Guerra in UcrainaMedvedev: «Pronti a usare le armi nucleari se necessario»
SDA
25.4.2023 - 22:06
L'ex presidente russo Dmitry Medvedev torna ad agitare lo spettro di scenari apocalittici avvertendo che la Russia «non esiterà» a usare per prima le armi nucleari se sentirà che è minacciata la sua esistenza. Un pericolo concreto visto che, a suo dire, in Ucraina Mosca sta combattendo «contro l'intera Nato».
25.04.2023, 22:06
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Reale è stato anche un bombardamento compiuto stamane su Kupyansk, nella provincia nordorientale ucraina di Kharkiv, dove due missili S-300 si sono abbattuti provocando tra l'altro, secondo fonti di Kiev, la distruzione di un museo di storia locale dove sono rimaste uccise due donne e altre sei persone sono rimaste ferite.
«Il paese terrorista sta facendo di tutto per distruggerci», ha scritto sul servizio di messaggistica Telegram il presidente Volodymyr Zelensky. Il ministero della difesa russo ha ammesso bombardamenti nella regione di Kupyansk nelle ultime 24 ore, affermando però che sono stati diretti contro obiettivi militari nelle località di Dvurechnaya e Sinkovka e che hanno eliminato 65 soldati ucraini.
Le forze di Kiev ribattono ai raid affermando di essere in grado di riconquistare tutto l'est del Paese. Per questo ci vorranno «dai tre ai sei mesi», ha stimato in un'intervista all'agenzia di stampa italiana Ansa Serhiy Cherevaty, portavoce del gruppo orientale delle Forze armate, che però non si sbilancia su quando potrà scattare la tanto annunciata controffensiva di Kiev.
Cherevaty si dice comunque certo di una vittoria a Bakhmut, cittadina anch'essa nell'Ucraina orientale, dove da mesi si concentrano i combattimenti più feroci che vedono in prima linea dalla parte russa i miliziani della compagnia privata Wagner. «Distruggeremo totalmente il gruppo Wagner entro la fine dell'operazione», ha assicurato il portavoce.
Le alte perdite tra i miliziani della compagnia privata in questo conflitto sembrano confermate tra l'altro da un video diffuso dal sito di notizie indipendente Tayga.info che mostra un cimitero a Novosibirsk, in Siberia (Russia), con una distesa impressionante di tombe di uomini deceduti in maggioranza tra la fine del 2022 e i primi mesi del 2023.
La maggior parte è contrassegnata con lo stemma di Wagner, dai colori rosso, giallo e nero, con in mezzo una stella. Ma Yevgeny Prigozhin, il capo dei «musicisti» – come vengono chiamati sui canali Telegram russi i combattenti di Wagner – ha lanciato un nuovo appello al reclutamento. «La terza guerra mondiale è vicina», ha profetizzato in un video realizzato durante una visita ad un centro di addestramento.
«Lavorare per assicurare che non si materializzi la minaccia di una Terza Guerra mondiale»
Del pericolo di un conflitto globale è tornato a parlare appunto anche Medvedev, secondo il quale gli avversari della Russia «non devono sottostimare» la possibilità di un uso di armi nucleari da parte di Mosca, la cui dottrina militare, ha ricordato, ne prevede l'impiego nel caso venga «minacciata l'esistenza dello Stato», anche con armi convenzionali. Tutti i paesi, ha poi aggiunto, devono «lavorare per assicurare che non si materializzi la minaccia di una Terza Guerra mondiale».
L'ex presidente ha anche colto l'occasione dell'annuncio della ricandidatura di «nonno» Joe Biden alla presidenza degli Usa per suggerire ai militari americani di creare per lui una «finta valigetta con falsi codici nucleari nel caso vincesse, per evitare conseguenze irreparabili».
Esercitazioni di jet russi sul Mar Baltico
Ad aumentare la tensione è arrivata la notizia di esercitazioni di una decina di jet russi Sukhoi Su-27 sul Mar Baltico, alzatisi in volo per simulare l'abbattimento di aerei nemici che intendevano bombardare la Russia.
Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha intanto denunciato quella che ha definito «l'ipocrisia» del ministro degli esteri russo Serghei Lavrov, che ieri ha presieduto una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu a New York sulla «difesa dei principi» della Carta delle Nazioni Unite.
Sempre dalle Nazioni Unite oggi il capo della diplomazia russa ha sostanzialmente bocciato l'accordo sul grano ucraino sostenendo che «solo il 3% dell'intero volume del grano raggiunge realmente i paesi poveri nella lista del Programma alimentare mondiale mentre tutto il resto va in paesi ad alto o medio reddito»: «Non posso dire che l'Onu non abbia fatto passi nella giusta direzione» sulle richieste della Russia, «ma praticamente non ci sono stati risultati», ha aggiunto Lavrov, non lasciando presagire nulla di buono per il rinnovo dell'intesa.