Cinema Giona A. Nazzaro: «Il cinema riguarda tutta una comunità»

sifo, ats

24.3.2022 - 16:36

Il direttore artistico del Locarno Film Festival, Giona A. Nazzaro è ospite del Festival International du Film de Fribourg (FIFF) in qualità di membro della giuria per il concorso internazionale lungometraggi. Per l'occasione, Keystone-ATS lo ha incontrato.

24.3.2022 - 16:36

Il FIFF è alla sua 36esima edizione. Alla domanda di Keystone-ATS su cosa auspica per questo festival, Giona A. Nazzaro, nominato direttore artistico del Locarno Film Festival nel 2020, risponde che spera «che continui a conservare questo straordinario entusiasmo». Prosegue aggiungendo «mi sembra che la caratteristica più rilevante del festival sia questa sua capacità di riuscire a coinvolgere a tutti i livelli l'insieme della città».

Nelle sale, dice, si vedono bambini, anziani e molti giovani. Dei film nel concorso internazionale del FIFF «quelli che ho visto mi piacciono anche molto e hanno suscitato interesse in altri festival», dice. Il verdetto pubblico verrà reso noto sabato sera.

Un cinema per tutti

Il Locarno Film Festival festeggerà il 75esimo anniversario quest'anno, e ha dal canto suo «una storia molto lunga, iniziata all'altezza della seconda guerra mondiale nel 1946», indica Nazzaro. Il festival è stato «protagonista di tutte le grandi battaglie culturali che ha attraversato il cinema nel corso del ventesimo secolo».

«Quello che come direttore del festival mi sta molto a cuore è riuscire a coinvolgere l'insieme della città, del territorio e ovviamente della Svizzera in un discorso che coinvolga tutto il pubblico possibile», prosegue. «Non credo nelle divisioni un po' artificiali del pubblico».

«Credo che il cinema, per esistere in quanto tale non possa che rivolgersi sempre in qualunque momento al più grande numero di persone possibili», questo vale anche per un «film impegnativo» il cui obiettivo dev'essere quello «di creare una conversazione ampia con il pubblico», precisa. «Il cinema è un evento che riguarda tutta una comunità».

Eccellenza culturale ticinese

La cittadinanza di Locarno è espressione «di un'eccellenza culturale ticinese», spiega Nazzaro. «Immaginare di fare qualcosa di significativo che non ritenga vitale comunicare con le persone che abitano il territorio in cui questo evento si svolge è fallimentare».

«Non c'è niente di più bello del momento in cui a Locarno alle prime luci dell'alba si alza il telo di Piazza Grande», spiega Nazzaro comparandolo alla scena del film «I Clown» di Fellini quando il piccolo Fellini «vede arrivare una carovana di persone e all'improvviso si alza una tenda».

La Piazza Grande con lo schermo «diventa una delle più belle sale cinematografiche del mondo», afferma. Ciò che auspica inoltre è che le persone escano al di fuori dei confini a loro noti, andando a guardare sia i programmi dei corti sia quelli dei lungometraggi o della retrospettiva.

Piacere, curiosità e entusiasmo

«Quello che mi ha avvicinato al cinema è stato il principio di piacere», afferma Nazzaro. «Anche oggi sia quando lavoro per selezionare dei film con la mia squadra per Locarno sia quando vedo dei film perché ho il privilegio di stare in una giuria, la prima cosa che tento di fare è divertirmi, nel senso strettamente etimologico», spiega il direttore artistico.

«Per me è importante, quando entri in sala, dimenticare tutto quello che sai», prosegue, nutrire aspettative sulla base dei propri gusti non permette di vedere ciò che sta al di fuori del cerchio ristretto. Quando le luci in sala si spengono e il film ha inizio è «il momento più bello delle mie avventure», afferma, paragonandolo a quando a casa «metto un disco sul giradischi e la puntina si abbassa sui solchi dove non è inciso nulla e c'è quel momento, pochi secondi, in cui l'aria si riempie quasi di statica, senti lo scricchiolio e poi parte la musica».

A proposito dei criteri di selezione afferma di credere «moltissimo alle linee editoriali dei festival». «Il motivo per cui mi sono affezionato al Festival di Locarno prima di essere chiamato a collaborare e poi a dirigerlo è perchè all'epoca mi sembrava di riconoscere una riflessione sul cinema», indica.

«La selezione che facciamo a Locarno non si basa mai su un'idea preconcetta», ci lasciamo cogliere di sorpresa da quello che non conosciamo, prosegue il direttore artistico, spiegando che quello che fa è «ascoltare e tentare di vedere le cose attraverso occhi che non sono i tuoi». «Alla base del processo di selezione c'è sempre il piacere, la curiosità e l'entusiasmo nella scoperta di nuovi film e nuove idee», afferma.

Cinefilo sin da piccolo

Nazzaro, classe 1965, è nato e cresciuto a Zurigo, tant'è che «tutt'oggi parlo ancora lo svizzero tedesco», dice. Il padre lavorava come ingegnere tecnico alla Brown, Boveri & Cie. di Oerlikon (ZH) «poi ha vinto un concorso per la scuola pubblica in Italia e siamo tornati», spiega.

La sua passione per il cinema nasce sin da piccolo quando ritagliava dai giornali i «flani dei film in programmazione», che ormai non esistono più oggigiorno, dice. «Su un quadernetto conservavo i talloncini dei biglietti e per non dimenticarmi dei film scrivevo delle piccole cose», un critico cinematografico sin da bambino.

«Non credo ci sia stato un giorno in cui il cinema non mi abbia totalmente affascinato», afferma. Con un passato da scrittore di diversi libri legati al cinema, a tal proposito Nazzaro dice sorridendo che ora «il libro più bello che sto scrivendo è il Locarno Film Festival».

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