo rappresenta: Il Bill Masterton Memorial Trophy. Trofeo consegnato al giocatore di NHL che più di tutti rappresenta il modello di perseveranza, sportività e passione per il gioco del hockey su ghiaccio.