Stati Uniti Fermato un uomo in Pennsylvania: è lui il killer che ha ucciso il Ceo di Unitedhealthcare a New York?

SDA

9.12.2024 - 19:30

La foto del ricercato diffusa sabato dalle autorità di New York.
La foto del ricercato diffusa sabato dalle autorità di New York.
Keystone

Si chiama Luigi Mangione e ha 26 anni l'uomo arrestato lunedì in un McDonald's di Altoona, in Pennsylvania, e sospettato dell'assassinio del Ceo di UnitedHealthcare Brian Thompson dello scorso mercoledì. Lo riporta il «New York Times».

Mangione, riporta il «New York Post», è un ex studente di una prestigiosa università – parte della cosiddetta Ivy League – che online metteva «mi piace» alle parole di Ted Kaczynski, il famigerato Unabomber che negli anni Novanta aveva terrorizzato l'America con i pacchi bomba, e autore di un celebre manifesto anti-capitalista. 

L'uomo fermato è «una persona di forte interesse», ha detto dal canto suo il sindaco di New York Eric Adams. Mangione non è stato al momento incriminato.

Falsa carta d'identità

Il fermo è avvenuto perché l'uomo è stato trovato in possesso di una pistola simile a quella usata nell'omicidio. È ancora presto dunque per dire se sia lui il killer di Thompson (i cui funerali sono in programma lunedì, in forma privata, a Minneapolis).

Mangione è stato arrestato per reati locali, probabilmente per via della carta di identità falsa mostrata alla polizia, scrive il «New York Times». Per essere incriminato a New York dovrà essere estradato.

L'uomo avrebbe tentato di usare un documento falso in un McDonald's, hanno detto fonti della polizia citate dal «New York Post», lì «un anziano cliente» del fast food lo aveva giudicato sospetto e aveva allertato la polizia locale.

Il manifesto

Con sé aveva anche «un manifesto», una pistola con silenziatore, quattro documenti di identità falsi e altri oggetti in linea con quel che le autorità sanno del presunto killer.

Nel «manifesto» erano scritte accuse ai colossi delle mutue private che antepongono i profitti al bene degli assicurati, hanno detto al «New York Times» fonti di polizia.

Un indizio che sembra essere in linea con gli altri criptici messaggi lasciati dal killer: le parole «Deny, Depose, Defend» (negare, deporre, difendere) incise sui bossoli trovati sul luogo del delitto e i soldi finti del Monopoli nello zaino abbandonato a Central Park.