Ticino Rockets, un affare a tre «Davos pronto a continuare se sono soddisfatti i requisiti finanziari»

bfi

27.4.2020

Rockets sul ghiaccio.
Rockets sul ghiaccio.
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La permanenza dei Ticino Rockets in Swiss Hockey League è assicurata. Abbiamo intervistato per voi Ivan Fanconi, membro del consiglio di amministrazione dei Rockets nonché responsabile delle finanze dell'HC Davos e vicepresidente della Coppa Spengler.

La stagione dell'hockey svizzero è terminata anzitempo anche in Swiss League. L'HCB Ticino Rockets ha terminato la Regular Season all'ultimo posto, dopo aver incasellato 27 punti in 44 incontri disputati.  

L'interruzione brusca causata dalla pandemia ha permesso ai Razzi di mantenere il posto in Swiss League, senza doverselo sudare sul campo.

Un progetto, quello dell'HCB Ticino Rockets che nononstante alcuni aggiustamenti sembra continuare. Un'idea nata nel 2016 con lo scopo di creare un Farm Team per l'HC Lugano e  l'HC Ambrì-Piotta, al quali poi si è aggiunto anche l'HC Davos. 

Per meglio capire gli accadimenti e le prospettive di questa formazione trans-cantonale - che nei giorni scorsi ha visto l'uscita di scena dell'Associazione Biasca dal Consiglio d'Amministrazione - abbiamo intervistato Ivan Fanconi, anello di collegamento tra il Davos e i Rockets. Fanconi è membro del consiglio di amministrazione con un occhio di attenzione alle finanze del club che gioca a Biasca le sue partite casalinghe. 

Iniziamo dunque con l'ultimo avvenimento.

Come commenta il rappresentante dell'HC Davos l'uscita di scena del Biasca dal CdA dell'HCB Ticino Rockets?

«È da un anno che l’HCD é parte del CdA dei Ticino Rockets. La mia percezione é che all'interno del CdA si é sempre lavorato in modo costruttivo, professionale. L'obiettivo comune è sempre stato quello di lavorare per far sì che i Ticino Rockets possano dare la possibilità ai giovani giocatori di prepararsi per un eventuale futuro approdo in National League. L’uscita del HC Lugano e dell’Associazione Biasca dal CdA non significa che essi non fanno più parte del progetto. Come in qualsiasi gruppo di lavoro vi sono spesso idee diverse. Ogni partner ha fatto al suo interno le proprie considerazioni e di conseguenza sono state prese delle decisioni. Per me è un processo normale, un processo che fa parte di ogni progetto, sia sportivo o di altra natura.»

Si ripartirà con la collabroazione a tre che vede ancora Lugano, Ambrì, Davos e GDT Bellinzona coinvolti?

«L'obiettivo è che l'HCB Ticino Rockets continui a giocare nel campionato svizzero anche l'anno prossimo. In linea di principio continuerà la collaborazione tra l'HC Lugano, l'Hockey Club Ambrì-Piotta, il GDT Bellinzona e l'HC Davos. Attualmente i diversi partner soprammenzionati stanno facendo diverse considerazioni sulla struttura del team e del personale, oltre a considerazioni di carattere finanziario. Da un lato, una squadra di Swiss League dovrebbe costituire una buona base per la crescita dei potenziali giocatori che potranno essere utilizzati in futuro in National League, dall'altro, la base finanziaria della stessa deve essere solida e ben pensata. Nelle prossime settimane sarà chiaro a tutti gli attori se queste importanti condizioni saranno soddisfatte, dopo di che sarà possibile continuare ad essere una solida associazione con l'obiettivo della formazione.» 

L'HC Davos è ancora soddisfatto del progetto?

«Lo scorso anno L'HC Davos aveva deciso di entrare in partnership con l'HCB Ticino Rockets. Questa formazione è stata utilizzata per il reinserimento dei giocatori infortunati (Luca Hischier, per esempio) e per la preparazione dei giovani aspiranti al massimo campionato nazionale. Nel complesso, la partnership è stata molto piacevole e l'HC Davos vi parteciperà anche l'anno prossimo, a condizione che vengano soddisfatti i requisiti finanziari. Pure per la stagione 2020-21 il Davos metterà a disposizione sufficienti giovani talenti che hanno bisogno di farsi le ossa.»

Ambrì e Davos sono due realtà di montagna: queste condizioni simili - e uniche nel panorama svizzero di National League - possono essere d'aiuto nella gestione di una squadra condivisa?

«Il fatto che l'HCAP e l'HCD abbiano delle similitudini nel panorama dell'hockey nazionale sia da un punto di vista geografico che in termini di lontananza dai grandi centri,  può certamente avere un impatto sulla collaborazione, in quanto entrambe le organizzazioni si trovano ad affrontare le stesse sfide. Tuttavia, penso che siano gli attori, le persone a fare la differenza. Da un punto di vista sportivo, si può dire che i due direttori sportivi (Raffainer e Duca n.dr.) s'impegnano a costruire dei forti rapporti di collaborazione, anche se rimane presente l'aspetto competitivo. Dal punto di vista strutturale questo vale anche per l'HC Lugano. La mia percezione è che lo scambio e la collaborazione tra i tre direttori sportivi è buona.»

Negli scorsi mesi il Lugano ha deciso di fare un passo indietro nel progetto Rockets. Per voi questa cosa significa?

«Soprattutto nel campo dello sviluppo giovanile e di come preparare il passaggio dei giovani discatori in Lega Nazionale, ogni società di NL si pone costantemente la domanda su quale direzione prendere e quanto investire in tali progetti di sviluppo. L'HC Lugano ha valutato la situazione dal suo punto di vista, e ha deciso di lasciare il Consiglio d'amministrazione per investire le sue risorse in altre questioni. Vorrei tuttavia sottolineare che dal punto di vista sportivo l'HC Lugano si è ancora impegnata nel progetto HCB Ticino Rockets.» 

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