Borradori: sgombero e demolizione dell’ex Macello erano pianificati. La polizia esamina i filmati per individuare gli autori dei danneggiamenti in Via Simen e in Via Capelli. Sciopero per il clima, marcia annullata
Lo sgombero dell’ex Macello di Lugano non è stato improvvisato, dopo quanto avvenuto all’ex Istituto Vanoni ma era stato pianificato nei dettagli.
«Eravamo pronti a qualsiasi evento» ha ammesso infatti ai microfoni della RSI il sindaco Marco Borradori ribadendo che, se non ci fosse stata l’occupazione dello stabile in Via Simen, il Piano B non sarebbe scattato. «Avevamo deciso giovedì in Municipio che se la manifestazione si fosse svolta in modo tranquillo non ci sarebbe stato assolutamente nulla. Da questo profilo mi stupisce un po’ se qualcuno si stupisce».
Un'operazione «pazzesca»
Bruno Brughera, dell'Associazione idea autogestione (AIDA) ha definito ai microfoni della RSI l'operazione di demolizione come «pazzesca». Brughera, per via di frizioni con un piccolo gruppo di «molinari» ha preferito non partecipare alla manifestazione di sabato. "Per quello che so l'Assemblea del Molino non aveva scelto di optare per un'occupazione dell'Istituto Vanoni. Presumo che ci sia stato un gruppo all'interno della stessa che abbia optato per quest'azione diretta, senza il consenso dell'Assemblea".
"È un'azione manipolatoria dell'onesta dei simpatizzanti e dei partecipanti alla manifestazione". Molti dell'Assemblea, secondo Brughera, non ne erano a conoscenza. L'azione è stata il pretesto atteso dalla polizia, insomma, «La goccia che ha fatto traboccare il vaso», conclude Brughera.
Il sindaco Borradori intanto continua a lanciare segnali di disponibilità a ragionare con gli autogestiti per trovare una soluzione. Purché questa venga trovata nel solco della legalità.
Veduta panoramica aerea sulle macerie della parte demolita del centro sociale CSOA il Molino. © Keystone-SDA / Ti-Press / Samuel Golay
Le ruspe sono entrate in azione nella notte. All'alba l'operazione di demolizione era conclusa.
Le macerie del Il Molino dopo la demolizione avvenuta questa notte dopo le azioni di sgombero.
Uno dei numerosi poliziotti presenti domenica mattina vicino alle macerie del Il Molino dopo la demolizione avvenuta questa notte dopo le azioni di sgombero da parte della polizia .
La parte protetta come bene culturale non è stata toccata dalla demolizione
Sono diversi i passanti che si sono fermati a guardare le macerie rimaste dopo la demolizione avvenuta nella notte.
L'azione delle ruspe ha provocato reazioni contrastanti
Due poliziotti presidiano le macerie del Il Molino dopo la demolizione avvenuta questa notte.
La protesta sotto il municipio di Lugano mentre l'esecutivo cittadino si stava spiegando con i media domenica pomeriggio.
Conferenza stampa municipio di Lugano sulla demolizione del CSOA il Mulino. Nella foto, un momento durante la conferenza stampa del municipio di Lugano con al centro il sindaco di Lugano Marco Borradori, con in primo piano Karin Valenzano Rossi e sul lato opposto Filippo Lombardi. © Ti-Press / Samuel Golay
L'arrivo dei manifestanti in Piazza Riforma contro la demolizione dell' ex macello CSOA il mulino. © Keystone-SDA / Ti-Press / Samuel Golay
Veduta panoramica aerea sulle macerie della parte demolita del centro sociale CSOA il Molino. © Keystone-SDA / Ti-Press / Samuel Golay
Le ruspe sono entrate in azione nella notte. All'alba l'operazione di demolizione era conclusa.
Le macerie del Il Molino dopo la demolizione avvenuta questa notte dopo le azioni di sgombero.
Uno dei numerosi poliziotti presenti domenica mattina vicino alle macerie del Il Molino dopo la demolizione avvenuta questa notte dopo le azioni di sgombero da parte della polizia .
La parte protetta come bene culturale non è stata toccata dalla demolizione
Sono diversi i passanti che si sono fermati a guardare le macerie rimaste dopo la demolizione avvenuta nella notte.
L'azione delle ruspe ha provocato reazioni contrastanti
Due poliziotti presidiano le macerie del Il Molino dopo la demolizione avvenuta questa notte.
La protesta sotto il municipio di Lugano mentre l'esecutivo cittadino si stava spiegando con i media domenica pomeriggio.
Conferenza stampa municipio di Lugano sulla demolizione del CSOA il Mulino. Nella foto, un momento durante la conferenza stampa del municipio di Lugano con al centro il sindaco di Lugano Marco Borradori, con in primo piano Karin Valenzano Rossi e sul lato opposto Filippo Lombardi. © Ti-Press / Samuel Golay
L'arrivo dei manifestanti in Piazza Riforma contro la demolizione dell' ex macello CSOA il mulino. © Keystone-SDA / Ti-Press / Samuel Golay
Perché demolire subito?
Il piano dello sgombero, in elaborazione da ben oltre un mese, rientrava anche la demolizione degli spazi per i quali la città aveva inviato lo sfratto ai «molinari» il 18 marzo.
Si tratta di un provvedimento che quasi sempre accompagna la chiusura dei centri sociali autogestiti. «Uno dei problemi non era tanto lo sgombero, ma cosa sarebbe accaduto dopo, spiega Borradori alla RSI. Non ho molta esperienza in materia, ma mi è stato detto che in questi casi bisogna fare in modo di rendere impossibile un rientro nell'edificio. Faceva parte delle misure che la polizia aveva ipotizzato già nelle scorse settimane».
Immagini video sotto la lente, due fermi
Intanto le forze di polizia hanno fatto sapere, via un comunicato stampa domenica pomeriggio che la posizione di diversi dei presenti tanto in Viale Cassarate quanto in Via Simen è ora al vaglio degli inquirenti.
A loro disposizione vi sono diverse ore di registrazioni video, sottolinea la nota, anticipando che il materiale si trova in fase di analisi e verranno valutate eventuali denunce.
Gli episodi di maggior tensione si sono verificati in Via Simen, dove un centinaio di persone ha invaso lo stabile dell'ex Istituto Vanoni, e in via Capelli, sull'altro lato del Cassarate rispetto all'ex Macello, che è diventato luogo di raduno per chi contestava sgombero e demolizione.
Gli autori dei vandalismi sono stati identificati e saranno denunciati al Ministero pubblico, rende noto la polizia cantonale che, nel corso della notte, è dovuta intervenire per disperdere alcuni gruppi di persone a causa del ripetuto lancio di sassi e bottiglie in direzione del cordone di sicurezza posto intorno all'area dell'ex Macello.
Due persone sono state fermate per accertamenti e in seguito rilasciate.
Sciopero per il clima, marcia annullata
«Per via delle forti tensioni dovute a quanto accaduto all'ex Macello» il movimento Sciopero per il clima Ticino ha annullato la marcia prevista per domenica pomeriggio a Lugano per manifestare contro la legge sulle misure antiterrorismo sulla quale si voterà il 13 giugno.
L'appuntamento è rinviato ai prossimi giorni. Il movimento, spiega in una nota, che non si schiera né a favore né contro l'autogestione, ma «ribadisce l'importanza di una giusta manifestazione e denuncia gli atti violenti da parte della polizia».
Swisstxt