Alluvione Vallemaggia, ecco tutti i numeri dell'emergenza: «Il lavoro è appena cominciato»

Swisstxt

16.9.2024 - 13:35

I militi impegnati a sostegno di una regione
I militi impegnati a sostegno di una regione
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L'emergenza dovuto all'alluvione in alta Vallemaggia è finita, ma il lavoro per il ripristino è appena cominciato. Le autorità militari e civili hanno fatto il punto della situazione, snocciolando i numeri dei loro interventi.

L'Esercito ha terminato lunedì l'impiego a sostegno della regione, a due mesi e mezzo dall'alluvione della notte tra il 29 e il 30 giugno.

Martedì finisce anche l'attività dello Stato Maggiore Regionale di Condotta (SMRC).

A Bellinzona si è quindi tenuta la conferenza stampa di bilancio, che si è conclusa con un minuto di silenzio per le vittime.

«Il lavoro non è finito, anzi è appena cominciato» hanno ricordato i relatori presenti alla Centrale comune d’allarme di Bellinzona per tracciare un bilancio delle attività svolte in questi due mesi e mezzo.

Presenti il presidente del Governo Christian Vitta, il direttore delle Istituzioni Norman Gobbi, il capo dello SMRC Antonio Ciocco, il divisionario Maurizio Dattrino e il maggiore Patrick Arnold, comandante della Protezione Civile Locarno e Vallemaggia.

Ecco i numeri dell'impegno dell'esercito

I militi intervenuti per l’aiuto in caso di catastrofe nella prima fase, dal 1° al 28 luglio sono stati 55. Oltre alla costruzione del ponte provvisorio a Visletto, l’esercito ha gestito le operazioni di evacuazione con 76 ore di volo svolte dalle Forze aeree, con due elicotteri Super Puma.

La seconda fase, che si è protratta sino oggi, ha visto impiegati mezzi militari in appoggio ad attività civili nelle operazioni di sgombero dei detriti, ma anche nel ripristino dell’acquedotto a Cevio e nella ricerca della persona ancora dispersa.

In totale oltre mille i giorni di servizio prestati dalle varie unità grigioverdi.

Ecco i numeri della polizia e della PC

Imponenti anche i numeri delle forze in campo, ricordati dal capo dello SMRC: 762 agenti impegnati (di cui 686 della polizia cantonale), oltre un centinaio di pompieri e 56 soccorritori tra REGA e Ticino Soccorso.

A queste si è aggiunto l’impegno della Protezione Civile con oltre 538 militi PCi sul terreno per complessivi 3’414 giorni di servizio, impegnati soprattutto nella ricostruzione e sistemazione di sentieri e nella pulizia dei pascoli e terreni.

Un’altra forza impiegata è stata quella dei volontari: 226 per 453 giorni di lavoro.

Cosa c'è nell'immediato futuro?

Il lavoro proseguirà con il passaggio di testimone al Gruppo tecnico istituito dal Governo.

Sul tavolo c’è l’aggiornamento rapido del Piano delle zone di pericolo in Lavizzara e Bavona; l’accompagnamento delle aziende agricole colpite per identificare i terreni adatti alla delocalizzazione delle attività; l’identificazione di ulteriori interventi d’urgenza.

L’accaduto ha insegnato che è molto importante disporre a livello locale di un’organizzazione per la gestione degli eventi naturali. Presidi comunali, ha ricordato Norman Gobbi, la cui costituzione sarà imposta dalla Confederazione dal prossimo 1° gennaio, «da utilizzare nel caso in cui i metodi tradizionali di comunicazione sono impediti».

Il supporto dell’esercito in Vallemaggia, ha sottolineato, «è stato fondamentale».

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