Lutto in Ticino È morto l'ex procuratore pubblico Dick Marty

red / SwissTXT / ATS

28.12.2023

È morto oggi, all'età di 78 anni, l’ex consigliere di Stato, consigliere agli Stati e procuratore pubblico ticinese Dick Marty. Lo ha anticipato laRegione, spiegando che si è spento nella sua casa di Fescoggia, circondato dai suoi cari.

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Hai fretta? blue News riassume per te

  • È morto oggi l'ex procuratore pubblico ticinese Dick Marty.
  • Aveva 78 anni ed era malato da qualche mese come aveva rivelato lui stesso.
  • Marty è stato protagonista di grandi inchieste nelle vesti di procuratore pubblico dal 1975 al 1989.

Marty era malato da alcuni mesi, come aveva rivelato lui stesso nelle interviste che avevano accompagnato - in novembre - l’uscita del suo ultimo libro: «Verità irriverenti» (vedi sotto).

Nel corso della sua lunga carriera Marty, che era nato a Sorengo nel 1945, è stato protagonista di grandi inchieste nelle vesti di procuratore pubblico dal 1975 al 1989 ed è ricordato per i suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata e al traffico di stupefacenti e per il suo coinvolgimento nelle indagini sulla «Pizza Connection» e la «Lebanon Connection».

È stato poi membro del Governo cantonale fino al 1995, prima di sedere al Consiglio degli Stati dal 1995 al 2011.

Oltre ad aver ricoperto queste cariche politiche a livello cantonale e federale, Marty è stato membro dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa dal 1998 al 2011, per il quale ha svolto importanti indagini internazionali.

Nel 2005 è stato nominato relatore del Consiglio d'Europa per l'indagine sulle presunte prigioni segrete della CIA nel Vecchio Continente.

Inchieste internazionali

Nei due rapporti sulla questione, l'ex procuratore pubblico ha evidenziato violazioni delle norme internazionali sui diritti umani. In particolare Polonia e Romania sono state accusate di aver ospitato nei loro territori, tra il 2003 ed il 2005, centri di detenzione illegali della CIA.

Anche altri Stati europei, tra i quali Italia e Germania, sono stati criticati per aver ostacolato la ricerca della verità, facendo ricorso al «segreto di Stato».

Nel 2010 Marty, sempre in veste di relatore del Consiglio d'Europa, aveva pubblicato un rapporto su presunti crimini di guerra delle milizie kosovare nella guerra d'indipendenza contro la Serbia. Il documento era servito da base per l'accusa nel 2020 al Tribunale speciale dell'Aia nei confronti di Hashim Thaci, allora presidente del Kosovo.

Sotto protezione da dicembre 2020

In relazione a questa indagine, il ticinese aveva rivelato nel 2022 di aver ricevuto minacce di morte da «ambienti dei servizi segreti serbi» e di essere stato posto sotto alta protezione dal dicembre 2020.

«Il 18 dicembre 2020 ho ricevuto una telefonata dalla polizia. Mi informava che ero sotto minaccia di morte e mi annunciava che sarei stato messo immediatamente sotto alta protezione della polizia», aveva poi riferito Marty che, nel 2007, aveva denunciato i sequestri extragiudiziali e le torture praticate dalla CIA con la complicità dei Paesi europei all'indomani dell'11 settembre.

In quell'occasione aveva mosso pesanti critiche al Dipartimento federale degli affari esteri e al Ministero pubblico della Confederazione, affermando di non riuscire a capire perché le autorità non avessero perseguito immediatamente i criminali.

«Democrazia in pericolo»

Anche in Svizzera la democrazia sta attraversando la più grande crisi dal secolo scorso, ha affermato in una recente intervista l'ex procuratore pubblico. «Stiamo assistendo a uno spostamento di potere verso l'esecutivo, a scapito dei rami legislativo e giudiziario», ha dichiarato ai quotidiani romandi Le Courrier e La Liberté.

«La democrazia non è solo la separazione dei poteri, ma anche un delicato equilibrio tra di essi», ha detto l'ex investigatore speciale del Consiglio d'Europa. «Quasi ovunque il sistema democratico viene stravolto a favore del governo, che sempre più spesso invoca il segreto di Stato e nasconde le informazioni al parlamento e al pubblico», ha affermato.

Il ticinese cita come esempio i contratti da miliardi di franchi per i vaccini firmati durante la pandemia. «Nessuna informazione in merito è stata resa pubblica», ha sottolineato. Eppure la trasparenza è uno dei principi cardine della democrazia.

Marty ritiene inoltre che il Consiglio federale sia sempre meno restio a ricorrere ai diritti di eccezione. «Lo trovo piuttosto preoccupante», ha affermato. «Stiamo assistendo a uno spostamento di potere verso l'esecutivo, a scapito del legislatore e, sempre più spesso, del potere giudiziario».

Dick Marty: «L’ultima battaglia della mia vita»

Come scritto, «Verità irriverenti. Riflessioni di un magistrato sotto scorta» (Edizioni Casagrande 2023) è stato l’ultimo libro scritto dall’ex magistrato svizzero. In esso ha raccontato vicissitudini personali, ma anche riflessioni sulle crisi economiche e politiche che hanno attraversato il Paese, oppure pensieri sulla neutralità o sulle guerre nel mondo.

A inizio novembre Marty aveva detto alla RSI che il suo scritto non era un bilancio, ma «una riflessione che ho voluto fare prima di tutto per me stesso, perché facendo politica si corre da un appuntamento a un altro e ho l’impressione che ci sia sempre meno la possibilità di riflettere. Così ho sentito questa urgenza di scrivere».

Anche perché, aveva aggiunto - alludendo chiaramente alla sua malattia - «devo far fronte a una sfida che è un nemico interno contro il quale le possibilità di vincere sono praticamente nulle».

Il ricordo del PLRT

«La scomparsa di Dick Marty lascia un vuoto incolmabile nel panorama politico e sociale ticinese. Con Marty ci lascia una figura di altissima caratura, capace negli anni di guadagnarsi rispetto e considerazione a livello nazionale ed internazionale», scrive il PLR ticinese in un comunicato.

Il suo partito ricorda come Marty abbia costantemente difeso i valori del PLR «mettendo al centro l'individuo e la difesa delle sue libertà, con particolare attenzione al senso della giustizia e della solidarietà».

Il cordoglio dal mondo politico

«Ha lavorato instancabilmente per una Svizzera aperta, per la dignità umana e per lo Stato di diritto», ha scritto il consigliere federale Alain Berset sulla piattaforma X (ex Twitter).

«Con il suo instancabile impegno per i diritti umani, Dick Marty ha lasciato un segno indelebile in Svizzera e nel mondo», ha scritto sempre su X il responsabile del Dipartimento degli affari esteri Ignazio Cassis.

«Marty era un punto di riferimento per la sua integrità, il suo rigore e la sua morale», gli ha fatto eco il consigliere nazionale Damien Cottier (PLR/NE), sulla stessa piattaforma. Mentre la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider (PS) ha sottolineato la sua «intelligenza brillante e benevola».

Il consigliere nazionale Fabian Molina (PS/ZH) ha elogiato la statura di Marty definendolo «grande uomo di Stato». «Era un vero liberale, un europeo coraggioso», ha detto. «Il suo impegno per la giustizia, i diritti dell'uomo e lo Stato di diritto resteranno nella memoria ben oltre le frontiere svizzere».

Anche Thierry Burkart, presidente del PLR svizzero, ha espresso la sua «gratitudine» per l'impegno di Marty a favore dei diritti umani e dello Stato di diritto.