Cinema Antonio Albanese presenta «Cento domeniche», il film-denuncia sul crack bancario

Covermedia

26.10.2023 - 13:00

Antonio Albanese
Antonio Albanese

Presentato ieri alla Festa del Cinema di Roma la pellicola racconta le vicende di un tornitore in pensione beffato dal suo istituto di credito.

Antonio Albanese torna in regia con il suo film-denuncia «Cento domeniche».

La pellicola racconta il crack di una banca artigiana, che truffando i piccoli contribuenti li getta in un incubo senza fine.

Presentato ieri alla Festa del Cinema di Roma, e dal 23 novembre nelle sale, Antonio Albanese ha spiegato a Il Giornale i retroscena dello script.

«Il mio protagonista non ha neanche il coraggio di reagire, è profondamente onesto e si prende addirittura la colpa di essere stato tradito. Nelle nostre ricerche ci siamo trovati con aneddoti pazzeschi, di persone distrutte, talmente cariche di vergogna per essersi fidati della propria banca che sono uscite di casa dopo mesi. Questa malvagità non si deve più ripetere. È un crimine in purezza», argomenta il regista, giunto al suo quinto film, che si identifica con il protagonista Antonio Riva.

«L’ho pensato, per l'età che ho da prepensionato ma anche perché anche io facilmente mi sarei potuto trovare in quelle situazioni, non perché sono ingenuo ma perché mi fido degli altri. Io arrivo proprio da quel mondo, il metalmeccanico l'ho fatto, con orgoglio, per sei anni. Poi, grazie a un'amicizia, ho scoperto il mondo del teatro e ho lasciato il certo per l'incerto. A Milano ho la fortuna di entrare all'Accademia e, per mantenermi, mi sono avvicinato alla comicità che è una delle forma d'arte più elevate in assoluto».

La voglia di raccontare una vicenda ingiusta è stata per Albanese motivo di orgoglio.

«La verità è che io sono un grande divoratore di film, questa settimana ne ho visti tre. Ma, in questo caso, onestamente, io arrivo da quella provincia e da quel mondo industriale. Oggi tutto è cambiato e sono diventati dei paesi-alberghi. È un mondo che ho rappresentato a modo mio, come nel '97 quando ho fatto Giù al Nord parlando di lavoro in teatro, qui non c'è la Thatcher, non ci sono le linee di carbone, non c'è la disoccupazione. È un tema ben preciso, quello delle ingiustizie bancarie, che ha toccato soprattutto l'Italia. Poi certo raccontiamo anche il mondo operaio che sembra dimenticato da qualche decennio eppure è quello che ci sostiene da sempre, i metalmeccanici in Italia sono circa 5 milioni e mezzo».

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