Sondaggio RSI «Un Ticino diviso, confuso e preoccupato» 

SwissTXT / red

8.3.2023

Immagine d'illustrazione
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KEYSTONE/Ti-PRESS

Lavoro, risparmi e investimenti sono i temi al centro del nuovo sondaggio RSI sulle elezioni cantonali. Ne esce una fotografia di un Ticino diviso, confuso e preoccupato.

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Sei tu fossi al Governo e potessi decidere dove risparmiare, cosa faresti? Una domanda tanto semplice, quanto accattivante, alla quale la maggior parte delle persone intervistate dalla RSI per un sondaggio ha risposto «Non lo so». Eppure quanti di noi pensano o si lamentano al bar con gli amici che i politici non capiscono niente? Eppure… 

Un dato significativo che, come sottolinea l'emittente di Comano sul proprio sito, «fa capire sia come fra il dire e il fare ci sia di mezzo il classico mare, sia che la popolazione sente e subisce un marcato senso di disagio, probabilmente figlio (anche) della paura e dell’insicurezza sul futuro».

Non per niente, alla domanda «In quali settori lo Stato dovrà spendere maggiormente», le risposte e le percentuali si sommano sul fronte sociale (30,5%), formativo e giovanile (26,4%), sanitario (16,2%) e ambientale (12,5%). Quattro priorità che da sole (nonostante la possibilità di più di una risposta) raggiungono più dell’85%.

Dove risparmiare

Alla voce risparmiare, invece, non ci sono vere proprie indicazioni a emergere: le voci sono tante e molto variegate fra loro. In cima alla lista, comunque, troviamo strade e infrastrutture col 17,8% (forse a causa dei tanti cantieri che fanno innervosire gli automobilisti, più che da un’intenzione oggettiva?) e l’amministrazione pubblica, troppo gonfia ed esosa per il 10,4%.

Non attacca, invece, l’argomento degli sgravi fiscali: se è vero che tolgono risorse dirette allo Stato, è altrettanto vero che alla gente sembri andar bene così, solo l’1,9% ritiene infatti che sia proprio lì il fronte sul quale si dovrebbe agire.

A saltare all’occhio, nel confronto spesa/risparmi, è anche il basso tasso di chi pone l’accento su sicurezza e polizia, con una prevalenza di chi vorrebbe che si spendesse meno (6,9%), rispetto a chi vede la necessità di investire maggiori risorse (1,8%). Segno, questo, che la popolazione ritiene di vivere in un paese sicuro.

Il lavoro di domani

Gli intervistati continuano a ritenere che il futuro del lavoro in Ticino sia dominato dal settore terziario. Ma se storicamente negli ultimi decenni il posto in banca era ritenuto sicuro e redditizio, oggi a immaginarsi un futuro professionale in questo settore per i propri figli e nipoti è rimasto il 3,2%. La preferenza, con ben il 43,1% va alle nuove tecnologie e all’informatica, seguite da un settore, quello sociosanitario, sempre molto apprezzato e anche assetato di professionisti, col 23,8%.

Una curiosità: agricoltura batte turismo 5,6% a 1,3%.

Insomma, secondo la RSI «chi dice che un paese ha il governo che si merita, forse in questo caso ha ragione. La schizofrenia e la diffusa mancanza di visioni a lungo termine potrebbero infatti essere lette come specchio di una società con poche certezze e tante domande sul futuro, il proprio quanto quello dei propri figli e nipoti».

Il sondaggio RSI

L'opinione dei ticinesi sui temi delle finanze cantonali e del lavoro è stata raccolta tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo nell'ambito del sondaggio RSI partito l'8 febbraio con la messa in funzione di un call center nella sede di Besso.