La provocazione: Maxim Lapierre di ritorno in Ticino?

A Lugano

Igor Sertori

Redattore Sport

Nel giorno del 35esimo compleanno di Maxim Lapierre la nostra redazione si è divertita ad immaginare il ritorno di uno dei giocatori più discussi del recente passato nel cantone dove forse più di tutti si respira a ritmo di hockey.

Maxim Lapierre, che oggi gioca in Germania al soldo degli Eisbären Berlin, ha lasciato un ricordo indelebile dalla parti della Resega.

Era gara 6 della finale di National League stagione 2017-2018, quando verso il finale di partita, l'ex bianconero Fredrik Pettersson caricò da dietro Maxim Lapierre. Una vigliaccata da parte dello svedese - che gli costerà la partecipazione a gara 7 - che mise l'attaccante canadese. I Lions vinsero la sesta partita portando il risultato in parità. Alla Resega si giocò la finalissima che vide trionfare proprio gli zurighesi. Dapprima fu la tristezza ad avere il sopravvento sui giocatori e i tifosi bianconeri, poi prevalse l'orgoglio di un gruppo di guerrieri, che seppur decimati e sfortunati fecero sognare il popolo bianconero fino alla fine. 

Quella sera, in campo, c'era anche un frastornato Maxim Lapierre, che nonostante il terribile sconquasso patito pochi giorni prima a Zurigo, non volle abbandonare i compagni. Non era il lottatore conosciuto nel corso dei playoff, il canadese aveva accusato il colpo e si vide. Ma proprio il suo coraggio rimarrà negli occhi di chi apprezzò la lunga cavalcata, lo straripante fiume di emozioni che quel Lugano riuscì a regalare.

Etica del lavoro, coraggio e un grosso sorriso, ecco gli elementi che più di tutti caratterizzarono il Maxim Lapierre delle ultime uscite con la maglia del Lugano.

Un giocatore non certo dimenticato, che il pubblico della oggi Corner Arena accoglierebbe a braccia aperte. 

Un provocatore che non piace a chi l'hockey lo intende in giacca a e cravatta. Scariche di adrenalina che si spandono sulle tribuna, che caricano la curva e i compagni di squadra. Può piacere o non il suo modo di aggredire l'avversario a parole, rimane il fatto che le provocazioni terminano sempre con un largo e benevolo sorriso, come ad equilibrare delle mosse sporche, che qualcuno si deve accollare il compito di fare. 

A Lugano, lo si è detto a più riprese che manca un leader, un uomo che sul campo e dentro gli spogliatoi sappia gestire un gruppo. Un giocatore che sa incutere il giusto timore agli avversari e che riesca ad incendiare la folla, anche con modi non sempre ortodossi. Maxim Lapierre è quell'uomo, quel giocatore che da quando se n'è andato ha lasciato un vuoto non ancora colmato. 

Con il mancato rinnovo a Linus Klasen e a David McIntyre il Lugano è alla caccia di un attaccante che sappia fornire assist e segnare. In riva al Ceresio il canadese ha giocato 113 incontri mettendo a referto 84 punti. Nelle sole partite di playoff il nativo di St-Leonard  ha giostrato 47 volte collezionando 36 punti. Lapierre potrebbe essere colui, che una volta ancora, potrebbe portare il giusto apporto di reti e assist alla squadra della presidente Mantegazza, specialmente quando il gioco si fa duro.

Inoltre, Maxim Lapierre, ha un conto in sospeso con l'hockey svizzero: vincere quel titolo sfuggitogli per ben due volte in finale. 

A 34 anni, con alle spalle più di 600 incontri di NHL e più di un centinaio in NL, con un etica del lavoro che lo ha contraddistinto ovunque è andato, Maxim Lapierre potrebbe essere il collegamento tra il Lugano coriaceo e coraggioso dell'ultimo lustro, la nuova formazione che è ancora in divenire e i giovani che hanno tanto bisogno di un guerriero armato d'esperienza, visione del gioco e ancora tanta passione.

Soprattutto, il canadese porterebbe appunto quello spirito battagliero e smaliziato di cui il pubblico della Corner Arena è assetato.

Si faccia avanti chi non lo vorrebbe rivedere con indosso la maglia bianconera.

bfi

Ad Ambrì

Nicolò Forni

Redattore Sport

Nel giorno del 35esimo compleanno di Maxim Lapierre la nostra redazione si è divertita ad immaginare il ritorno di uno dei giocatori più discussi del recente passato nel cantone dove forse più di tutti si respira a ritmo di hockey.

L'intenso québeçois è uno di quei giocatori che si amano quando si trovano nel proprio spogliatoio e si odiano quando invece fanno parte del line up degli avversari.

Correva il 2016. Lugano e Berna si affrontavano nella finale dei Playoff per il titolo. Maxim Lapierre era da pochi mesi in Svizzera, e dimostrò immediatamente di sapersi rendere utile alla propria squadra nei momenti chiave. Una delle sue caratteristiche, che si specchia anche con l'evoluzione dei risultati incredibili raggiunti negli anni successivi, è quella di essere in «Giocatore da Playoff». In Gara-3 di quella bollente finale, sul ghiaccio della Resega, il centro di Montréal aveva cercato di sorprendere e provocare gli avversari a suon di colpi e di scenette vestendo sia i panni dell'agitatore che dell'attore. La strategia che si era rivelata vincente ai quarti di finale contro lo Zugo (serie dominata 4:0) e in semifinale contro il Ginevra Servette (serie finita 4:2) non aiutò la truppa di Doug Shedden a far breccia nella dura pelle degli Orsi.

Per il giocatore che debuttò nella NHL con la maglia dei Montréal Canadiens la prima avventura nel massimo campionato svizzero si è dunque conclusa con una sconfitta in finale: quattro partite perse dopo la vittoria di Gara-1 in casa. Pochi mesi dopo questa prima finale disputata e aver totalizzato 4 punti (1 rete e 3 assist) in 15 partite di Playoff Maxim Lapierre ha tentato di rimettere i pattini sul ghiaccio della prestigiosa NHL, per poi tornare in riva al Ceresio già nel seguente mese di novembre una volta "tagliato" dai New York Rangers.

Nel 2018, con un altro allenatore sulla panchina perché Greg Ireland aveva preso il posto di Doug Shedden, Maxim Lapierre si era rivelato come uno dei protagonisti, per non dire eroi, di un Lugano quasi campione. Spesso in giallo anche durante la Regular Season, il québeçois terminò i Playoff al primo posto dei marcatori con un bottino personale di 23 punti in 18 partite, grazie a 10 reti segnate e a 13 assist forniti. Statistiche che nessuno, o pochi, avevano previsto: numeri da giocatore completo. Non bello da vedere come il compagno Linus Klasen ma terribilmente efficace.

La scorsa estate, reduce da una stagione meno fortunata di quella precedente, con l'avvento di Sami Kapanen Maxim Lapierre ha fatto le valige e si è trasferito in Germania. Se da una parte il canadese ha lasciato un vuoto nei cuori di molti tifosi bianconeri, ma non solo, perché un giocatore simile non potrebbe interessare proprio ai cugini leventinesi?

Per compensare al minore tasso tecnico rispetto alla maggior parte della squadra di National League l'Ambrì Piotta propone infatti una sorta di «hockey da Playoff» già durante la Regular Season. Un gioco basato sul forechecking, ricco di energia, velocità e fisicità. Poter contare su un animale da Playoff come Lapierre potrebbe aiutare Luca Cereda.

Un leader capace di segnare e farsi sentire nelle zone decisive della pista. Ecco chi è Maxim, un lavoratore che vede la porta con alle spalle oltre 600 partite di NHL. In una realtà dove ogni entità della squadra è spinta ai propri limiti, se non oltre, per il bene del collettivo avere in spogliatoio qualcuno di grande esperienza che doni l'esempio non farebbe comodo?

Con Novotny in scadenza, perché non sostituire il ceco con Lapierre? Fisicamente sono molto simili, qualche centimetro in più per Novo, mentre anagrafe alla mano ad uscirne meglio è il canadese, più giovane di un'anno e mezzo. Ingaggi? Niente paura tifosi biancoblù, se il centro di Pelhrimov ha effettivamente dato un contributo determinante anche negli ingaggi, beh, sulla carta il nativo di Montréal potrebbe rivelarsi ancora più performante. A suggerirlo sono le statistiche. Comparati nelle loro stagioni oltreoceano, nella massima lega nordamericana, Lapierre presenta una media del 50% di ingaggi vinti, contro il 48% del roccioso Novotny. Oltretutto il québeçois conta molti più incontri disputati: 614 contro 189.

Una pazza idea per il mercato estivo biancoblù nonostante un contratto valido fino al termine della prossima stagione con gli Eisbären Berlin?

fon
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