SerbiaArresti e feriti per i disordini di martedì sera a Novi Sad
SDA
6.11.2024 - 12:14
E' di nove facinorosi arrestati e 12 feriti lievi, 10 dei quali poliziotti, il bilancio dei gravi incidenti di ieri sera a Novi Sad, nel nord della Serbia. Ne hanno dato notizia oggi fonti della procura e della polizia.
Keystone-SDA
06.11.2024, 12:14
06.11.2024, 12:20
SDA
La manifestazione di protesta per i morti nel crollo di venerdì alla stazione è degenerata in violenze, atti di vandalismo e scontri con la polizia.
La protesta era stata convocata dalle forze di opposizione per contestare il governo centrale e le autorità cittadine, ritenuti primi responsabili del tragico crollo che ha provocato 14 morti e tre feriti gravi. Ieri sera era stato arrestato un ex vicepremier del governo regionale della Voivodina, la regione di cui Novi Sad è capoluogo, accusato di aver aggredito un agente di polizia.
Danni notevoli ha subito l'edificio del Municipio di Novi Sad, considerato monumento di importanza storica e culturale e risalente al 1895, bersagliato dal lancio di pietre, vernice rossa e altri oggetti, comprese fiaccole incendiarie che hanno provocato un inizio di incendio al pianterreno, subito domato dai vigili del fuoco. Sono state infrante diverse finestre e forzato il portone d'ingresso da dimostranti violenti, armati di mazze e bastoni e intenzionati a penetrare nei locali dell'edificio. Prese di mira anche alcune sedi del partito conservatore al governo Sns.
La manifestazione, che era iniziata con un minuto di silenzio in omaggio alle vittime dell'incidente alla stazione, è rapidamente degenerata su iniziativa di gruppi di facinorosi violenti, che sono stati affrontati a lungo dalle forze di polizia con largo uso di gas lacrimogeni. Nel corso della protesta sono state chieste le dimissioni del premier serbo e del sindaco di Novi Sad, ritenuti i primi responsabili dell'incidente per non aver effettuato i dovuti controlli sui lavori di ristrutturazione della stazione ferroviaria, conclusi di recente ma dai quali era rimasta esclusa la tettoia esterna risalente agi anni sessanta e collassata venerdì. Unanime la condanna delle violenze da parte dell'intera dirigenza serba, a cominciare dal presidente Aleksandar Vucic, che ieri sera nel pieno delle tensioni si è recato prontamente a Novi Sad per seguire da vicino gli sviluppi della situazione.