Lifestyle Pane e pasta: un consumo eccessivo fa male (anche) al cuore

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10.3.2021 - 16:08

Pane e pasta: un consumo eccessivo fa male (anche) al cuore
Pane e pasta: un consumo eccessivo fa male (anche) al cuore

I ricercatori non hanno rilevato gli stessi risultati in associazione al riso bianco o ai cereali integrali.

Mangiare troppi carboidrati raffinati come quelli contenuti nel pane bianco o nella pasta può aumentare il rischio di sviluppare malattie del cuore.

Lo sostengono i ricercatori del St. John's Research Institute in India, che hanno effettuato lo studio in collaborazione con altre 12 università internazionali analizzando i dati relativi ad oltre 135mila adulti in 21 diversi paesi del mondo.

Risulta che consumare pasta e pane bianco aumenta il rischio di morte a causa di una malattia cardiaca a prescindere dalla qualità degli altri alimenti che compongono la dieta degli individui. Mangiare da 7 a 10 fette di pane bianco al giorno è stato associato ad un aumento del 33% del rischio di avere un ictus o un infarto; i partecipanti che lo facevano, inoltre, avevano il 27% delle probabilità in più di morire durante il corso dello studio, rispetto a quelli che consumavano solo una fetta (o meno) al giorno.

Tuttavia, non tutti i carboidrati hanno dimostrato di avere lo stesso effetto nocivo per il cuore. Il riso bianco, per esempio, non è stato associato a tale rischio, così come i cereali integrali.

«Non ci ha sorpreso vedere che il consumo di cereali raffinati ha un impatto avverso sulla nostra salute», ha dichiarato a Insider Mahshid Dehghan, co-autore dello studio del Population Health Research Institute at McMaster University in Canada.

Il processo di raffinazione del cereale lo priva delle sue parti nutritive più importanti, e il prodotto rimanente incrementa il livello di zuccheri nel sangue più velocemente rispetto ai cereali non raffinati. Questo causa concentrazioni più alte di insulina, che provoca problemi di salute come disfunzioni metaboliche o grasso addominale, entrambe condizioni legate ad un aumento del rischio di malattie del cuore.

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