Digitale & Lifestyle Diete sbagliate? È colpa degli influencer

CoverMedia

13.3.2019 - 11:20

Two women at table with milkshakes, cell phones and headphone

When: 27 Jan 2018
Credit: William Perugini/Westend61/Cover Images
Two women at table with milkshakes, cell phones and headphone When: 27 Jan 2018 Credit: William Perugini/Westend61/Cover Images
Source: William Perugini/Westend61/Cover

Tra le cause di un’alimentazione malsana e dell’obesità infantile vi sono i social media.

Gli influencer e i vloggers (video bloggers) del social hanno un impatto assai negativo sulla salute generale dei giovanissimi utenti che li seguono. In particolare quelli che parlano del cosiddetto junk food, il cibo spazzatura.

Secondo una recente ricerca pubblicata dall’Università di Liverpool, in Inghilterra, questi influencer promuovono il consumo di snack e cibi del fast food alimentando la piaga dell’obesità infantile, con conseguenze disastrose anche per la loro vita da adulti.

Il team di Liverpool, capitanato dalla dottoressa Anna Coates, del dipartimento Appetite and Obesity, ha preso in esame 176 bambini tra i 9 e gli 11 anni, suddivisi in tre gruppi. Ad ogni gruppo sono stati abbinati diversi profili Instagram di influencer fittizi ma verosimili.

Secondo i risultati, i giovanissimi followers delle pagine che promuovevano junk food hanno consumato il 32% di calorie (kcal) in più nelle loro pietanze quotidiane, rispetto agli altri due gruppi, dove l’aumento è stato del 26% sia per i bimbi che seguivano i video bloggers del cibo sano, sia per il gruppo degli influencer che non facevano food marketing.

Un altro dato interessante è che, al contrario dei vloggers che pubblicizzavano il cibo spazzatura, quelli che si occupavano di cibi sani non hanno avuto l’effetto di incoraggiare i giovani seguaci a mangiare meglio.

«Le persone molto giovani si fidano più dei vlogger che delle celebrity, dunque il loro appoggio può avere un impatto molto più forte», ha spiegato la dottoressa Coates. «Per questo sono necessarie restrizioni più rigide circa il marketing digitale del junk food, al quale i bambini vengono esposti di continuo. E ai vloggers non dovrebbe essere permesso di pubblicizzare questi snack malsani avendo come target i bambini, che sono gli utenti più vulnerabili del social».

Tornare alla home page

CoverMedia