Svizzera Dal Nazionale «sì» a limitare il diritto di ricorso delle organizzazioni per l'ambiente

fc, ats

17.4.2024 - 18:21

Il consigliere nazionale Philipp Matthias Bregy.
Il consigliere nazionale Philipp Matthias Bregy.
Keystone

Il diritto di ricorso delle organizzazioni di protezione dell'ambiente per edifici abitativi di minore importanza va limitato. Lo pensa il Consiglio nazionale che ha approvato una pertinente riforma legislativa con 113 voti contro 72.

17.4.2024 - 18:21

Secondo la legislazione attualmente in vigore, le organizzazioni citate sono legittimate a ricorrere contro determinati progetti in caso di sospetta violazione di disposizioni federali in materia ambientale. In tal modo possono quindi far verificare da un giudice la conformità alla legge di un progetto.

Secondo Philipp Matthias Bregy (Centro/VS) – che ha depositato una iniziativa parlamentare poi sfociata nella revisione legislativa oggi in discussione – nel caso di edifici abitativi di minore importanza non è tuttavia giustificabile che le organizzazioni di protezione dell'ambiente possano fare ricorso. Dal suo punto di vista, i cittadini che desiderano costruire un edificio abitativo all'interno della zona edificabile devono partire dal principio che queste associazioni non presenteranno ricorso.

Il progetto adottato oggi prevede quindi di non più riconoscere il diritto di ricorso a queste associazioni per gli edifici abitativi di una superficie inferiore a 400 m2 (all'interno di zone edificabili). Le organizzazioni restano tuttavia legittimate a ricorrere nel caso di progetti previsti in zone particolarmente sensibili. Concretamente si tratta di progetti all'interno di centri abitati protetti, nelle immediate vicinanze di luoghi storici o monumenti culturali, come pure di progetti all'interno di biotopi d'importanza nazionale, regionale o locale o all'interno di spazi riservati alle acque.

Lo schieramento rosso-verde chiede invano una rinuncia

Durante il dibattito, lo schieramento rosso-verde ha invano chiesto di rinunciare alla modifica legislativa, sottolineando come un'iniziativa popolare contro il diritto di ricorso delle associazioni è stata respinta nel 2008 con il 66% dei voti. Christophe Clivaz (Verdi/VS) ha poi sottolineato come la proposta potrebbe essere utilizzata per aggirare le disposizioni sulle residenze secondarie introdotte con la cosiddetta iniziativa Weber.

Per la relatrice commissionale Simone de Montmollin (PLR/GE), invece, la modifica in discussione è «relativamente modesta» e ha lo scopo di applicare alla legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio gli stessi criteri di quella sulla protezione dell'ambiente, che, all'articolo 55, prevede la concessione del diritto di ricorso soltanto per i grandi progetti, ossia quelli che richiedono una valutazione dell'impatto ambientale. La modifica permetterà anche una maggiore sicurezza di pianificazione nel settore edilizio, «il che non può che essere un fattore positivo in un periodo caratterizzato da una penuria di alloggi», ha concluso la ginevrina.

Da notare, infine, che durante il dibattito particolareggiato la sinistra ha chiesto che venga perlomeno limitata a 250 la superficie fino alla quale le associazioni non potranno più fare ricorso. Per Clivaz l'emendamento da lui proposto è già generoso, se si considera che la taglia media delle case individuali in Svizzera è di 170 metri quadrati.

Con 112 voti contro 72, la maggioranza borghese ha però voluto mantenere il limite a 400 m2. Anche il consigliere federale Albert Rösti ha chiesto di mantenere il limite inizialmente proposto: una casa di 400 metri quadrati rimane comunque relativamente piccola, ha sostenuto il ministro dell'ambiente. Nicolò Paganini (Centro/SG), a nome della commissione, ha poi sostenuto come il limite proposto sia già un compromesso, visto che in commissione c'era chi voleva fissarlo a 600 m2.

La revisione della legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio passa ora all'esame del Consiglio degli Stati.

fc, ats