Stati UnitiLa Corte suprema ascolta gli argomenti pro e conto l'eleggibilità di Trump
SDA
8.2.2024 - 20:22
La Corte suprema americana ha ascoltato oggi gli argomenti delle parti pro e contro l'eleggibilità di Donald Trump. L'udienza si è chiusa dopo quasi un'ora e mezzo.
08.02.2024, 20:22
08.02.2024, 20:26
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Ciò dopo che lo Stato del Colorado lo ha escluso dal voto per il suo ruolo nell'assalto al Capitolo in base al 14esimo emendamento della Costituzione, che vieta le cariche pubbliche ai funzionari coinvolti in insurrezioni o rivolte contro la Costituzione su cui hanno giurato.
L'avvocato James Murray, che rappresenta un gruppo di elettori che ha ottenuto dalla Corte suprema statale di escludere il tycoon dal voto in virtù di quell'emendamento, ha affermato che gli Stati hanno il pieno potere di applicare la terza sezione del 14esimo emendamento anche se si tratta di un'elezione federale. Come noto, ogni Stato ha la sue regole elettorali, anche nel voto a livello nazionale.
«Un'esenzione che si applicherebbe solamente a lui»
Il legale ha contestato inoltre che vi siano distinzioni tra funzionari statali e ha insistito che l'ex presidente è coinvolto in quella che fu una vera e propria insurrezione per impedire la certificazione dell'esito del voto. «L'argomento principale del presidente Trump è che questa Corte dovrebbe creare un'esenzione speciale alla Sezione 3 che si applicherebbe a lui e a lui solo», ha detto Murray.
La difesa ha invece sostenuto che la sezione terza del 14esimo emendamento non è immediatamente esecutiva e spetta solo al Congresso metterla in vigore. Inoltre la sezione terza del 14esimo emendamento riguarda «i funzionari degli Stati Uniti», ossia quelli nominati, non eletti come il presidente, che quindi non ricade nella norma. Terzo, l'assalto al Campidoglio «fu una sommossa, non un'insurrezione. Gli eventi furono vergognosi, criminali, violenti ma non si qualificano come insurrezione».
Un caso senza precedenti in un'elezione presidenziale
Si tratta di un caso senza precedenti in un'elezione presidenziale. La storica decisione non è attesa per oggi ma deve arrivare in tempo per il Super Tuesday del 5 marzo, quando va al voto il Colorado. La sentenza farà da precedente anche per le cause analoghe intentate in vari Stati americani e potrebbe quindi diventare decisiva nella corsa per la Casa Bianca.
Il tycoon può contare su una maggioranza di sei giudici conservatori su nove (di cui tre nominati da lui). Uno di loro, Clarence Thomas, si è rifiutato di ricusarsi per il ruolo di sua moglie Ginni, attivista pro Trump coinvolta nel tentativo di stravolgere l'esito del voto del 2020. La maggioranza dei giudici, non solo quelli conservatori, è apparsa orientata a respingere il bando.