Toni concilianti Turchia: Erdogan, «La Repubblica è anche dei curdi»

SDA

30.10.2024 - 11:43

"Intendiamo rimuovere completamente la questione (del terrorismo) dall'agenda del nostro paese", ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. (Immagine d'archivio del 24 ottobre)
"Intendiamo rimuovere completamente la questione (del terrorismo) dall'agenda del nostro paese", ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. (Immagine d'archivio del 24 ottobre)
Keystone

«La Repubblica è dei turchi ma senza dubbio è anche la Repubblica dei curdi».

Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan mentre da settimane sono in corso tentativi da parte di varie forze politiche per arrivare a un processo di pace tra Ankara e il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), da 40 anni in conflitto con lo Stato turco.

«Questa è la Repubblica di tutti noi, 85 milioni di cittadini», ha detto il leader turco in un discorso al gruppo parlamentare del suo partito, Akp, trasmesso dalla televisione controllata dal governo TRT, citando oltre ai curdi anche altre minoranze che compongono la popolazione del paese.

«Intendiamo rimuovere completamente la questione (del terrorismo) dall'agenda del nostro paese», ha detto Erdogan, definendo «saggio» e «storico» il discorso della scorsa settimana da parte del leader dell'estrema destra nazionalista, Devlet Bahceli, che aveva invitato il leader incarcerato del Pkk, Abdullah Ocalan, a proclamare lo scioglimento del suo gruppo.

Bahceli aveva menzionato una possibile fine del suo regime carcerario di isolamento in cui si trova dopo l'arresto nel 1999 per una condanna all'ergastolo.

«Non parliamo con i terroristi nel nord della Siria e dell'Iraq», ha detto il leader turco, facendo riferimento alle forze curde siriane e ai vertici del Pkk che si trovano nella parte settentrionale del Kurdistan iracheno.

Nel suo discorso Erdogan ha condannato nuovamente l'attentato terroristico della scorsa settimana in provincia di Ankara, rivendicato dal Pkk, avvenuto dopo l'appello lanciato dall'estrema destra.

Lo stesso giorno dell'attacco, Ocalan aveva ricevuto la sua prima visita in carcere in quattro anni e aveva affermato di avere il potere di ordinare al suo gruppo di abbandonare la lotta armata e di avviare una battaglia legale e politica.

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