Il 75enne ex allenatore Sven Goran Eriksson, conosciuto tra le altre cose per aver portato la Lazio a vincere lo scudetto nel 2000 e per aver guidato per anni la Nazionale inglese, è a uno stadio terminale di una malattia. Sapendo della sua passione per il Liverpool, che non ha mai allenato, i tifosi dei Reds hanno lanciato una petizione.
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- L'ex allenatore di Lazio, Benfica, Manchester City e Inghilterra - per citarne solo alcuni - ha annunciato settimana scorsa di essere malato allo stadio terminale.
- Eriksson è sempre stato tifoso del Liverpool, squadra che non ha mai allenato, e ora i tifosi inglesi stanno raccogliendo firme per vederlo in panchina in una sfida di beneficenza che si giocherà a marzo.
- Ignaro di tutto ciò, in diretta televisiva, il 75enne ha detto che si tratterebbe della realizzazione di un «sogno a lungo cullato».
È una notizia arrivata settimana scorsa, che ha addolorato molti tifosi di calcio. Lo svedese Sven Goran Eriksson ha infatti comunicato di essere malato allo stadio terminale e di avere un anno di vita «nella migliore delle ipotesi».
L'oggi 75enne è stato un autentico giramondo del calcio: dopo aver lasciato la Svezia negli anni '70, ha lavorato in Portogallo, Italia, Messico, Costa d'Avorio, Cina, Filippine e Inghilterra, dove ha allenato la Nazionale dei Tre Leoni per 5 anni, ai Mondiali del 2002 e del 2006 e a Euro 2004.
A 71 anni, dopo più di 40 in giro per il globo, lo svedese ha deciso di tornare a casa.
La petizione dei tifosi del Liverpool
Nel corso di un'intervista rilasciata a «P1», Eriksson ha rivelato di essere da sempre un tifoso del Liverpool e di rimpiangere di non essere mai riuscito a sedersi sulla panchina dei Reds.
Oltre alla Nazionale, infatti, in Inghilterra lo svedese ha diretto sia Manchester City che il Leicester City.
Questa dichiarazione ha spinto i tifosi del Liverpool a lanciare una petizione per chiedere a Sven di dirigere i Reds in una partita di beneficenza che si terrà a marzo. L'incontro vedrà le leggende della squadra inglese affrontare quelle dell'Ajax.
Lunedì, in diretta a «Good Morning Britain», un programma televisivo britannico, gli è stato chiesto di commentare la proposta.
«Naturalmente accetterei: è sempre stato il mio sogno»
Alla domanda se fosse a conoscenza della petizione ha risposto: «No, non ne sapevo nulla. Sapevo che ci sarà una partita di beneficenza a marzo e che io e mio figlio siamo stati invitati a vederla. Potrebbe essere fantastico».
«Ci saranno molti buoni calciatori, ma io dovrei essere il loro manager?».
La conduttrice televisiva gli ha allora chiesto se accetterebbe il ruolo: «Accetterei, naturalmente. Allenare il Liverpool sarebbe il mio sogno, lo è sempre stato. Ma non mi lamento, ho avuto molte buone squadre di calcio, nazionali e di club, quindi sono felice», ha risposto colui che nella stagione 1990-2000 portò la Lazio a vincere il suo ultimo scudetto, il secondo della sua storia.
«Mi rifiuto di sedermi e autocommiserarmi»
Eriksson ha rivelato di voler vivere il resto della sua vita in modo positivo e di voler condurre un'esistenza «il più normale possibile» nonostante la diagnosi terminale.
Ha spiegato: «Ho molti amici qui in Svezia, che ovviamente vengono a trovarmi. Esco, prendo un caffè con loro, pranzo con loro, cose del genere. Viaggio un po' meno di prima, ma lo faccio comunque. Non mi lamento e mi rifiuto di sedermi a piangere, autocommiserandomi».