A tutto Festival La prima serata del Sanremo di Conti è già storica, ecco perché

SDA

12.2.2025 - 05:25

Carlo Conti riesce nell'impresa di chiudere la prima serata del Festival, con tutte le 29 esibizioni, addirittura in anticipo rispetto alla scaletta. Complice il ritmo molto alto e la sobrietà, anche dei due co-conduttori Gerry Scotti e Antonella Clerici. Tra gli artisti colpiscono le performances di Lucio Corsi, Brunori Sas, Simone Cristicchi, Giorgia, Noemi e Gabbani. Emozioni a piene mani con il video messaggio del Papa sulla pace e l'interpretazione di Imagine di John Lennon della israeliana Noa e della palestinese Mira Awad. Con il megashow di Jovanotti tutti fanno il pieno di energia e buon umore.

Paolo Beretta

Hai fretta? blue News riassume per te:

  • Martedì sera è partita la 75esima edizione del Festival di Sanremo.
  • Al timone, dopo 5 anni di Amadeus, torna Carlo Conti, affiancato per la prima serata dai colleghi Antonella Clerici e Gerry Scotti.
  • Il conduttore, grazie al suo stile molto sobrio, è riuscito a far esibire i 20 artisti in gara, finendo addirittura in anticipo sulla tabella di marcia.
  • Oltre alle canzoni in gara ci sono stati almeno tre momenti toccanti, escludendo gli omaggi a Fabrizio Frizzi e a Ezio Bosso: il video messaggio del Papa, l'esibizione di Noa e Mira Awad e lo show a tutto campo di Jovanotti.
  • La prima classifica, stilata senza televoto, ma grazie al giudizio delle redazioni giornalistiche, vede nelle prime 5 posizioni, in ordine sparso: Giorgia, Achille Lauro, Brunori Sas, Simone Cristicchi e Lucio Corsi.
  • Le mie opinioni divergono almeno su un nome della Top 5, nella quale inserisco al quinto posto due cantanti a pari merito.
  • Nel complesso è stata una gradevole e scorrevole prima serata.
  • Diversi artisti, secondo me, però hanno presentato pezzi che sanno di vecchio, poco originali e quindi poco interessanti sia da vedere che da ascoltare.
  • Un collegamento all'esterno, fuori contesto, ma voluto probabilmente dagli sponsor, ha rotto un po' il ritmo e la magia della serata all'interno dell'Ariston. Ma l'artista celebrato non ha colpa.

Carlo Conti raccoglie la sfida di condurre il Festival di Sanremo dopo cinque anni di Amadeus, in cui gli ascolti e il consenso popolare sono arrivati a vette mai viste prima. 

E il toscano la sfida la vince, almeno nella prima serata, senza bisogno di guardare i numeri, perché ha proposto un Festival diverso, per modalità e contenuti. Molto godibile, assai ritmato, malgrado la presenza di ben 29 partecipanti.

Il compito, e questo a mio avviso è stata la mossa vincente, gli è stato agevolato dall'assenza (a me gradita, almeno per una sera) del televoto. 

Così il direttore artistico e i suoi due co-conduttori di serata, la scintillante Antonella Clerici e il rassicurante Gerry Scotti, non hanno dovuto ripetere all'infinito il numero del concorrente da digitare sui cellulari per votare il proprio artista preferito.

La prima Top 5

Nella classifica provvisoria, stilata appunto senza il supporto dei telespettatori, ma grazie ai voti della Giuria della Sala Stampa, Tv e Web, le prime 5 posizioni, in ordine sparo e non di valore, sono occupate da Brunori Sas, Giorgia, Lucio Corsi, Simone Cristicchi e Achille Lauro.

Mi sono sorpreso per la presenza di quest'ultimo, che nella mia personale classifica dei top 5 non avevo preso in considerazione. Accantonati gli spogliarelli e i «quadri blasfemi» a sorprendermi è stata la sua eleganza, non la sua canzone.

Lucio Corsi capeggia la mia personale classifica

Nella mia personale cinquina a dire la verità ci sono sei artisti. Su tutti troneggia Lucio Corsi, che ammetto non conoscevo.

Al suo apparire, con il volto dipinto, così esile, con le spalline gialle ad allargargli un poco la fisionomia, mi son detto che sembrava un alieno, nel senso di una presenza lontana dal mondo del Festival. Il tutto, insomma, mi ha fatto pensare a David Bowie in Space Oddity.

Fin qui il look. Ma poi la vera differenza l'ha fatta l'interpretazione e la bravura musicale. Dal pianoforte alla chitarra elettrica, senza dimenticare la voce. Il tutto avvolto da un testo sincero, autobiografico. 

La voce di Giorgia è un patrimonio dell'Italianità

Al secondo posto per me ci va Giorgia. La sua voce dovrebbe essere dichiarata patrimonio almeno dell'Italianità, se non dell'Umanità. Il testo non sarà forse dei più ricercati, ma la sua potenza canora e la sua interpretazione, per ora, le valgono il podio, a un tiro dalla vetta. La sua «La cura per me» è stata un toccasana per le nostre orecchie. 

Anche il terzo artista della mia classifica, come Corsi, ha portato un testo autobiografico, duro e poetico allo stesso tempo. Impossibile anche per i più insensibili di noi non avere perlomeno una parvenza di occhi lucidi al termine di «Quando sarai piccola», che Simone Cristicchi ha scritto raccontando la malattia di sua mamma. 

Visibilmente emozionato, il cantautore non ha fornito una prestazione canora perfetta, anzi qualche sbavatura c'è stata. Ma il messaggio è stato più forte della voce. La prima standing ovation è tutta per lui, la sua canzone e il suo coraggio.

Eliminate le stonature, comprensibili durante la prima serata, può giocarsela fino in fondo.

Brunori Sas, Noemi e Gabbani, per ora, ai piedi del podio

Subito dopo ci metterei Brunori Sas, con la sua «L'albero delle noci», che si potrebbe definire una poesia trasformata in canzone. Raffinata, ben eseguita. 

Al quinto posto arrivano, per me, a pari merito, Francesco Gabbani e Noemi. Il primo, con «Viva la vita», ha dimostrato una naturalezza sul palco dell'Ariston, dove ha vinto con «Occidnetali's Karma» qualche anno fa, che pochi hanno. «Dialogando» con orchestra e pubblico ha fornito un'ottima prestazione.

Di Noemi mi è piaciuta la forza della voce, graffiante, che non può lasciare indifferenti perché infonde energia, come la sua performance intensa. M'ha fatto scappare un sorriso quando alla fine dello stacco musicale, che deve permettere ai concorrenti di scendere la scala, lei, complice un elegantissimo vestito, non proprio agevole, è rimasta per qualche secondo bloccata a metà strada, soccorsa poi da Conti.

Propio come lui, anche io (e forse come metà degli spettatori) ho avuto il desiderio, un po' infantile, di mettere un piede sul lunghissimo strascico del suo abito. 

Gli altri sono comunque dei buoni pezzi

Per quel che concerne gli altri artisti in gara, in alcune occasioni ho avuto un forte senso di mancanza d'originalità, di déjà-vu, di prodotto finto, preconfezionato, senz'anima e quindi con poco da dire, anche se poi in radio potrebbero sfondare. Qualche nome? Gaia, Rkomi, Irama, Rose Villain e Clara.

Troppo severo? Forse. Siamo solo al primo ascolto, alla prima serata. Queste sensazioni andranno confermate o smentite. Ma sarà possibile solo dopo una seconda esibizione.

Nel mezzo comunque ci sono tante canzoni di qualità, orecchiabili, energiche, che andranno bene negli ascolti, come ad esempio «Cuoricini» dei Coma_Cose, «Non ti dimentico» dei Modà o i The Kolors con «Tu con chi fai l'amore», canzone che ha chiuso la prima serata, che è risultata più corta del previsto, per merito del presentatore.

Si apre con gli omaggi a chi non c'è più

Conti infatti è stato un vero maestro nel mantenere l'attenzione focalizzata sulla musica e sui concorrenti in gara, senza lasciare spazio a lungaggini e sproloqui, privilegiando una conduzione liscia, senza sfronzoli. Il che ha permesso di finire addirittura la trasmissione con qualche minuto di anticipo.

Ha saputo, con la gentilezza e il garbo che lo contraddistinguono, far capire a Scotti e a Clerici quando si stavano dilungando in chiacchiere. Da bravi e navigati professionisti i due hanno agito di conseguenza, anche se da parte del milanese una qualche battuta in più è scappata. Il che non ha guastato affatto. Anzi.

Ma, detto delle canzoni, andiamo a ripercorrere il resto della serata, che si apre con l'omaggio (forse troppo breve?) a Ezio Bosso. «Ricordatevi che la musica come la vita si può fare in un solo modo: insieme», le parole del musicista che pronunciò proprio all'Ariston, nel 2016.

Il ricordo di Fabrizio Frizzi

«Buonasera, benvenuti e ben arrivati all'edizione 75 del festival di Sanremo. I Conti tornano e sono tornato», esordisce emozionato il direttore artistico. Occhi lucidi anche per Gerry Scotti, al debutto assoluto a Sanremo, che per l'occasione sfoggia la cravatta: «Nonostante io abbia sempre vissuto all'insegna della semplicità, mi avete fatto sentire importante» dice, rivolgendosi ai colleghi e agli addetti ai lavori della RAI, lui che viene da Mediaset.

E piange Antonella Clerici quando con i due compagni di viaggio ricorda l'amico Fabrizio Frizzi, «che è qui con noi», la cui voce rivive in una clip audio mentre scatta l'applauso.

La conduttrice, dopo gli abiti stravaganti con cui ha lasciato il segno al festival quando l'ha presentato lei nel 2010, per questa volta punta su luminosità e trasparenze. Tanto che Conti e Scotti al suo arrivo in cima alla scala, d'argento vestita, scherzosamente per non restare abbagliati dalla sua luminosità, si mettono gli occhiali da sole.

Carlo Conti, Antonella Clerici e Gerry Scotti.
Carlo Conti, Antonella Clerici e Gerry Scotti.
KEYSTONE

Il papa a Sanremo, anche se solo in videomessaggio

La prima serata del festival entra nella storia della televisione italiana almeno per un motivo: Papa Francesco è intervenuto, anche se solo, si fa per dire, con un video messaggio.

Da sinistra a destra, in piccolo la cantane Noa, Carlo Conti e la cantante Mira Awad ascoltano in religioso silenzio le parole del Papa nel suo video messaggio.
Da sinistra a destra, in piccolo la cantane Noa, Carlo Conti e la cantante Mira Awad ascoltano in religioso silenzio le parole del Papa nel suo video messaggio.
KEYSTONE

Sul palco dell'Ariston in quel momento ci sono Noa e Mira Awad, pronte a intrecciare le loro voci israeliana e palestinese sulle note di «Imagine» di John Lennon, ma Conti le fa accomodare ai lati del palco e emozionato dice: «Con la speranza che questo inno arrivasse in tutto il mondo, ho voluto mettere al corrente una persona che è nel cuore di tutti noi, che grida a tutto il mondo per chiedere la pace».

Introduce così il pontefice, che, a dire il vero in un'inquadratura non proprio graziosa, parla della musica «come strumento di pace», lingua universale che «può aiutare la convivenza dei popoli», e del sogno di «vedere chi si è odiato stringersi la mano, abbracciarsi e dire con la vita, la musica e il canto: la pace è possibile».

«Penso ai tanti bambini che non possono cantare, non possono cantare la vita, e piangono e soffrono per le tante ingiustizie del mondo, per le tante guerre, le situazioni di conflitto. Le guerre distruggono i bambini. Non dimentichiamo mai che la guerra è sempre una sconfitta», sospira Francesco, invocando «un mondo più giusto e fraterno».

Alla fine del messaggio si esibiscono Noa e Mira Awad, nelle loro rispettive lingue e in inglese. Il momento, anche per la bravura canora delle due interpreti, è di quelli da pelle d'oca. Si parla così di stretta attualità, con buona pace di chi, senza nemmeno prima di aver visto un solo secondo di Festival, già lo criticava per la mancanza di contatto con i fatti del mondo.

Noa e Mira Awad hanno regalato un'intensa interpetazione di «Imagine» di John Lennon.
Noa e Mira Awad hanno regalato un'intensa interpetazione di «Imagine» di John Lennon.
KEYSTONE

Jovanotti è una boccata di freschezza

A portare un poco di fantasia, molta energia e un briciolo di spensieratezza ci ha pensato Jovanotti, protagonista del momento televisivo non competitivo più lungo.  S'inizia con un turbinio di luci e suoni. Per le strade, al porto, sui balconi, i tamburi dei Rockin'1000 accompagnano l'artista sulle note dell'«Ombelico del Mondo».

Jova è un vero ciclone che si abbatte sulla kermesse, anche grazie all'entrata in teatro con 10 ballerini di Bollywood, sulle note de «Il più grande spettacolo dopo il Big Bang», durante il quale si lascia abbracciare dal pubblico.

Tutto d'oro vestito, una volta arrivato sul palco, canta un medley con pennellate di «I love you baby», «Fuorionda» e la toccante «A te».

Lorenzo Cherubini, all'esterno dell'Ariston ha fatto ballare tutti. 
Lorenzo Cherubini, all'esterno dell'Ariston ha fatto ballare tutti. 
KEYSTONE

Jovanotti racconta l'emozione del «corpo nuovo» dopo il grave incidente in bicicletta di Santo Domingo e l'operazione. Dice: «Sono un po' bionico, titanico e anche un po' fotonico e soprattutto felice di essere qua».

Poi legge un testo di Fausto Bolelli sulla bellezza di essere imperfettamente se stessi. Lo affianca, a sorpresa Gianmarco Tamberi, il campione olimpico di salto in alto, che dopo i mesi «molto duri» di Parigi ha deciso di rimettersi in gioco: «Ci vediamo a Los Angeles 2028», promette. 

Un collegamento non proprio riuscito

Dopo la spettacolare performance di Jovanotti, altro collegamento esterno con Raf, ospite della prima serata del Festival sul palco di piazza Colombo, allestito da uno degli sponsor principali.

L'artista si esibisce con la sua mitica «Self control» che compie 41 anni e che all'epoca ha fatto ballare mezzo mondo.

Carlo Conti lascia il teatro Ariston per raggiungerlo e ballare insieme alla piazza il successo iconico degli anni 80. Malgrado gli sforzi del cantante la gente non sembra molto partecipe. Un vero peccato.

Mi spiace per Raf, ma il tutto, come accadeva anche nelle passate edizioni con alcuni collegamenti sulla nave di un altro sponsor piazzata davanti a Sanremo, è sembrato fuori posto, fuori contesto. Questi collegamenti saranno utilissimi per gli sponsor, ma molto «poco eleganti», secondo me, nell'intera economia della kermesse.

Un finale a base di trofie

Il ritmo dello show però, sul momento, non dà respiro e si riparte a spron battuto con la sfilata dei cantanti in gara, fino al siparietto finale tra i tre conduttori.

Arriva la frecciata di Antonella Clerici a chi s'era rifiutato di partecipare nella sua edizione del 2010 poiché all'epoca «sapeva di sugo», visto che presentava «La Prova del cuoco». Entra sul palco con quattro piatti colmi di pasta: «Dato che so di sugo, ho deciso di fare due trofiette al pesto». I due collegi al posto di mangiarseli li offrono al pubblico.

Si passa in un baleno alla proclamazione della classifica provvisoria.

È la 1 e 19 minuti. La prima serata finisce ben 11 minuti prima del previsto. Il sipario non cala, ma partono i titoli di coda con l'esclamazione di Gerry Scotti: «È stato un regalo meraviglioso. Grazie».

Sullo schermo gigante appare Alessandro Cattelan, pronto a condurre il Dopofestival.

Ma questa è un altra storia.