RicorrenzeLe foreste svizzere sono meglio equipaggiate contro le tempeste 25 anni dopo Lothar. Ecco perché
bt, ats
18.12.2024 - 10:33
A venticinque anni dalla tempesta Lothar, i boschi svizzeri sono meglio preparati ad affrontare simili eventi, che capitano una volta ogni cento anni.
Keystone-SDA, bt, ats
18.12.2024, 10:33
18.12.2024, 10:52
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Secondo l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL), sono stati tratti importanti insegnamenti da quella catastrofe.
Lothar si abbatté sulla Svizzera la mattina del 26 dicembre 1999, provocando la morte di 14 persone, mentre considerando tutta l'Europa le vittime furono oltre cento.
Nella sola Confederazione vennero inoltre scaraventati a terra 14 milioni di metri cubi di legno, tre volte il tasso di abbattimento annuale: mai una tempesta invernale ha causato tanti danni alle foreste, indica il WSL in una nota odierna.
Ben 17 morti nei lavori di disboscamento
Sull'Altopiano centrale, l'estensione dei danni fu senza precedenti, ha dichiarato, citato nel comunicato, Thomas Wohlgemuth, ecologo del WSL.
Per l'industria, le conseguenze furono terribili. Diciassette proprietari di boschi persero la vita durante i successivi pericolosi lavori di disboscamento, oltre a due persone impegnate in operazioni forestali pubbliche.
I prezzi del legname rotondo scesero di circa un terzo a causa dell'eccesso di offerta nella primavera del 2000.
Ecco la stima economica dei danni
L'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) ha stimato i danni complessivi in 1,35 miliardi di franchi, di cui 600 milioni per gli edifici e 750 milioni per la foresta. In totale, il 2% degli alberi in Svizzera è stato abbattuto o spezzato.
I cantoni di Berna, Friburgo, Lucerna e Nidvaldo furono i più colpiti da Lothar, che attraversò il Vecchio Continente dal nord della Francia alla Germania meridionale, fino alla Svizzera e all'Austria, con venti fino a 272 chilometri orari.
Boschi più pronti? Meno abeti rossi
Tempeste potenti come questa, sottolinea il WSL, sconvolgono vaste aree di foresta: nei soprassuoli ricchi di abete rosso si verifica quasi sempre un forte aumento dei coleotteri della corteccia per diversi anni.
Se si vogliono proteggere importanti funzioni forestali, gli abeti danneggiati devono essere eliminati il più rapidamente possibile.
L'abete rosso non è originario dell'Altopiano centrale e viene piantato per la produzione di legname. Non solo è suscettibile alle tempeste invernali e ai coleotteri, ma soffre pure il caldo e la siccità.
Tuttavia, oggi è molto più raro e ciò significa che il bosco è molto più preparato a reggere l'urto della Natura rispetto al 1999.
Più diversità grazie a Lothar
Stando all'istituto, in vaste aree sferzate dal vento di Lothar sono ricresciuti alberi alti in media dai 10 ai 20 metri. Molte specie considerate resistenti al clima, come la quercia, il ciliegio, l'acero di monte e l'acero platanoide, sono spuntate spontaneamente laddove la foresta è stata distrutta dalla furia degli elementi venticinque anni fa.
Grazie a Lothar quindi, molte foreste si sono arricchite nella struttura, creando nuovi habitat per animali e vegetali. La diversità degli insetti è esplosa e di conseguenza anche uccelli che se ne nutrono, come i picchi, ne hanno tratto benefici.
Cosa ci riserva il futuro?
In ogni caso, ricorda il WSL, le tempeste invernali sono un fenomeno tipico dell'Europa occidentale, settentrionale e centrale e si può presumere che prima o poi se ne verificheranno altre di vasta portata.
È difficile immaginarne di più violente di Lothar, ma, a causa dei cambiamenti climatici, non è un'eventualità da scartare a priori, avvertono gli esperti.