Lugano Abusi sessuali di gruppo, diversi anni di carcere richiesti

Swisstxt

4.4.2022 - 18:41

Nel processo contro i tre giovani accusati d'aver abusato di una ragazza sono arrivate, alla fine della prima giornata, le richieste di pena.

Immagine d'illustrazione.
Immagine d'illustrazione.
Ti-Press / archivio

Nove anni di detenzione: è la pena più severa che lunedì pomeriggio la procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis ha chiesto nei confronti di uno dei tre giovani, tutti fra i 20 e i 21 anni, rinviati a processo alle Assise criminali a Lugano con l’accusa di violenza carnale nei confronti di una giovane donna.

L’accusa sostiene che l’imputato ha abusato due volte della vittima, una coetanea incontrata a Lugano, dopo una serata in discoteca.

Per gli altri due, due fratelli, è stata chiesta una pena rispettivamente di 6 anni e mezzo e 7 anni di carcere, in quanto avrebbero partecipato in maniera minore alla violenza; la loro colpa è stata comunque definita «grave». Per tutti, inoltre, è stata chiesta l’espulsione dalla Svizzera.

La ragazza non era consenziente?

Per l’accusa non c’è dubbio: i tre sapevano che la ragazza non era consenziente ma hanno deciso deliberatamente di ignorare i suoi segnali e di abusare più volte di lei, in gruppo, e di filmare parte degli atti.

Segnali fatti di silenzi, perché era «terrorizzata» ma anche di frasi come «mi fai male», secondo quanto riferito dalla RSI. La pubblica accusa ritiene quindi che ci sia stata violenza carnale, perché ritiene la versione della vittima credibile. Secondo l’accusa pesa anche il racconto dei giovani, che hanno ammesso i fatti, ma hanno fornito versioni discordanti.

I tre si dicono innocenti

I tre, infatti, interrogati dal presidente della Corte, il giudice Mauro Ermani, hanno ribadito questa mattina in aula la loro innocenza. Ammettono gli atti sessuali ma negano che ci sia stata violenza e pure che gli atti sessuali siano avvenuti in gruppo.

Il compito per la Corte non è dunque affatto semplice; il procedimento è indiziario e il giudice Ermani questa mattina ha fatto capire che la ricostruzione dell’accusa manca di precisione. Il processo continua con le arringhe difensive.