Elezioni in India Rahul Gandhi contro Narendra Modi: «Il blocco dei nostri conti è un attacco alla democrazia indiana»

SDA

21.3.2024 - 10:14

Da sinistra, Sonia Gandhi, il presidente del Partito del Congresso  Mallikarjun  Kharge e Rahul Gandhi alla conferenza stampa a Nuova Delhi.
Da sinistra, Sonia Gandhi, il presidente del Partito del Congresso Mallikarjun Kharge e Rahul Gandhi alla conferenza stampa a Nuova Delhi.
Keystone

In India i leader del Partito del Congresso, Sonia Gandhi, Rahul Gandhi e il Presidente Kharge hanno accusato questa mattina il governo di Narendra Modi di avere azzoppato finanziariamente il loro partito e hanno chiesto che i conti vengano sbloccati.

21.3.2024 - 10:14

In vista delle prossime elezioni, i leader del principale partito di opposizione hanno sostenuto che il congelamento delle finanze del Congresso con la motivazione di una infrazione fiscale non tocca solo il partito, ma congela la stessa democrazia indiana.

«L'idea che l'India sia la più grande democrazia del mondo è ormai un'evidente bugia», ha detto Rahul Gandhi, aggiungendo che «con la scusa di un crimine il premier Modi e il ministro degli Interni ne commettono uno contro l'intero Paese. Le istituzioni costituzionali che dovrebbero tutelare l'India non stanno facendo nulla».

Sonia Gandhi ha rincarato la dose affermando che mentre il Bjp, il partito al governo, ha accumulato ingenti somme attraverso i finanziamenti ottenuti con le «obbligazioni elettorali», alle opposizioni vengono bloccati i fondi.

Tutti i conti del partito del Congresso sono congelati da metà febbraio su richiesta del Dipartimento centrale delle tasse per una presunta discrepanza nella dichiarazione sugli introiti dell'anno fiscale 2018-2019. Al momento dell'annuncio, il partito aveva definito l'azione «un'aggressione alla democrazia da parte del governo di Modi in vista delle prossime elezioni».

Le elezioni in India si svolgeranno a partire dal 19 aprile sull'arco di 7 giorni spalmati su 6 settimane. I risultati sono attesi il 4 giugno. I 968 milioni di indiani che hanno diritto al voto (equivalenti a più del 10% della popolazione mondiale) sono chiamati a scegliere 543 membri della Camera bassa del parlamento e a decidere il colore politico del futuro governo, oggi guidato dal Bjp, il partito conservatore e di ispirazione nazionalista e induista del premier Modi.

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