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COVID-19 Allentamenti in Ticino per alcune attività economiche
sam
16.4.2020
Le autorità cantonali ticinesi hanno organizzato un nuovo incontro informativo, giovedì alle 17, per aggiornare sull’evoluzione della situazione legata al coronavirus, ma soprattutto sulle nuove misure finalizzate a regolare le attività economiche in Ticino.
Ha partecipato il Consiglio di Stato ticinese in corpore, cosa che non succedeva da diverse settimane, e il medico cantonale Giorgio Merlani, in diretta via Skype, dato che da una decina di giorni è in isolamento a casa dopo aver contratto il coronavirus.
Da precisare che al momento informativo odierno è tornato a essere consentita, a differenza di quanto successo in tutte le ultime conferenze stampa, la presenza di un rappresentante per ogni testata giornalistica. Gli operatori video, audio e i fotografi non potranno invece ancora presenziare.
Disposizioni dal 20 al 26 aprile 2020
A prendere la parola per primo è stato il presidente del Governo Christian Vitta, il quale ha sottolineato che «i dati di questi giorni sono positivi, a dimostrazione che gli sforzi fatti da tutti sono efficaci e validi. Tuttavia dobbiamo continuare a mantenere il rigore per evitare di vanificare quanto ottenuto finora».
Il direttore del DFE ha quindi presentato le disposizioni decise per le attività economiche per il periodo dal 20 al 26 aprile 2020, contenute in una nuova risoluzione governativa appena approvata.
Vitta ha tenuto a precisare che queste norme sono state sottoposte al Consiglio federale che le ha accettate oggi. Consiglio federale che ha anche dato ancora il suo ok alla «finestra di crisi» per il Ticino, «che rimane l'unico Cantone a poterne beneficiare e l’unico ad avere misure più restrittive rispetto al resto del Paese».
Per quanto riguarda le misure, dunque, in buona sostanza rimangono in vigore la maggior parte delle limitazioni decise fino ad ora, ad eccezione di alcune - anche importanti - che subiranno un allentamento.
Per quanto riguarda l'Amministrazione cantonale, ad esempio, da lunedì si continuerà a lavorerà a regime ridotto, ma l'accesso agli sportelli sarà possibile su appuntamento e rispettando le norme igieniche e di distanza sociale.
Cantieri e industrie
Le attività di cantiere restano sospese, ma sono permesse (sempre nel rispetto delle norme igieniche e di distanza sociale) le attività sui cantieri all'aria aperta o al coperto svolte da 10 o meno persone, oppure quelle di attività di lavorazione ed estrazione della pietra naturale svolte da 10 o meno persone.
Lo Stato maggiore cantonale di condotta (SMCC) può concedere deroghe nel caso in cui esista un'urgenza o preminente interesse pubblico.
Per quanto riguarda le industrie, quelle che intendono impiegare contemporaneamente oltre il 50% del personale attivo a regime ordinario devono, se superano i 10 dipendenti impiegati contemporaneamente, chiedere un'autorizzazione allo SMCC per attività non procrastinabili o di interesse pubblico.
Vitta cita Sepulveda: «Il sole arriva sempre, come una ricompensa, dopo la pioggia»
Al termine del suo intervento, il presidente del Governo ticinese ha ricordato che «abbiamo dovuto rallentare le nostre vite, abbiamo dovuto fermarci, abbiamo imparato a vivere le relazioni a distanza. Con maggiore consapevolezza abbiamo dovuto prenderci cura di noi stessi e degli altri. Abbiamo dovuto mettere al primo posto la salute, cosa che magari in precedenza avevamo dimenticato di fare».
Vitta ha anche precisato che «la normalità che ci aspetta non sarà la stessa di prima. Sarà diversa, più lenta e dovremo continuare a mantenere le misure di distanza sociale e di igiene. Il virus rimarrà tra di noi, dunque dovremo conviverci finché non ci sarà un vaccino, che però non arriverà subito. La nuova realtà sarà duque limitata, ma noi saremo più forti, più uniti, più solidali. Questa crisi ci ha infatti resi più rispettosi l’uno dell’altro».
Il direttore del DFE ha infine citato lo scrittore cileno Sepulveda, scomparso proprio oggi a causa del coronavirus: «Il sole arriva sempre, come una ricompensa, dopo la pioggia». Parole che, secondo Vitta, «possiamo fare nostre, per riuscire a raccogliere, anche nella difficoltà, uno spiraglio di luce e di speranza. Dobbiamo infatti guardare con positività al futuro. Perché, ne sono certo, uniti ce la faremo».
Prorogato lo stato di necessità fino alla fine di maggio
Dopo Vitta, a intervenire è stato il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, il quale ha subito sottolineato che il ritorno alla normalità è ancora lontano e che il Governo ha quindi prorogato lo stato di necessità fino alla fine di maggio.
«La prudenza deve continuare a essere presente tra di noi. Bisogna evitare di fare spostamenti non necessari e dobbiamo continuare con la disciplina individuale. La pazienza salva vite umane e ci permette anche di godere di più di certe cose».
Gobbi ha quindi sottolineato che se oggi siamo arrivati ad avere dei dati positivi e un leggero allentamento delle misure è grazie ai comportamenti di tutti: «La curva si è appiattita grazie a quello che abbiamo fatto tutti insieme. Ma il sistema sanitario resta sotto pressione, perché dovrà sapere gestire una eventuale ripartenza della curva».
Il ministro ha quindi espresso una sua considerazione, ossia il fatto che la crisi ha permesso di capire che il telelavoro è un valore aggiunto che potrà essere utilizzato anche in seguito.
«Non abbassiamo la guardia, per contribuire alla salute di tutti».
«Il tasso di letalità rimane elevato»
È poi stato il turno del direttore del Dipartimento della sanità e della socialità Raffaele De Rosa, il quale ha affermato che nella prima fase dell'epidemia tutti hanno dato prova di adattamento e di responsabilità: «Una responsabilità che ha salvato e salva tutt'oggi vite umane».
De Rosa ha poi fatto sapere che ieri il Consiglio di Stato ticinese ha approvato la nuova struttura ospedaliera per affrontare la nuova fase dell'emergenza. «Una fase che è forse più difficile di quella precedente, perché ora dovremo attenderci una oscillazione dei contagi, che speriamo sia più lieve, così che il sistema sanitario possa occuparsi, come fatto finora, di tutti».
«Purtroppo - ha continuato il ministro - il tasso di letalità rimane elevato, specialmente tra le fasce più vulnerabili della popolazione, ma non solo. Rimane dunque fondamentale che tutti possano essere curati, con competenza, amore e responsabilità».
Nuovo assetto ospedaliero
Per quanto riguarda dunque il nuovo assetto ospedaliero, l'Ospedale La Carità di Locarno rimane l’unico dedicato esclusivamente ai malati di COVID-19, mentre le altre strutture, come la Clinica Luganese Moncucco e l'Ospedale italiano di Lugano, manterranno sia letti COVID che non COVID, «ma sempre garantendo la presa a carico di tutti in piena sicurezza», ha sottolineato il consigliere di Stato.
È poi importante, ha continuato De Rosa, che si possa tornare a un regime ordinario anche per i pazienti che presentano altre patologie, dato che si è notato che molti hanno evitato di farsi visitare in quest'ultimo mese, probabilmente per paura di venire contagiati: «Ma questo può essere molto pericoloso».
Dal 14 aprile sono quindi diminuiti, da 110 a 81, i posti in terapia intensiva per i malati di coronavirus nei tre ospedali citati in precedenza. Per quanto riguarda il cosiddetto livello 2, ossia i reparti acuti COVID, si passerà da circa 440 a circa 220 letti a La Carità e alla Clinica Moncucco. Nel livello 3, meno acuto, si scenderà da 150 a 60-70 posti. Nel post acuto (livello 4), ossia negli ospedali di Faido, di Castelrotto e all'Ars Medica di Gravesano, da 130-150 a 110. E, infine, nella riabilitazione (livello 5) sono disponibili una trentina di letti alla Clinica EOC di Novaggio e alla Hildebrand di Brissago.
Si tratta, ha sottolineato De Rosa, di un riassetto accompagnato da un monitoraggio costante. «Se ci sarà una nuova impennata dei casi di contagio e di ospedalizzazione, le strutture ospedaliere saranno in grado di ripristinare l'assetto precedente nel giro di 48 ore».
Il ministro ha concluso il suo intervento spiegato che quasi sicuramente assisteremo a un aumento dei casi positivi dovuto all’allentamento delle misure: «Ma ciò dovrà avvenire in modo graduale. E quindi chiediamo a tutti di continuare a rispettare le misure».
Merlani: «Grazie a tutti, io sto bene»
A prendere la parola per ultimo è stato il medico cantonale Giorgio Merlani, come detto in collegamento via Skype da casa sua, il quale ha per prima cosa ringraziato tutti quelli che gli hanno dimostrato vicinanza e fatto gli auguri per una pronta guarigione.
«Io sto bene. - ha aggiunto - Sono in collegamento per prudenza perché non voglio essere in contatto ravvicinanto con il Consiglio di Stato. Ma da 5 giorni non ho più la febbre e quindi la possibilità che io sia ancora contagioso è minima. Ma meglio evitare».
Merlani ha quindi ricordato i dati odierni per il Ticino: sei le persone che hanno perso la vita nelle ultime 24 ore e 26 quelle che sono rimaste contagiate. «Negli ultimi giorni il numero di nuovi casi è minimo: è infatti da più di una settimana che siamo sotto i 50. È quindi evidente che le misure messe in atto funzionano e che circola meno virus».
«Ma è chiaro - ha aggiunto il medico cantonale - che l’allentamento delle misure porterà a una nuova accelerazione. Sarà quindi fondamentale che tutto quello che abbiamo imparato non venga dimenticato. Perché è proprio grazie a quelle norme che possiamo convivere con il virus e tornare pian piano alla normalità».
116 morti nelle case anziani ticinesi
Per quanto riguarda i numeri relativi alle persone in terapia intensiva, che ad oggi sono 59, di cui 49 intubate, Merlani ha fatto notare che scendono più lentamente perché i pazienti in cure intense, soprattutto quelli che necessitano di ventilazione, hanno bisogno di molto tempo per riprendersi.
Il medico cantonale ha infine ribadito due concetti fondamentali: il primo è che le persone vulnerabili devono ancora restare protette dalla comunità, anche se la catena dei contagi è ridotta («Perché basta il contatto con una sola persona infetta per ammalarsi»), e il secondo è che rimane fondamentale nelle prossime settimane continuare a mantenere le misure di sicurezza che abbiamo imparato («Per mantenere sotto controllo il numero dei contagiati»).
Rispondendo infine a una domanda, Merlani ha comunicato che sono 116 i decessi finora nella case per anziani ticinesi, su un totale di 269 morti in Ticino.
In tutta la Svizzera l'economia ripartirà a tappe
La conferenza stampa odierna dell'Esecutivo ticinese si è tenuta dopo quella del Consiglio federale da Berna, il quale ha annunciato la decisione di far ripartire l'economia a tappe.
Dal 27 aprile riapriranno i parrucchieri, i saloni di bellezza, i negozi fai-da-te, i centri per il giardinaggio e i fioristi, a condizione che la sicurezza di clienti e personale sia garantita.
Le scuole obbligatorie rimarranno invece chiuse almeno fino all'11 maggio. L'8 giugno sarà la volta di scuole post obbligatorie, musei, zoo e biblioteche.
Numeri e link utili
È utile ricordare che, per tutte le informazioni sul COVID-19 e sulle misure prese dalle autorità, la hotline cantonale ticinese è sempre in funzione dalle 7h00 alle 22h00 allo 0800 144 144. Il sito specifico che il Cantone ha aperto è consultabile in ogni momento cliccando qui.
La Hotline a livello federale risponde invece a tutte le domande 24 ore su 24 al numero +41 58 463 00 00. Il sito della Confederazione sul coronavirus COVID-19 invece è raggiungibile cliccando qui.
È pure attiva a livello ticinese la Hotline per le attività commerciali, che risponde, dalle 9.00 alle 17.00 al numero 0840 117 112.
Per domande specifiche sul lavoro ridotto è disponibile dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 - 12.00 e dalle ore 13.00 - 16.00 il numero di telefono 091 814 31 03.
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