Ticino Riaprono i bar, ma regna l'incertezza sul loro futuro

SwissTXT / pab

11.5.2020 - 18:41

Un avventore al Bar Portico di Locarno
Un avventore al Bar Portico di Locarno
Ti-Press

Gastroticino stima che oggi, lunedì, abbia aperto i battenti tra l'80 e il 90% dei bar in Ticino.

Una riapertura piena di incognite per alcuni esercizi pubblici, in particolare quelli più piccoli: le norme di distanziamento tra i tavoli, il numero massimo di persone e il divieto di servire al banco rischiano di essere dei limiti molto pesanti.

«Chiaramente perderemo un paio di posti», spiega ai microfoni della RSI Jesus Tellez, proprietario del Chicchera, uno dei bar più minuti di Lugano. «E per noi perdere due posti sui dodici che abbiamo è già qualcosa di negativo, però siamo ancora probabilmente nei numeri e speriamo che si rilanci tutto un'altra volta».

Al bar Biasca, nell'omonima località, la titolare Franca Rosa riaprirà invece giovedì, una volta terminata la sistemazione degli spazi. «Sarà molto dura - spiega - era già dura prima, infatti sono una di quelle che da dodici anni mandano avanti questo posto sempre aspettando che arrivi qualcuno. E adesso, le dico la verità, non so come andrà a finire. Io ci provo».

C'è chi ha deciso di non riaprire

C'è poi chi ha deciso proprio di non riaprire, almeno nell'immediato. Come Massimo Zoni del bar Mono a Locarno. «Dopo una valutazione abbiamo realizzato che, con queste restrizioni, l'affluenza è molto limitata e la cifra di affari si riduce di un buon 70%. Ma i costi, d'altro canto, non possono essere anche ridotti del 70%. Di conseguenza abbiamo deciso di aspettare ancora un attimino e vedere cosa succede in strutture analoghe nelle prossime settimane».

Sia che si apra, sia che si attenda, c'è molta incertezza sul futuro del settore, come conferma Michele Unternährer, titolare del bar Canapé a Lugano e presidente di GastroLugano: «La stessa GastroSuisse prevede che entro la fine dell'anno chiuderà almeno il 20% dei locali pubblici in Svizzera a causa delle spese avute in questi due mesi e senza neanche un centesimo di entrate. Questo suppongo si ripercuoterà sul futuro di noi esercenti».

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