Una complessa inchiesta ha messo sotto la lente il gruppo Kering, il gigante internazionale della moda attivo anche in Ticino attraverso la Luxury Goods International.
Venerdì, nel mirino di rivelazioni giornalistiche, è finito l'ex amministratore delegato di Gucci, Patrizio di Marco, che avrebbe sottratto milioni al fisco italiano grazie a degli specialisti basati a Lugano.
Forfait fiscale, ma con residenza fittizia in Ticino
Documenti confidenziali rivelati dal sito d’informazione francese Mediapart e condivisi con il consorzio giornalistico EIC incastrerebbero l'ex CEO del marchio italiano. Il super manager di uno dei colossi della moda, affiliati al gruppo Kering con sede in Ticino tramite la Luxury Goods, godeva di un forfait fiscale, ma aveva di fatto una residenza fittizia sul territorio cantonale.
Così facendo avrebbe sottratto la metà dei sui guadagni al fisco italiano; secondo quanto svelato, questo grazie ad acrobatiche architetture contabili orchestrate dai consulenti del gigante del lusso, consulenti che hanno la loro sede a Lugano.
Spariti 26 milioni di franchi
L'ex numero uno di Gucci dal 2011 al 2014 avrebbe dirottato su un conto di Singapore tramite una società off-shore di Panama, 24 milioni di euro, circa 26 milioni di franchi. Un caso su cui sta indagando anche Falò.
Soldi che l'uomo sarebbe riuscito a far sparire dai radar tributari grazie alla consulenza di un fiduciario luganese, tra i primi a figurare nel consiglio di amministrazione del gruppo Luxury Goods. Lo specialista è infatti entrato nella holding già nel 1997, un anno dopo l'arrivo del gruppo (allora Gucci) nella Svizzera italiana.
La replica di di Marco
A mezzo stampa, di Marco ha già dato la sua risposta, dicendo di essere fiducioso di poter dimostrare la correttezza del suo operato. Ora bisognerà capire se queste rivelazioni, dopo l'inchiesta penale in Italia e in Francia, provocheranno un'ulteriore indagine in Ticino.