Granit Xhaka si è talmente arrabbiato per il comportamento dei danesi che è stato ammonito due volte, prima di venire automaticamente espulso. L'allenatore Murat Yakin difende il suo capitano e accusa gli avversari di mancanza di fair play. I danesi non ci stanno.
Hai fretta? blue News riassume per te
- La Nazionale svizzera ha perso la partita d'esordio in Nations League contro la Danimarca per 2-0.
- Nel corso dell'incontro vi sono state le espulsioni di Nico Elvedi e Granit Xhaka.
- La rabbia dopo il fischio finale è enorme. Da un lato, le stelle della Nati sono irritate per il cartellino rosso dato a Nico Elvedi, dall'altro, il capitano accusa gli avversari di «mancanza di fair play».
- L'allenatore dei danesi risponde seccamente alle critiche
Negli ultimi anni si è calmato, dice Granit Xhaka dopo il fischio finale, «ma sono una persona emotiva, soprattutto quando si tratta di ingiustizie. Il fair play è molto importante nello sport e quello che hanno fatto i danesi non ha nulla a che fare con il rispetto. Abbiamo buttato fuori la palla quando uno di loro era a terra. Loro non hanno fatto lo stesso e sono riusciti a segnare la rete dell'1 a 0».
Murat Yakin è una persona tranquilla, lo ha dimostrato in diverse occasioni. Ma anche lui è infastidito dal comportamento dei danesi prima di subire il primo gol. «Non c'è stato assolutamente fair play da parte dei danesi».
È poi successo che il capitano, infuriato dopo il gol, si è scagliato contro i danesi beccandosi il primo cartellino giallo.
Pochi minuti, ancora nervoso, ha deliberatamente sgambettato il capitano avversario, con il quale aveva avuto un lungo diverbio in precedenza. Altro giallo e di conseguenza è arrivato il rosso.
«So che non dovrebbe succedere», ha detto ai microfoni di blue Sport, «ma purtroppo ci sono momenti in cui si perde la calma. Certo, è amaro. Per me e per la squadra».
Yakin da parte sua sostiene il suo capitano. «Per me è comprensibile che si possa reagire così. Prima il cartellino rosso contro Elvedi, del tutto incomprensibile, poi l'azione dei danesi. Ci sono state molte emozioni. È un vero peccato che Xhaka mancherà la partita di domenica contro la Spagna».
Anche la rabbia di Breel Embolo è palpabile. «Quando ero a terra, siamo rimasti in nove giocatori. Non potendo chiudere gli spazi e diventato tutto più difficile per i miei compagni di centrocampo», ha spiegato il 27enne.
Anche se non c'era un fallo su di lui, l'attaccante avrebbe voluto una reazione diversa da parte degli avversari: «Non chiedevo un fallo, ma un po' di fair play. È quello che volevamo».
Le risposte dei danesi alle accuse
E cosa dicono i danesi dell'accusa di slealtà mossa dagli svizzeri? L'allenatore Knudsen ha reagito con freddezza: «La regola è che si continua a giocare finché l'arbitro non fischia. Abbiamo giocato al limite, non oltre».
Il portiere Kasper Schmeichel ha così chiarito la faccenda ai media norvegesi: «È compito dell'arbitro fermare il gioco se c'è un fallo. Non era questo il caso».
Il 37enne ha anche aggiunto: «Non è nostro compito calciare la palla fuori solo perché uno di loro è a terra. Loro l'hanno fatto spesso, tra l'altro, e poi si può discutere se questo è fair play».