Casa anziani Sementina Decreti d'accusa per tre dirigenti, Branda: «Fiducia nel procedimento»

SwissTXT / red

4.5.2022

Mario Branda
Mario Branda
Ti-Press

Dopo che la procura ticinese ha emanato tre decreti d’accusa nei confronti di altrettante persone attive con ruoli dirigenziali nella casa anziani Circolo del Ticino di Sementina per la diffusione del Covid nella struttura, la RSI ha voluto sentire il sindaco Mario Branda. Il caso dovrebbe approdare in tribunale, visti le probabili opposizioni.

SwissTXT / red

4.5.2022

Ricordiamo che i tre sono accusati di ripetuta contravvenzione alla Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell'essere umano. Nei tre decreti di accusa viene proposta una multa con accollo di tassa e spese giudiziarie.

Successivamente è emerso che le parti, molto probabilmente, si opporranno al decreto. Il caso dovrebbe così approdare in un'aula di tribunale.

«Convinti che i nostri collaboratori potranno spiegare ulteriormente la loro posizione»

«Si tratta di reati contravvenzionali dalla gravità molto più lieve rispetto a quella che era l’ipotesi accusatoria iniziale», commenta il sindaco di Bellinzona Mario Branda, interpellato dalla RSI.

«Da questo punto di vista è sicuramente qualcosa di positivo. Allo stesso tempo sottolineo che noi abbiamo sempre guardato con fiducia a questo procedimento e continuiamo a farlo, convinti peraltro che alla fine i nostri collaboratori potranno spiegare ulteriormente la loro posizione e probabilmente potrebbero cadere ancora anche altri comportamenti o altre contravvenzioni che adesso sono state rilevate», aggiunge.

Il Municipio di Bellinzona ha sempre portato avanti una strenua difesa dell’operato dei vertici della struttura, ma oggi sul tavolo ci sono comunque tre decreti d’accusa. 

«Ripeto: siamo in una fase del tutto interlocutoria. A fronte delle opposizioni ci sarà una nuova valutazione da parte di un Tribunale. Forse è la cosa più giusta così si capirà meglio il contesto in cui hanno dovuto operare queste persone di cui peraltro noi abbiamo stima e di cui conosciamo la professionalità, la competenza oltre che la dedizione a questa causa. Va detto anche che noi abbiamo sempre fondato la nostra posizione su quelle che erano le loro indicazioni, sui loro rapporti, sulle loro prese di posizione, che ci sono parse pertinenti e solide. Ci hanno inoltre convinti a sostenerli, cosa che continueremo a fare anche adesso».

Adesso verosimilmente non mancheranno nuove pressioni politiche. L’MPS è già tornato alla carica con la richiesta della creazione di una Commissione parlamentare d’inchiesta…

«Le procedure giudiziarie, quelle penali in particolare, non possono essere assimilate a dei cori da stadio come alle volte si ha l’impressione che siano queste prese di posizione. Noi abbiamo più volte ribadito qual era la presa di posizione dell’Esecutivo. Lo abbiamo spiegato in lungo e in largo anche rispondendo a numerose interpellanze e a queste ancora oggi ci atteniamo».

La presa di posizione del Municipio di Bellinzona

Il Municipio di Bellinzona ha diffuso martedì un comunicato stampa nel quale dichiara di aver «preso atto della comunicazione del Ministero pubblico in relazione all’emanazione di tre decreti d’accusa a carico di due collaboratori ed un ex collaboratrice della Casa anziani di Bellinzona -Sementina in conseguenza della diffusione del Covid in queste strutture».

«Rilevato - prosegue il comunicato - che gli stessi non contemplano il reato più grave prospettato a suo tempo, ovvero quello di omicidio colposo, si osserva che per gli altri reati di carattere contravvenzionale i legali dei diretti interessati hanno già fatto sapere di voler presentare opposizione non condividendo le conclusioni del MP, ragione per cui il procedimento risulta tutt’ora aperto e, di conseguenza, si rivela del tutto prematuro trarre delle conclusioni».

La presa di posizione di ADiCASI

L’Associazione dei direttori delle Case per Anziani della Svizzera Italiana (ADiCASI), dal canto suo, ha reso noto che «pur non entrando nel merito della vicenda, riconosce che l’esclusione dell’accusa di omicidio colposo toglie alle strutture per anziani ticinesi un peso che ha gravato per molti mesi sulle coscienze e le scelte di chi si è trovato ad affrontare un virus completamente sconosciuto».

«Pur nel più profondo rispetto delle sofferenze generate dalla pandemia a residenti e famigliari - si legge nel comunicato - le notizie odierne simbolicamente chiudono il periodo più difficile per le case anziani del nostro cantone. Due anni durissimi durante i quali le paure legate al virus, l’applicazione di rigide misure sanitarie e chiusure hanno messo a dura prova le direzioni, i collaboratori e i residenti delle strutture, come recentemente evidenziato anche dai risultati di uno studio commissionato dall’Ufficio federale della sanità pubblica».