Giustizia Spagna: oltre 100.000 in piazza contro le dimissioni di Sanchez

SDA

27.4.2024 - 20:22

La manifestazione odierna a Madrid
La manifestazione odierna a Madrid
Keystone

«Pedro, non arrenderti». È questo uno degli slogan scanditi dagli oltre 100mila spagnoli che oggi sono scesi in piazza a Madrid per chiedere al premier socialista Pedro Sanchez di non dimettersi a seguito delle accuse di corruzione e traffico di influenze alla moglie.

Mercoledì scorso Sanchez ha annunciato, in una lettera ai cittadini, che farà sapere lunedì, dopo quattro giorni di riflessione durante i quali ha cancellato tutti i suoi impegni, se si dimetterà.

«Devo fermarmi e riflettere. Vale la pena tutto questo? Non lo so – ha scritto nella lettera pubblicata sui social – Ho urgente bisogno di una risposta alla domanda se devo continuare a essere a capo del governo o dimettermi da questo alto onore».

La risposta della piazza

«Certamente vale la pena, rimani!», è uno dei cartelli mostrati oggi dai centomila che hanno manifestato il loro appoggio a Sanchez di fronte al quartier generale del Psoe.

«Sì alla democrazia, no al fascismo», è stato un altro degli slogan scanditi, riferimento al fatto che le accuse a Begona Gomez sono state mosse da un sindacato, Manos Limpias (Mani Pulite), che ha leader legati all'estrema destra.

Cosa ne pensano i vertici del partito?

Mentre fuori si svolgeva la manifestazione, nella sede del Psoe si è riunito il comitato esecutivo del partito in cui esponenti di punta socialisti hanno chiesto a Sanchez di non dimettersi.

«Le democrazie sono a rischio quando si nega la legittimità dei risultati elettorali», ha dichiarato Maria Jesus Montero, vice di Sanchez, spiegando che questo è quello che sta cercando di fare la destra con questa «strategia del fango», «Pedro, rimani al tuo posto», ha poi concluso.

I sospetti nati da articoli di giornali falsi

Già subito dopo l'apertura dell'inchiesta su Begona Gomez, il governo a trazione socialista di Sanchez avevano respinto le accuse come «false», accusando il giudice Juan Carlos Peinado di aver politicizzato l'indagine per favorire la destra.

La denuncia di Manos Limpias si basava su una serie di articoli pubblicati da testate giornalistiche, in particolare El Confidencial, secondo i quali Gomez avrebbe ricevuto favori dai dirigenti di Air Europa e da Globalia (uno dei principali tour operator spagnoli), in qualità di direttrice di un centro di ricerca sull'Africa che ha gestito per quasi quattro anni fino al 2022 presso l'Università Ie di Madrid.

Manos Limpias collegava la sua attività a un piano di salvataggio da 475 milioni di euro ricevuto dalla compagnia aerea alla fine del 2020 mentre lottava per sopravvivere alla pandemia di Covid.

Lo stesso sindacato ha poi ammesso che le notizie riportate in questi articoli potevano essere false.

Due giorni fa la procura di Madrid ha chiesto l'archiviazione del caso.