Guerra in Medio Oriente L'Esercito israeliano: «Ci aspettano giorni difficili, l'allerta è massima»

SDA

28.9.2024 - 17:11

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è rientrato prima del previsto da New York
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è rientrato prima del previsto da New York
Keystone

«Ci aspettano giorni difficili» e «le truppe delle Idf sono in allerta massima, in difesa e in attacco, su tutti i fronti». Lo ha affermato il capo di stato maggiore delle forze armate israeliane Herzi Halevi.

L'esercito israeliano annuncia inoltre che sta colpendo il sud di Beirut, dove si trova la roccaforte di Hezbollah, con un attacco mirato. Più tardi l'Idf fornirà ulteriori informazioni.

Le forze armate israeliane hanno reso noto di aver effettuato nella notte una sequenza di attacchi contro i siti di produzione e assemblaggio dei missili di Hezbollah nel sud del Libano, con l'obiettivo di danneggiare le capacità del movimento sciita libanese.

Nel frattempo, nel corso della giornata, sono stati lanciati circa 90 razzi dal Libano verso Israele, riferisce l'esercito aggiungendo che la maggior parte erano diretti al nord di Israele, ma diversi missili a lungo raggio sono stati lanciati anche verso Tel Aviv e la Cisgiordania.

Intanto, la Russia condanna fermamente l'assassinio politico del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah ed esorta Israele a porre immediatamente fine alle ostilità. Lo afferma il ministero degli Esteri di Mosca citato dalla Tass.

Dal canto loro, gli Usa sono determinati a impedire che l'Iran e i gruppi sostenuti da Teheran sfruttino la situazione in Libano o espandano il conflitto: lo ha detto il capo del Pentagono Lloyd Austin al suo omologo israeliano Yoav Gallant in una telefonata venerdì, ha riferito il portavoce della difesa Usa Pat Ryder.

Austin ha espresso il pieno sostegno degli Usa al diritto di Israele di difendersi e «ha chiarito che gli Stati Uniti rimangono pronti a proteggere le forze e le strutture statunitensi nella regione e impegnati nella difesa di Israele».

«L'attuale situazione in Libano rappresenta un motivo significante di preoccupazione per la Santa Sede», ha detto da parte sua il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin all'assemblea dell'Onu oggi a New York. «L'aumento continuo del conflitto tra Hezbollah e l'esercito israeliano sta avendo un considerevole impatto sulla situazione nel sud del Libano e a nord di Israele, mettendo ad alto rischio l'intera regione», ha aggiunto. Secondo Parolin «la Santa Sede chiede a tutte le parti in campo di aderire ai principi del diritto internazionale e di fermare l'escalation fino ad arrivare a un cessate il fuoco senza indugio».

Intanto, il premier israeliano Benyamin Netanyahu è atterrato in Israele dove è rientrato prima del previsto dagli Stati Uniti a seguito dell'uccisione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. Lo scrive il Times of Israel.

Netanyahu andrà direttamente dall'aeroporto Ben Gurion a una consultazione sulla sicurezza, secondo quanto riportato dai media.

Nel frattempo, l'Idf ha confermato che le sirene che hanno suonato nel centro di Israele sono state attivate a causa del lancio di un missile dallo Yemen. Lo riferisce il Times of Israel.

Sempre le Forze di Difesa Israeliane hanno aggiunto che un missile balistico a lungo raggio lanciato dagli Houthi nello Yemen contro Tel Aviv è stato intercettato dalle difese aeree al di fuori dello spazio aereo israeliano.

Dal canto suo, la Jihad islamica, un gruppo palestinese sostenuto dall'Iran, si è espressa per la prima volta dopo il raid su Beirut e l'uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, secondo quanto riporta Sky News.

«Prima o poi, le forze di resistenza in Libano, Palestina e nella regione faranno pagare al nemico il prezzo dei suoi crimini e gli faranno assaporare la sconfitta per ciò che le sue mani hanno fatto», ha aggiunto la Jihad islamica.