La Danimarca vuole donare i PiranhaCarri armati svizzeri per l'Ucraina? Berna non ne sa nulla
Di Philipp Dahm
5.5.2022
Il governo danese starebbe progettando di trasferire all'Ucraina i Piranha III, ossia veicoli da combattimento di fanteria. Essi vengono costruiti da Mowag, società svizzera costruttrice di autoveicoli, ed è per questo che Berna dovrebbe essere d'accordo. Tuttavia, la SECO non ha ancora ricevuto alcuna richiesta in tal senso.
Di Philipp Dahm
05.05.2022, 16:10
05.05.2022, 19:30
Di Philipp Dahm
Il sito danese «Olfi» lo ha riportato per primo: «La Danimarca invia vecchi i veicoli da combattimento di fanteria Piranha III in Ucraina». E la notizia si è poi diffusa rapidamente attraverso siti web ucraini e pubblicazioni militari.
Il contesto: la Danimarca sta sostituendo i suoi veicoli Piranha III con il modello Piranha V. Nel 1997, Copenhagen aveva ordinato 115 Piranha IIIC e 18 Piranha IIIH al produttore Mowag di Kreuzlingen, che apparentemente ha svolto il proprio servizio in modo soddisfacente. Lo si può dedurre dal fatto che nel 2015 la Danimarca ha optato ancora una volta per un Piranha della Mowag per sostituire i vecchi modelli M-113.
Ben 309 Piranha V sono stati ordinati in Svizzera: la prima consegna è avvenuta nel 2017. Il contratto dovrebbe venire completato entro il 2023. Ma i vecchi M-113 e i Piranha III non sembrano destinati alla pensione: l'esercito ucraino li potrebbe infatti usare come mezzi da combattimento di fanteria. Il fatto che «Olfie» abbia fatto sapere che 25 Piranha III saranno inviati a Kiev come aiuti militari si inserisce proprio in questo contesto.
Secondo il rapporto, la consegna dell'M-113 è già stata decisa, mentre l'esportazione dei Piranha III viene presentata come un'opzione. La Svizzera ha voce in capitolo in questo caso? blue News lo ha chiesto alla Segreteria di Stato dell'economia (SECO).
«Per le esportazioni di materiale bellico verso destinatari finali statali, la Svizzera richiede generalmente una cosiddetta dichiarazione di non riesportazione», ci spiega il portavoce Fabian Maienfisch. «Ciò significa che il Paese destinatario si impegna a non trasmettere il materiale bellico ricevuto dalla Svizzera senza il nostro consenso».
E stando a Maienfisch, la SECO non ha finora ricevuto nessuna richiesta in questo senso dalla Danimarca. «Se dovesse arrivare, la affronteremo come facciamo di consueto». Ma l'agenzia non fornisce alcuna informazione sui dettagli degli appalti esteri «per ragioni di politica estera e di sicurezza».
Il portavoce della SECO non vuole commentare se una tale richiesta da Copenhagen avrebbe una possibilità di successo. Ma sottolinea: «Dallo scoppio della guerra, due richieste sono state ricevute dalla Germania per il trasferimento di munizioni svizzere in Ucraina».
E il risultato è noto: «Entrambe le richieste hanno ricevuto una risposta negativa in riferimento alla neutralità svizzera e ai criteri obbligatori di rifiuto della legislazione svizzera sul materiale bellico».