Guerra in Ucraina Il ministro ungherese da Lavrov: «No alle sanzioni». E suggerisce: «Bisogna costruire ponti»

SDA

31.10.2024 - 20:55

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, a destra, incontra il suo omologo ungherese Peter Szijjarto.
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, a destra, incontra il suo omologo ungherese Peter Szijjarto.
KEYSTONE

Continua la sfida all'Unione Europea dell'Ungheria, decisa a smarcarsi dalla linea di Bruxelles nei rapporti con la Russia e i governi giudicati suoi alleati, come quello georgiano. 

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Dopo una visita del premier Viktor Orban a Tbilisi, dove ha salutato la «vittoria schiacciante» del partito al potere Sogno Georgiano, contestata dalle opposizioni filo-occidentali, il suo ministro degli esteri Peter Szijjarto ha incontrato a Minsk l'omologo russo Serghei Lavrov.

«Speriamo insieme che non saremo criticati da Bruxelles per questa discussione», ha detto Szijjarto, parlando in russo all'inizio del suo intervento a una conferenza sulla sicurezza euroasiatica.

«All'Ungheria non piace la politica delle sanzioni», ha affermato ancora il capo della diplomazia di Budapest, secondo il quale «l'idea di tagliare i ponti deve essere sostituita dall'idea di costruire ponti».

Nel loro incontro a quattr'occhi il ministro ungherese e Lavrov hanno parlato di «cooperazione bilaterale» ma anche di «questioni internazionali di attualità», ha fatto sapere il ministero degli esteri russo. Quindi, presumibilmente, del conflitto in Ucraina, in merito al quale il governo di Budapest critica le posizioni occidentali, propugnando un dialogo con il presidente russo Vladimir Putin.

Zelensky alza i toni con gli alleati occidentali

Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, preoccupato per un possibile ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump che potrebbe segnare una sensibile riduzione del sostegno a Kiev, alza i toni con gli alleati occidentali. In particolare in merito all'invio di soldati nordcoreani in Russia.

Secondo il segretario di Stato americano Antony Blinken, sono già 8'000 i militari di Pyongyang schierati nella regione di confine di Kursk.

«Se queste truppe dovessero impegnarsi in operazioni di combattimento o di supporto al combattimento contro l'Ucraina, diventerebbero legittimi obiettivi militari», ha ammonito Blinken. Ma Zelensky ha affermato che finora la reazione occidentale alla presenza nordcoreana è stata «nulla, è stata zero» e si è dichiarato «sorpreso dal silenzio della Cina» sui crescenti legami di Pyongyang con Mosca.

È «diritto sovrano» sia della Corea del Nord sia della Russia sviluppare le loro relazioni «in tutti i settori», risponde il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, secondo il quale ciò «non dovrebbe spaventare o preoccupare nessuno».

«Piano per la vittoria» accolto tiepidamente dai paesi occidentali?

Motivo di irritazione per Zelensky è anche un articolo pubblicato nei giorni scorsi scorsi dal «New York Times», secondo il quale il suo «piano per la vittoria» è stato accolto tiepidamente dai paesi occidentali, compresi gli USA, ancora scettici su un invito a Kiev a entrare nella NATO.

Secondo il giornale americano, tra le clausole segrete del piano vi sarebbe un appello agli Stati Uniti perché forniscano a Kiev missili Tomahawk con una gittata di quasi 2'500 chilometri, oltre sette volte quella degli Atacms, di cui gli americani hanno fornito finora un numero limitato all'Ucraina. Una richiesta che «ha provocato costernazione a Washington», ha detto Lavrov, secondo il quale non verrà accolta.

Le sue truppe hanno preso il controllo di un altro villaggio

Sul terreno, il Ministero della difesa russo ha dichiarato che le sue truppe hanno preso il controllo di un altro villaggio, quello di Yasnaya Polyana, nella loro continua avanzata nella regione ucraina di Donetsk. Mentre fonti ucraine dicono che si prepara l'ultima difesa di Pokrovsk, una strategica città di 60'000 abitanti a cui si avvicinano le truppe di Mosca.

Il governatore locale ha detto intanto che tre persone, tra cui due ragazzi di 12 e 15 anni, sono state uccise e 35 sono rimaste ferite in un bombardamento russo nel quale è stato colpito un condominio a Kharkiv, seconda città ucraina per grandezza, situata nel nord-est del paese.

Sull'altro fronte, il governatore filorusso della regione di Zaporizhzhia ha detto che un «massiccio attacco» ucraino con l'uso di dieci droni kamikaze ha preso di mira la città portuale di Berdyansk, controllata dalle forze di Mosca, sulla costa del Mar d'Azov. Sono segnalati tre feriti e danni a sei edifici residenziali.