Italia Pandorogate, Chiara Ferragni rinviata a giudizio per truffa aggravata

SDA

29.1.2025 - 10:08

Chiara Ferragni, nota influencer
Chiara Ferragni, nota influencer
Keystone

La Procura di Milano ha rinviato a giudizio con citazione diretta Chiara Ferragni per la vicenda della presunta truffa dei pandoro «Pink Christmas» e per le uova di cioccolato. Lo rende noto la difesa dell'influencer, che commenta: «Non ha commesso alcun reato».

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Non si è fatta attendere la reazione della stessa Ferragni. «Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza», ha commentato in una nota.

In totale, l'aggiunto Eugenio Fusco e il pubblico ministero Cristian Barilli, nel decreto di citazione diretta a giudizio, che porta Ferragni e gli altri all'udienza predibattimentale il 23 settembre davanti al giudice della terza sezione penale di Milano, hanno indicato 27 testimoni.

In particolare, sei investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano, che hanno condotto le indagini, e quattro di quella di Bari in relazione al capitolo sulle uova di Pasqua della Cerealitalia.

Poi, altri sette testi, tra cui persone dello staff di Ferragni e già sentite nelle indagini, e che dovranno riferire sulla «genesi e lo sviluppo - si legge - della campagna promozionale dei prodotti», sui «rapporti tra le società coinvolte», sulle «richieste pervenute ai consumatori» e sui «centri decisionali delle rispettive aziende».

Dieci testimoni parleranno degli acquisti e dell'impatto «della comunicazione

Dieci testimoni, invece, tra cui gli otto acquirenti, dovranno parlare degli acquisti effettuati e dell'impatto «della comunicazione relativa all'attività benefica sulla decisione di acquisto».

Sarà il giudice, dopo l'udienza predibattimentale, una sorta di vaglio prima del processo, a dover decidere se si aprirà o meno il dibattimento a carico degli imputati, tra cui anche l'ex collaboratore di Ferragni, Fabio Damato, Alessandra Balocco, amministratore delegato dell'azienda piemontese e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID.

Le imputazioni

Le imputazioni contestate nel decreto sono quelle di truffa aggravata già contenute nella chiusura indagini dello scorso ottobre. Poi, a fine dicembre c'era stato l'accordo tra Ferragni e il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), che aveva presentato l'esposto che aveva fatto scattare l'inchiesta.

L'influencer ha deciso non solo di risarcire i consumatori che si erano rivolti all'associazione con 150 euro l'uno, ma anche di donare in beneficenza 200mila euro ad un ente che si dedica al supporto e alla tutela delle donne vittime di violenza. Il Codacons ha così revocato la denuncia e non è più parte offesa.