«Corona-Leaks» Fuga di notizie sul Covid, l'esperto: «Berset può evitare lo scandalo»

Di Andreas Fischer

19.1.2023

Alain Berset in un'immagine d'archivio.
Alain Berset in un'immagine d'archivio.
KEYSTONE/PETER SCHNEIDER

Alain Berset è sotto pressione perché il suo ex portavoce avrebbe fatto trapelare sistematicamente informazioni interne alla stampa. Il politologo Oliver Strijbis spiega quale impatto potrebbe avere questa vicenda per il presidente della Confederazione e per il suo partito nelle elezioni del 2023.

Di Andreas Fischer

19.1.2023

I problemi non sono una novità per il consigliere federale Alain Berset. Negli ultimi due anni è stato protagonista nella vicenda di Lonza, di un ricatto e di una disavventura come pilota di un aereo privato in Francia. Ora un'indiscrezione fa notizia: durante la pandemia di Covid, delle informazioni interne del suo Dipartimento venivano regolarmente divulgate alla casa editrice Ringier.

Al centro della fuga di notizie sul SARS-CoV-2 ci sono Peter Lauener, a lungo capo della comunicazione del ministro della sanità, e Marc Walder, amministratore delegato della casa editrice Ringier, che tra l'altro pubblica il «Blick». Si sospetta che abbiano avuto uno scambio vivace durante la pandemia. Lauener avrebbe ripetutamente informato Walder delle imminenti decisioni del Consiglio federale sul Covid. Si presume lo abbia fatto per assicurarsi una copertura favorevole.

Certo, una relazione non arriva mai al momento giusto e la presunzione di innocenza vale per tutte le parti coinvolte. Ma i titoli negativi, proprio nell'anno elettorale 2023, potrebbero mettere Berset in guai seri.

Riuscirà il presidente a resistere alle pressioni? Ecco le valutazioni del politologo Oliver Strijbis dell'Università di Zurigo.

Alain Berset finisce ripetutamente sulle prime pagine dei giornali per le sue vicende: il caso Lonza, l'affare del ricatto, la disavventura del volo privato...

In primo luogo, la cattiva condotta in nessuno di questi eventi è stata particolarmente grande o chiara. Nel caso di Lonza, ad esempio, la NZZ lo ha successivamente scagionato, e anche nel caso del volo privato non è stato possibile dimostrare una sua chiara cattiva condotta.

In secondo luogo, e in relazione a ciò, «Weltwoche» in particolare ha condotto una campagna estremamente aggressiva contro Berset. Probabilmente molti se ne sono accorti e hanno mostrato solidarietà al consigliere federale. Soprattutto quando si trattava della storia del ricatto.

Niente sembra scalfire Berset, che è il consigliere federale più popolare. Perché?

Berset è probabilmente popolare perché ha saputo distinguersi come manager di crisi e statista durante il periodo del Covid. Anche se i media lo hanno spesso criticato, è apparso competente e per gran parte della popolazione il suo corso non è stato né troppo lassista né troppo prudente. Inoltre, ha polemizzato molto meno di quanto abbia fatto, ad esempio, Ueli Maurer, il che significa che si è fatto meno nemici.

Quanto danneggiano l'immagine di Berset i «Corona Leaks», ossia il caso delle fughe di informazioni sul Covid?

Non è certo un bene per la sua immagine. Ma se Berset vuole e non viene alla luce nulla di nuovo, allora probabilmente può semplicemente evitare questo scandalo. Le sue dimissioni o meno dovrebbero dipendere dal fatto se pensa di poter continuare a esercitare il suo incarico con dignità e credibilità. E solo Berset può deciderlo.

Ma quello che posso immaginare è che se il PS perde le elezioni del prossimo autunno, la disponibilità a non sostenerlo e non aspettare le sue dimissioni in Parlamento sarà un po' maggiore che se questo scandalo non fosse accaduto.

Cosa significa questa vicenda per il suo futuro politico?

In Svizzera ci vuole molto per le dimissioni, perché non è possibile costringere formalmente un consigliere federale a dimettersi. Né il Parlamento né gli altri consiglieri federali possono farlo. Né si può minacciare un voto popolare.

Inoltre, nella Confederazione non esiste una cultura delle dimissioni. La reticenza dei leader degli altri partiti dimostra che non ritengono che lo scandalo sia abbastanza grande da richiedere una sua uscita di scena.

Il PS non è nemmeno interessato alle dimissioni. Dopo tutto, se il suo seggio in Consiglio federale è in bilico dopo le elezioni in autunno, è più probabile che mantenga il seggio con la rielezione di Berset che con una nuova candidatura.

L'esperto Oliver Strijbis
Oliver Strijbis
zVg

Oliver Strijbis è professore del Fondo Nazionale Svizzero per la ricerca scientifica (FNS) presso l'Istituto di scienze politiche dell'Università di Zurigo. La sua ricerca, tra le altre cose, si concentra su elezioni e referendum.

Tuttavia, Berset è ancora in grado di fare parte del Consiglio federale? Riesce ancora a svolgere correttamente il suo lavoro?

Come ho detto, non credo che questo scandalo possa essere paragonato alle storie citate sopra. Non credo che non sia in grado di fare il suo lavoro correttamente per questo motivo. La domanda è quanto sia grande il danno per il suo partito e per il sistema politico.

I suoi colleghi del Consiglio federale si fidano ancora di lui?

Naturalmente non lo so. Se fossi un consigliere federale, paradossalmente però mi fiderei di lui ora più che mai. Perché ora non può certo permettersi altre indiscrezioni.

Quanto è credibile che Berset non sapesse nulla del legame tra il suo capo della comunicazione e l'editore Ringier?

Che Berset non sapesse che il suo capo delle comunicazioni lavorava con indiscrezioni è poco plausibile. Ma non mi sembra impossibile che non fosse pienamente consapevole della portata dei contatti. Un modo per proteggersi è fare un accordo per non scoprire tutto.

Il fatto che Berset davvero non sapesse nulla o che non sapesse tutto cosa dice delle sue qualità di leader?

Sicuramente non è possibile che non avesse sotto controllo il suo portavoce. Ovviamente non ha lavorato contro di lui.

Che influenza può avere la vicenda in un anno elettorale? Danneggerà solo Berset o l'intero PS?

La popolarità dei consiglieri federali non ha un forte effetto sul successo elettorale dei partiti. Il PS non è solito fare affidamento sulla popolarità dei suoi consiglieri federali in campagna elettorale. Ma un Berset popolare sarebbe stato certamente meglio per il PS di uno impopolare.

Nota: Oliver Strijbis ha risposto alle domande per iscritto.