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COVID-19 In Ticino ulteriori allentamenti e dal 4 maggio ci si allinea alla Svizzera
sam
22.4.2020
Nuovo momento informativo delle autorità ticinesi mercoledì, alle 17, per aggiornare sull’evoluzione della situazione legata al coronavirus nel Cantone e per comunicare le decisioni prese per la prossima settimana. Presente il Consiglio di Stato in corpore.
A prendere la parola per primo, come di consueto, è stato il presidente del Governo Christian Vitta, il quale ha presentato le nuove disposizioni per le attività economiche, decise dall’Esecutivo, valide da lunedì 27 aprile a domenica 3 maggio 2020.
Vitta ha ricordato che tali norme sono state sottoposte al Consiglio federale che le ha accettate. Consiglio federale che ha anche dato, per (probabilmente) l’ultima volta, il suo ok alla «finestra di crisi» per il Ticino, che può quindi prolungare, fino al 3 maggio appunto, le limitazioni in determinati settori dell’economia, ossia edilizia, industria e albergheria.
Per tutti gli altri settori, le aperture seguiranno le regole dettate dalla Confederazione. Quindi da lunedì potranno riaprire i dentisti, i fioterapisti, i parrucchieri, i saloni di bellezza, i negozi fai-da-te, i centri per il giardinaggio e i fioristi, a condizione che la sicurezza di clienti e personale sia garantita.
Disposizioni dal 27 aprile al 3 maggio 2020
Per arrivare dunque alle misure decise, si può dire che rimangono in vigore le principali limitazioni decise fino ad ora, ad eccezione di alcune - anche importanti - che subiranno un ulteriore allentamento, rispetto alla scorsa settimana.
Le attività di cantiere rimangono sospese, ma sono permesse (sempre nel rispetto delle norme igieniche e di distanza sociale) quelle all'aria aperta o al coperto svolte da 15 o meno persone (per la settimana in corso erano massimo 10), oppure quelle di attività di lavorazione ed estrazione della pietra naturale svolte sempre da 15 o meno persone (anche in questo caso, questa settimana il massimo consentito era 10 persone).
Come da qualche settimana a questa parte, lo Stato maggiore cantonale di condotta (SMCC) può concedere deroghe nel caso in cui esista un'urgenza o preminente interesse pubblico.
Cosa cambia per le industrie
Per quanto riguarda le industrie (fatto salve quelle della filiera socio-sanitaria, chimico-farmaceutica, medicale e alimentare), quelle che intendono impiegare contemporaneamente oltre il 60% del personale attivo a regime ordinario (il 50% questa settimana) devono, se superano i 10 dipendenti impiegati contemporaneamente, chiedere un'autorizzazione allo SMCC per attività non procrastinabili o di interesse pubblico.
Il presidente del Governo ha precisato che, se non vi saranno repentini cambiamenti sul fronte sanitario, a partire dal 4 maggio il Cantone si allineerà all’ordinanza 2 COVID-19 del 13 marzo 2020, quindi - in sostanza -alle disposizioni decise dal Consiglio federale per tutta la Svizzera.
Le limitazioni per gli over 65 restano in vigore
Il presidente del Governo Vitta ha pure spiegato che l’Amministrazione cantonale continuerà a lavorare a regime ridotto anche nella prossima settimana, con accesso agli sportelli solo su appuntamento, mentre dal 4 maggio l’attività riprenderà regolarmente. I funzionari quadro stanno approntando i necessari accorgimenti logistici.
Per quanto riguarda le limitazioni ai movimenti e alla spesa per gli over 65, anche la prossima settimana resteranno in vigore le misure decise nelle scorse settimane, dunque con la fascia oraria 8-10 riservata alle persone più fragili per recarsi nei negozi di alimentari.
Il direttore del DFE ha quindi sottolineato che «con passi controllati e attenti stiamo pian piano allentando le misure restrittive, continuando però a controllare costantemente quello che succede. Chiediamo a voi di continuare a sostenerci con un comportamento responsabile. Ognuno di noi contribuisce a rallentare la diffusione del virus».
«La determinazione a superare la crisi deve animare tutti»
Prima di terminare il suo intervento, Vitta ha detto di essere consapevole che queste settimane sono impegnative per tutti, e in particolare per gli operatori economici, «ma dobbiamo guardare al futuro con speranza e ottimismo. Ci attendono mesi impegnativi, dove la determinazione a superare la crisi deve animare tutti noi».
«La parola cambiamento - ha proseguito - ben riassume la difficile situazione che stiamo vivendo. Un cambiamento che ha toccato nel profondo tutti noi. Che ci ha obbligati a prendere una pausa e a cambiare i ritmi a cui eravamo abituati. Le certezze delle nostre vite sono crollate, mostrandoci la nostra fragilità e debolezza. Fragilità e debolezze che sono condivise da tutti noi, seppur nella nostra solitudine».
Il presidente del Governo ha concluso sottolineando la nuova consapevolezza raggiunta verso l'essenziale: «Abbiamo riscoperto valori importanti: l’unione, la vicinanza di cuore e la solidarietà, che dobbiamo tenere ben stretti e portare avanti per costruire una comunità più unita e sicuramente migliore».
133 decessi per COVID-19 nelle case per anziani
A intervenire, in seguito, è stato il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità Raffaele De Rosa, il quale ha come prima cosa fatto sapere che, dal momento del picco, il numero di persone ricoverate in ospedale si è dimezzato. Inoltre, negli ultimi giorni è anche stato registrato un calo dei pazienti in cure intense.
Risultati ottenuti grazie al fatto che «tutto il Ticino ha saputo reagire in maniera compatta all'emergenza sanitaria. Ma ora non è ancora il momento per poter abbassare la guardia», ha sottolineato.
Oggi, ha infatti ricordato De Rosa, sono stati registrati altri 4 decessi, di cui uno, ha precisato, in una casa per anziani. «La situazione resta difficile, soprattutto per le persone più fragili, ossia quelle più colpite da questa malattia».
In totale, ha spiegato il ministro, nelle case per anziani ticinesi ci sono stati 133 decessi per COVID-19, sul totale dei 295 registrati nel Cantone. «Ma - ha tenuto a precisare - ben 130 anziani sono riusciti a superare la malattia, tra cui una signora di 101 anni. Si tratta però purtroppo di un bilancio ancora parziale».
Checkpoint operativi almeno fino al 31 maggio
De Rosa ha poi specificato che, sebbene il quadro epidemiologico segni dati incoraggianti, dobbiamo aspettarci un aumento dei contagi, visto l'allentamento delle misure. «Dobbiamo dunque continuare a stare attenti e a rispettare le norme di sicurezza e le distanze sociali. Dobbiamo proteggere noi e gli altri».
Le misure prese, ha continuato il direttore del DSS, hanno dato prova di efficacia, ecco perché il Governo ha ritenuto necessario tenere aperta la finestra di crisi. «È necessario procedere a piccoli passi, tenendo sott’occhio quello che succede. Le riaperture sono attese, ma questo solo se si possono rispettare le varie misure di sicurezza».
Il ministro ha anche fatto sapere che il Consiglio di Stato ha aggiornato anche l'ordinanza in merito ai checkpoint ticinesi, che - ha quindi spiegato - garantiranno il servizio almeno fino al 31 di maggio.
Si potranno tornare a effettuare gli interventi non urgenti
Dalla prossima settimana, ha infine ricordato De Rosa, terminerà il divieto - che era stato imposto da Berna - di effettuare interventi negli ospedali non urgenti: «È fondamentale che chi necessita di cure debba potervi accedere, per fare in modo che un problema non diventi ancora più grave».
Per quel che concerne l'assetto delle strutture ospedaliere, il ministro ha fatto sapere che per il momento viene mantenuto il regime illustrato la scorsa settimana, ma che potrà eventualmente venire riadattato in caso di necessità.
De Rosa ha infine detto che il Consiglio federale, nel giustificare il via libera alla finestra di crisi per il Ticino, ha messo l'accento soprattutto sulla necessità di garantire la coesione nazionale: «In una situazione come quella attuale, anche noi facciamo appello alla coesione, alla necessità di unire le forze e di lavorare insieme per tutelare la salute di tutta la popolazione», ha concluso.
Dall'11 maggio a scuola solo metà classe per volta
Successivamente ha preso la parola il direttore del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport Manuele Bertoli, il quale ha riferito dei primi contatti avuti nel quadro delle discussioni in merito alla riapertura delle scuole.
L’orizzonte temporale dato da Berna, ha ricordato, è quello dell’11 maggio, data dalla quale il Consiglio federale vorrebbe che tutte le scuole dell'obbligo della Svizzera riaprissero. Bertoli ha spiegato che quindi tutti i Cantoni ne stanno discutendo, per capire come ciò possa avvenire in tutta sicurezza.
Il DECS, ha quindi spiegato, ha messo a punto dei modelli che prevedono una presenza a scuola di solo metà classe per volta, con la presenza facoltativa per i bimbi di 3 anni. «Piccoli gruppi, dunque, per gestire la distanza al meglio».
«Per i bambini determinante poter avere contatti sociali»
Si procederà anche a una diversa gestione delle entrate e delle uscite, si eviterà di far funzionare la mensa, dove possibile, e si ridurrà così anche la presenza di allievi sui mezzi di trasporto pubblici, per quel che riguarda le medie.
«Oggi abbiamo iniziato le prime consultazioni con i Comuni ticinesi e i colloqui sono stati aperti e franchi. La maggior parte di loro è pronta ad aprire, ma con la sottolineata necessità di riuscire a mantenere le misure di sicurezza», ha fatto sapere il ministro.
«Sappiamo che non è facile, ma ormai viviamo in tempi difficili. Sappiamo anche che per i bambini poter ricominciare ad avere contatti con i propri docenti e i propri compagni è determinante. La scuola è l’istituzione per formare le giovani generazioni, e in questo contesto sono più importanti le relazioni, rispetto all’insegnamento», ha concluso Bertoli, specificando che probabilmente anche da settembre delle diversità nell'insegnamento a scuola ci saranno.
40 respingimenti solo oggi alla frontiera
L'ultimo a intervenire è stato il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, il quale ha sottolineato che gli allentamenti che pian piano vengono previsti, sia in Svizzera che in Ticino, non devono venire fraintesi: «Bisogna tenere ben presenti le misure che ormai abbiamo imparato a conoscere, perché andiamo verso una normalità che comunque non sarà mai come quella che c'era prima».
Gobbi ha poi fatto sapere che continuano le attività di controllo su tutto il territorio, e anche alla frontiere, dove - solo oggi - le Guardie di confine hanno messo in atto 40 respingimenti.
Per quel che concerne i controlli per gli assembramenti, in tutto finora sono stati 9'000. 72 invece i controlli questa settimana sui cantieri con però nessuna intimazione di chiusura, sintomo che tutto si sta svolgendo secondo le regole. Infine, da lunedì ad oggi, sono stati verificati 270 veicoli in transito. «Controlli che ovviamente - ha precisato il ministro - continueranno anche nelle prossime settimane».
Infine il direttore del DI ha informato che nei vari corpi di polizia (sia cantonale che comunali) vi è stato un solo agente risultato positivo al COVID-19 e un altro che, in seguito, è stato posto in quarantena.
Numeri e link utili
È utile ricordare che, per tutte le informazioni sul COVID-19 e sulle misure prese dalle autorità, la hotline cantonale ticinese è sempre in funzione dalle 7h00 alle 22h00 allo 0800 144 144. Il sito specifico che il Cantone ha aperto è consultabile in ogni momento cliccando qui.
La Hotline a livello federale risponde invece a tutte le domande 24 ore su 24 al numero +41 58 463 00 00. Il sito della Confederazione sul coronavirus COVID-19 invece è raggiungibile cliccando qui.
È pure attiva a livello ticinese la Hotline per le attività commerciali, che risponde, dalle 9.00 alle 17.00 al numero 0840 117 112.
Per domande specifiche sul lavoro ridotto è disponibile dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 - 12.00 e dalle ore 13.00 - 16.00 il numero di telefono 091 814 31 03.
Tutti voi fate la vostra parte, affinché tutti noi stiamo bene.
— BAG – OFSP – UFSP (@BAG_OFSP_UFSP) April 21, 2020
Tutti voi avete già fatto così tanto.
Non abbassare la guardia proprio adesso.https://t.co/RV1LopsWHs#Cosìciproteggiamo pic.twitter.com/9IkS5hxV5P
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