Covid Covid, atteso un altro aumento dei casi, il picco forse ad aprile

ATS / pab

22.3.2022

Dalle 14h00 in diretta da Berna, gli esperti della Task Force Covid, tra cui Patrick Mathys, hanno fatto il punto sulla situazione pandemica in Svizzera nell'ultima conferenza stampa della Task force, che si scioglierà a fine marzo. 

ATS / pab

Hanno preso la parola anche Christoph Berger, presidente della Commissione federale per le vaccinazioni, Rudolf Hauri, medico cantonale di Zugo, nonché presidente dell'Associazione dei medici cantonali, e Tanja Stadler, presidente della Task force, che in un'intervista a blue News ha tracciato il bilancio della sua attività, con uno sguardo al futuro.

Il nuovo picco forse in aprile, non prima

Nonostante la forte circolazione del SARS-CoV-2, soprattutto della sottovariante BA.2 di Omicron, gli ospedali non rischiano un sovraccarico, anche se nelle prossime settimane il numero delle infezioni aumenterà.

Lo ha affermato oggi Patrick Mathys dell'ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) aprendo la conferenza stampa, spiegando tale fenomeno col buon tasso di immunità tra la popolazione e la minor pericolosità della variante Omicron.

Stando a Mathys è difficile dire quando si raggiungerà il picco e potremo assistere ad una diminuzione dei casi. Gli esperti si attendono ancora molte infezioni, oramai oltre mezzo milione a settimana, fino a aprile inoltrato. Dopodiché dovrebbe verificarsi un'inversione di tendenza.

La vaccinazione aiuta

Prima di snocciolare le cifre relative all'infezione, Mathys ha ricordato, in occasione della centesima conferenza stampa, che anche dopo due anni dalla sua apparizione e la fine di molte restrizioni che ci hanno consentito il ritorno ad una vita quasi normale, «siamo ancora confrontati col Covid». L'effetto della pandemia si fa soprattutto sentire a livello di assenze dal lavoro, per esempio.

Quanto agli effetti sul sistema sanitario, il numero di decessi si attesta in media a una decina al giorno, mentre oltre 100 persone devono recarsi all'ospedale per farsi assistere. Il numero di persone che necessita di cure intensive è di 126 al momento, ha sottolineato.

Ad ogni modo, Mathys ha insistito ancora sui benefici della vaccinazione, booster compreso, e la minore virulenza del virus, caratteristiche che si ripercuotono positivamente sull'occupazione degli ospedali.

Mathys ha comunque assicurato che la sorveglianza proseguirà anche nei prossimi mesi, specie in vista dell'autunno. Il Covid ci ha già dato brutte sorprese, ha spiegato l'alto funzionario. Per questo si continuerà ad analizzare le acque reflue, a eseguire test a campione su diverse categorie di persone e a sequenziare il virus alla caccia di nuove varianti. La modalità è simile a quanto già si fa per l'influenza, col sistema «Sentinella».

Omicron rimane pericolosa

In merito a Omicron, la presidente della Task Force Covid, Tanja Stadler, ha sottolineato che la variante è ancora molto pericolosa. Ma, in una popolazione con molti vaccinati e guariti, il decorso della malattia è meno grave.

Lo dimostra a suo parere quanto sta accadendo a Hong Kong, con una copertura vaccinale molto scarsa rispetto alla Nuova Zelanda. Entrambe le aree hanno un numero simile di casi, ma a Hong Kong il tasso di mortalità è circa il 50% più elevato, ha spiegato la docente al Politecnico federale di Zurigo.

Verosimile che ci siano altre varianti

Secondo Stadler è difficile stimare l'evoluzione della pandemia. Per esempio, se non ci fosse più l'obbligo della mascherina, il virus potrebbe diffondersi molto più facilmente. «Ad un certo punto, però, il virus non avrà più vittime da infettare», ha aggiunto Mathys.

Secondo Stadler, è anche verosimile che appaiano nuove varianti. E in autunno, comunque, il virus probabilmente circolerà di nuovo con maggior intensità a causa di fattori stagionali.

Dove ci si infetta?

I festival come il carnevale, ma anche gli eventi più piccoli si riflettono in tassi di infezione Covid più elevati. Lo dice il medico cantonale bernese Rudolf Hauri, secondo cui le infezioni si verificano sempre più spesso anche sul posto di lavoro e durante lo sport.

«L'attività del virus è ancora molto alta», ha detto il presidente dell'Associazione dei medici cantonali. Se l'obbligo delle mascherine nei trasporti pubblici cadrà alla fine di marzo, c'è da aspettarsi un aumento temporaneo del numero di casi, ha detto.

Misure individuali. Collettive sono in casi particolari

«In futuro, il focus sarà sulle misure di protezione individuale». Le misure collettive saranno prese solo in strutture socio sanitarie in caso di focolai. Sulla base delle esperienze fatte finora, ci si può aspettare un aumento significativo dell'attività del virus in autunno.

Poiché il personale addetto alla ricerca di contatti (il contact tracing) presto non sarà più necessario, è importante assicurare e mantenere le competenze di queste persone e delle strutture cantonali per le prossime ondate di infezioni.

Richiamo non necessario ora

Per quanto riguarda le vaccinazioni, per Christopher Berger, presidente della apposita commissione federale, una seconda dose di richiamo avrebbe poco effetto in questo momento.

Uno studio eseguito in Israele sul personale sanitario mostra che una seconda dose di richiamo è solo marginalmente efficace contro un'infezione, ha spiegato. Questo è vero per la popolazione generale e anche per i pazienti più vulnerabili.

La protezione offerta dai vaccini mRNA, con le due dosi di base e una dose di richiamo, è efficace contro le forme gravi della malattia e riduce le ospedalizzazioni. In questo senso l'obiettivo è stato raggiunto, secondo Berger.

Ma con l'arrivo dell'autunno, dobbiamo essere preparati a diversi scenari. È possibile che sia necessaria una seconda dose di richiamo, per esempio per le persone vulnerabili. Si tratta di avere piani di vaccinazione per prendere la decisione al momento opportuno. A detta di Berger, si può confrontare la situazione con la vaccinazione contro l'influenza stagionale.

La situazione in cifre

Secondo i dati dell'Ufficio federale della sanità pubblica (OFSP), in Svizzera si sono registrati 23.793 ulteriori casi di SARS-CoV-2 nelle ultime 24 ore. Ci sono 20 morti in più e 224 pazienti sono stati ricoverati in ospedale.

Sette giorni fa l'UFSP ha annunciato 29'026 casi. Lo stesso giorno vi erano stati 13 morti e 184 ulteriori ricoveri. In una settimana il numero dei nuovi casi è diminuito del 18%. Allo stesso tempo, i ricoveri sono però aumentati del 21,7%.

L'Ufficio del medico cantonale ticinese ha registrato 1'068 infezioni da SARS-CoV-2 nelle ultime 24 ore, un dato in linea con le 1'086 di martedì della scorsa settimana. In ospedale ci sono 128 persone (-4) di cui 10 (+1) in terapia intensiva. Si segnala un decesso, il 1'145mo dall'inizio della pandemia.

Nei Grigioni sono 527 i nuovi contagi, più del doppio dei 217 annunciati lunedì. In ospedale sono ancora ricoverati 30 pazienti affetti da Covid (-1). Non si registrano decessi.