Ticino In Gran Consiglio mancano le buone maniere?

SwissTXT / red

17.3.2023

Nella foto un momento durante una seduta in Gran Consiglio a Bellinzona (foto d'archivio).
Nella foto un momento durante una seduta in Gran Consiglio a Bellinzona (foto d'archivio).
© Ti-Press / Pablo Gianinazzi

In Ticino i lavori in Gran Consiglio della legislatura uscente sono stati caratterizzati anche da aggressività e mancanze di rispetto: ecco le riflessioni – raccolte dalla RSI – di alcuni deputati che non si ripresentano agli elettori.

SwissTXT / red

17.3.2023

«Smettila di fare lo stupido!». «Capisco che abbiate una maggiore necessità di apprendere la lingua». «Ma vogliamo dare questo spettacolo? Io vado, mi dispiace».

È una breve raccolta di alcune esclamazioni – riportate dalla RSI – risuonate negli ultimi giorni nell'aula del Gran Consiglio ticinese, durante gli ultimi lavori della legislatura cantonale uscente.

Esclamazioni che spingono a riflettere sul fatto che non sia stata una legislatura proprio brillantissima, né sotto il profilo del dibattito, né sul piano dell'educazione nella retorica in aula.

«Attacchi personali, aggressività, maleducazione portano inevitabilmente a derive, alla perdita di controllo e di discussione», dice la RSI, che sull'argomento ha riunito le considerazioni di quattro parlamentari che non si ripresentano.

Al Legislativo «non si viene per chiacchierare, bere o fumare»

Ad esempio Maristella Polli abbandona il Gran Consiglio dopo 16 anni un po' amareggiata: «Quando ti rivolgi istituzionalmente a dei consiglieri di Stato, non puoi rivolgerti a loro, dicendo "Te, Vitta!". Non puoi rivolgerti ai tuoi colleghi in Parlamento, dicendo "la stupidità politica di voi colleghi"».

Inoltre la parlamentare uscente del PLR sottolinea altre mancanze di educazione: al Legislativo «non si viene per chiacchierare durante l'esposizione di un collega alla tribuna» e «non si continua a entrare e uscire, andando magari anche al bar, a bere o a fumare la sigaretta».

«Abbiamo assistito a dibattiti molto duri»

Da parte sua, Claudio Franscella rimarca che sullo sfondo di mancanze di rispetto «abbiamo assistito a dibattiti molto duri, al di là del limite accettabile».

Il deputato de Il Centro, che del Gran Consiglio è stato anche presidente, tira in causa anche il ruolo della frammentazione politica e della maggiore presenza di parlamentari di forze politiche minori.

Per loro «la seduta parlamentare diventa l'unica possibilità per far sentire la propria opinione, anche dai media, e per andare sempre più allo scontro». È quindi cambiato tutto, «ma anche perché è cambiato il modo di comunicare», sostiene ai microfoni della RSI.

Deputati «più interessati alla visibilità social che a dibattere»

Pure Michele Foletti è stato presidente del Parlamento, e al termine della sua esperienza parlamentare osserva che i deputati «sono più interessati ad avere spazio e visibilità sui social, che a dibattere».

Secondo l'esponente della Lega si è persa un po' anche la capacità di dibattere «perchè si urlano le proprie tesi, senza nemmeno ascoltare cosa ha da dire» chi non la pensa allo stesso modo.

La situazione è peggiorata

Infine, secondo Daniela Pugno Ghirlanda, che lascia il Gran Consiglio dopo sette anni, la situazione è peggiorata «perché questo comportamento si spiega soltanto con la presunzione, da parte di chi si comporta male, di aver capito tutto».

E conclude quindi la rappresentante del PS, con la sensazione che «non ci sarà possibilità di intesa, perché il terreno non è adatto all'intesa. L'auspicio per l'avvenire è quindi il seguente: fare poche cose, che siano però approfondite. E che ci sia un ascolto delle persone che hanno una competenza in un certo settore».